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Tutti gli errori di Mediobanca su Generali e non solo

L'esito dell'assemblea dei soci di Mediobanca commentata da Luca Picotti, avvocato, membro dell'Osservatorio Golden Power e autore del libro La legge del più forte

“E’ una grande sconfitta per l’attuale board di Mediobanca e la visione che rappresenta”. E’ questo il secco commento di Luca Picotti, avvocato, membro dell’Osservatorio Golden Power e autore del libro La legge del più forte, dopo l’esito non sorprendente dell’assemblea dei soci di Mediobanca in cui la linea di Caltagirone e Delfin ha sconfitto il piano dei vertici di Mediobanca su Banca Generali.

L’ESITO DELL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA

“È la forza della passivity rule. Di fronte a un’offerta reputata ostile, il management ha provato tutte le difese possibili, da un’intensa campagna mediatica contro l’Ops al vero e proprio lancio di un’operazione alternativa. Un’operazione anche sensata, che avrebbe avuto un razionale industriale, ma fuori tempo, come si è visto. È apparsa infatti sin da subito più l’anima difensiva che quella industriale”, ha sottolineato Picotti, commentando la bocciatura dell’Ops su Banca Generali da parte della assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia.

IL GROVIGLIO CON GENERALI

Picotti spiega come ha inciso la passivity rule, “ossia il passaggio per una difficile assemblea, rinviata la prima volta, mentre sul fronte dei contenuti vi era il nodo di un vago accordo con Generali, nonché il non indifferente problema di aver scomodato il Ceo del Leone Philippe Donnet, chiedendogli di cedere la sua partecipazione in Banca Generali per avere in cambio azioni proprie oggetto di lock-up. Una decisione difficile per il board di Generali Assicurazioni, peraltro monitorato dai propri azionisti forti sul fronte di ogni valutazione e responsabilità. L’esito non era scontato, ma ciononostante prevedibile”.

LA SCONFITTA DI NAGEL

“Ogni tanto – dice Picotti – bisognerebbe capire quando la partita è persa. Questo è il risultato di avere mantenuto per anni, senza distaccarsene, il cordone ombelicale della partecipazione in Generali, che rappresenta quasi il 50% del valore e utili di Mediobanca. Un intreccio anomalo, che ha reso Mediobanca non una macchina industriale autonoma, ma un latente bersaglio nelle grandi partite del capitalismo italiano. Come è stato con l’operazione di Mps in corso” su Piazzetta Cuccia, “irrisa da molti, ma che fin da subito ho definito ardita, non folle, a partire dal dato dello scambio di azioni e intrecci di partecipazioni costruite negli anni, tali da garantire il raggiungimento della soglia minima”.

OPS SU BANCA GENERALI? TENTATIVO GIUSTO MA SBAGLIATA LA TEMPISTICA

Secondo Picotti, “il tentativo last minute di vendere, come si dice in gergo, ‘i gioielli della regina’, ossia la partecipazione in Generali, è andato a scontrarsi con la passivity rule, cosa che non sarebbe successa se tale Offerta pubblica di scambio fosse stata lanciata con serenità in precedenza”. “Da qui un’operazione fuori tempo e una grande sconfitta per l’attuale board di Mediobanca e la visione che rappresenta”, conclude Picotti.

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