Da sempre la Filosofia è l’arte della saggezza, ma anche, se intesa nel senso Platonico del Simposio e da sempre si relaziona con la koinè e con il dialogo interculturale.
Ma come oggi la musica è diventata musica sperimentale e concettuale, come l’arte è divenuta arte concettuale, così oggi esistono infinite filosofie e molteplici settori della ricerca e della riflessione Filosofica, oggi la filosofia dell’ontologia sull’Essere, è affiancata da tante ricerche e studi disciplinari settoriali: la filosofia della scienza, la filosofia del linguaggio, la filosofia estetica, la filosofia del diritto, l’ermeneutica, la filosofia dell’economia, solo per citare alcuni tra i tanti rami della filosofia contemporanea e in prospettiva di quella futura. E altre declinazioni e modalità della filosofia stanno ancora nascendo oggi, dall’interazione con l’antropologia culturale, la semiotica, la matematica, con la sociologia, con la letteratura e con l’arte.
Dunque oggi esistono molte filosofie ma esistono anche molte culture filosofiche distinte, si è passati da una filosofia eurocentrica e dalla semplice dicotomia tra filosofia occidentale e orientale, alla scoperta e valorizzazione delle filosofie sperimentali e storiche dell’Africa, dell’Asia, del SudAmerica, dell’Oceania. Anzi questa edizione del Congresso Mondiale della Filosofia intende porre al centro proprio la dimensione internazionale e interculturale della filosofia proponendo panel, dibattiti e presentazioni di libri che coinvolgono tutti i principali sistemi culturali filosofici presenti nel mondo. In questo modo si può ascoltare un filosofo Kirghizo che ricollega la filosofia kirghiza ai sentieri di Martin Heidegger, si può partecipare a un dibattito fra studiosi coreani giapponesi e cinesi sulla filosofia giapponese, coreana e cinese, si possono incontrare eminenti filosofi africani e sudamericani. Al tempo stesso si valorizza e sviluppa la sinergia, sempre costruttiva, tra studenti e filosofi, a metà fra il metodo maieutico socratico e il metodo della Scuola di Atene.
Il congresso vuole anche promuovere la pace in tempi di guerra diffusa, portando a Roma studiosi filosofi di paesi tuttora in conflitto o tensione tra loro: armeni e azeri, russi e ucraini, taiwanesi e cinesi, ebrei e arabi, nord e sud coreani: la filosofia è fatta per unire non per dividere e per porre in dialogo civiltà e idee. A partire da questa sinergia per la pace, La circolarità, libertà e qualità scientifico filosofica delle idee e delle teorie e della ricerca non possono che essere tra le linee guida non soltanto del Congresso ma anche della filosofia contemporanea attuale. Non è tuttavia più tempo per le grandi sintesi filosofiche universali, come quelle di Kant, nella Critica della Ragion Pura e nei Prolegomeni di una pace perpetua, o di Karl Jaspers per una filosofia mondiale o di sistemi filosofici universali come quelli di Hegel nella Fenomenologia dello Spirito o di Heidegger nel Sein und Zeit.
Oggi la filosofia è essenzialmente lavoro di team, di équipe, esattamente come lo è la ricerca scientifica e non è più, salvo rari casi, l’opera di una sola mente e di un singolo filosofo. Eppure la ricerca individuale volta a sintesi e analisi universali ancora è necessaria, come dimostra l’esperienza umana e filosofica di alcuni filosofi Italiani contemporanei, si pensi a l’unicum nella ricerca semiotica di Umberto Eco e all’esperienza di Norberto Bobbio, Sergio Cotta, nella filosofia del diritto, di Giulio Giorello e Ludovico Geymonat nella filosofia della scienza, di Emanuele Severino e Massimo Cacciari, in filosofia teoretica.
Al tempo stesso oggi la filosofia è centrata sulla ricerca universitaria e connessa alla struttura delle istituzioni universitarie, mentre un tempo e fino a Hegel e nel ‘900 in Sartre, prevaleva la ricerca svolta nelle biblioteche e allo scrittoio, degli intellettuali, come esseri vocati alla ricerca sull’Essere e sui temi filosofici. Oggi le enciclopedie filosofiche alla Aristotele e Diderot sono rara avis, ripresa solo da Umberto Eco e random, non come modus di un sistema filosofico. Oggi superata l’infinita sfida tra mondo umanistico e scienze, la interdisciplinarietà e la prevalenza della ricerca monotematica, rispetto alla costruzione di sistemi filosofici complessi, coincide con l’epoca della iperspecializzazione scientifica e filosofica, implementata dalle pubblicazioni e ricerche nei dottorati, post Dottorati.
Oggi la téchne, e il metdo epistemologia prevalgono sugli elementi letterari, creativi e poetici della filosofia ancora presenti in Voltaire, Nietzsche, in Russell, Popper, Wittgenstein, (quest’ultimo al centro di interessanti paper sperimentali e ricerche proposti nel Congresso filosofico mondiale in Italia).
E se al tempo di Leon Battista Alberti, Leopardi, Pico, Guicciardini, Machiavelli, Gramsci, Voltaire, alcuni grandi scrittori e intellettuali erano anche grandi filosofi, ora sono spesso gli scienziati, come Hawking e Penrose, a farsi filosofi, per interrogarsi non più, Kantianamente sulla cosa ultima, ma sulla res extensa del Cosmo e del multiverso in atto. Quel che hanno fatto a loro volta, nel secolo scorso Russell e Wittgenstein e Heidegger e Gadamer, nei rispettivi ambiti.
Il Congresso Mondiale filosofico di Roma, infine, ripropone la centralità del ruolo di personalità storiche come Gramsci, con la esegesi filosofica internazionale delle sue opere in tutto il mondo ma va ricordato che la filosofia italiana con Machiavelli, Galileo, Vico, Benedetto Croce, un tempo, e in epoca recente con Bobbio, Geymonat, Eco e Severino, è stata ed è diffusa, tradotta e studiata in ogni parte del mondo, facendo parte a pieno titolo, con l’età classica della Antica Roma appunto, con il Rinascimento, con la nascita della Scienza moderna nel 1600, del patrimonio culturale e di ricerca scientifica universale mondiale originato dall’Italia.
La Filosofia dunque non appartiene solo al passato e alla Storia ma sia pure attualizzata e Feyerabendianamente aperta a molteplici interpretazioni e culture, propone metodi, metalinguaggi, idee, analisi e sistemi filosofici che prospettano sul futuro e pongono gli interrogativi essenziali sull’esistente e sul presente della specie umana e della realitas mundi.