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Infertilità Sostanze Chimiche

Anche l’esposizione alle sostanze chimiche c’entra con l’infertilità. Report Le Monde

Tra le cause dell'infertilità in uomini e donne c'è anche l'esposizione a sostanze chimiche ormai onnipresenti nella quotidianità, ma questo ha un ruolo anche nel calo della natalità? L'articolo di Le Monde

 

Nella conferenza stampa di martedì 16 gennaio, Emmanuel Macron ha parlato di un futuro “grande piano” per combattere l’infertilità.

Tra le cause delle difficoltà di concepimento di un bambino, il contatto con sostanze chimiche onnipresenti nell’ambiente domestico, nella catena alimentare o in alcuni farmaci è stato stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio da centinaia di pubblicazioni scientifiche. Tuttavia, il numero e la diversità delle molecole sospettate, la molteplicità delle vie di esposizione (cibo, inalazione, contatto con la pelle, ecc.) e i tempi talvolta lunghi tra l’esposizione e l’insorgenza dell’infertilità rendono molto difficile stimare l’entità di questi effetti e identificare i principali prodotti responsabili. Così scrive Le Monde.

Gli effetti più evidenti riguardano la fertilità maschile: a livello mondiale, la concentrazione media di spermatozoi nello sperma umano si è dimezzata in mezzo secolo, secondo l’ultima analisi di tutti i dati disponibili.

LE SOSTANZE CHIMICHE CHE CAUSANO INFERTILITÀ

Pubblicati nel giugno 2022, i primi studi che tentano di stabilire una gerarchia dei principali responsabili di questo declino mostrano che il podio è occupato dai bisfenoli (presenti nelle plastiche rigide e nelle resine a contatto con gli alimenti), dalle diossine policlorurate (emesse in particolare dagli inceneritori di rifiuti domestici) e da alcuni ftalati (presenti nelle plastiche flessibili). I ricercatori hanno individuato anche i parabeni (presenti in alcuni cosmetici e prodotti per l’igiene) e il paracetamolo (un antidolorifico molto usato).

GLI EFFETTI NON SI MANIFESTANO SUBITO

Attenzione, però: gli effetti maggiori delle sostanze si manifestano con un certo ritardo, dopo l’esposizione in utero, attraverso le madri, durante la gravidanza. Queste sostanze, in grado di alterare il sistema ormonale (o “interferenti endocrini”), agiscono in particolare durante la costruzione del sistema riproduttivo e riducono la futura fertilità del nascituro.

Il tempo della politica non è il tempo della biologia: le misure normative adottate oggi per ridurre l’esposizione delle persone a questi interferenti endocrini avrebbero effetti importanti sulla fertilità della prossima generazione, anche se altri effetti positivi sulla salute potrebbero manifestarsi molto prima.

PESTICIDI E PFAS NEMICI DELLA FERTILITÀ

Una sintesi della letteratura scientifica disponibile, pubblicata nel novembre 2023, ha dimostrato che l’esposizione ai pesticidi della famiglia degli organofosfati e dei carbammati riduce la concentrazione di spermatozoi nello sperma degli individui esposti per tutta la vita, e non solo in utero.

Anche i pesticidi utilizzati nell’agricoltura convenzionale, che si trovano anche negli alimenti, sono sospettati di svolgere un ruolo dannoso per la salute del sistema riproduttivo femminile. Nel suo rapporto collettivo pubblicato nel giugno 2021, l’Istituto nazionale francese per la salute e la ricerca medica (Inserm) evidenzia diversi studi che associano alcune famiglie di agro-tossine all’endometriosi, una malattia che favorisce l’infertilità femminile e che colpisce dal 5% al 10% delle donne in età fertile.

Più in generale, gli esperti dell’Inserm osservano che, poiché alcuni ormoni, in particolare gli estrogeni, sono “sospettati di essere coinvolti nei processi patologici all’origine dell’endometriosi”, è “logico sospettare alcuni interferenti endocrini come agenti ambientali” implicati in queste malattie.

Altri studi recenti suggeriscono che anche i per- e polifluoroalchili (o PFAS, talvolta definiti “inquinanti eterni”) sono coinvolti nella riduzione della fertilità nelle donne. Queste sostanze, utilizzate in diverse applicazioni (imballaggi per alimenti, rivestimenti per utensili da cucina, trattamenti per tessuti e pelli, ecc.), sono ormai onnipresenti e permeano, in varia misura, tutti gli organismi viventi del pianeta – in primis l’uomo, esposto attraverso l’acqua potabile e gli alimenti.

L’INFERTILITÀ HA EFFETTIVAMENTE UN RUOLO NEL CALO DELLA NATALITÀ?

L’alterazione della fertilità biologica di uomini e donne ha un ruolo, insieme a fattori socio-economici, nel calo della natalità osservato nei Paesi occidentali? La questione è tutt’altro che risolta. Ma nel dicembre 2021, un gruppo di circa quindici ricercatori di dodici istituti di ricerca europei ha avanzato questa ipotesi, con una serie di argomentazioni a sostegno, in un articolo pubblicato su Nature Reviews Endocrinology. Gli autori hanno invitato biologi, endocrinologi e demografi a lavorare insieme sull’argomento per scoprirlo con certezza.

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)

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