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Tutte le grane (anche economiche) del governo Merz

La piccola Grande coalizione di Merz deve affrontare un autunno difficilissimo: c'è un buco da 30 miliardi nel bilancio 2027 (mai visto prima), scontro continuo tra Cdu-Csu e Spd su tasse e welfare, e bisogna sbloccare 500 miliardi di investimenti. Ogni dossier divide i partner di governo, dal reddito di cittadinanza alle imposte sui ricchi. Il punto di Mennitti.

Il rientro dalle vacanze parlamentari segna per il Bundestag l’avvio di una stagione politica cruciale. Mentre l’economia tedesca attraversa una fase di stagnazione prolungata e la vicina Francia vive turbolenze che si riflettono oltre confine (a cominciare dalle ripercussioni sul Dax), la piccola Grande coalizione formata da conservatori e socialdemocratici si prepara ad affrontare un calendario denso di sfide. Il governo guidato da Friedrich Merz deve confrontarsi con questioni finanziarie di primaria importanza, mettendo alla prova la tenuta dell’alleanza tra Cdu/Csu e Spd.

L’AUTUNNO DELLE RIFORME

Nonostante le tensioni evidenti su diversi dossier, la settimana scorsa i partner di governo hanno mostrato compattezza nell’affrontare quello che definiscono “l’autunno delle riforme”. Il cancelliere ha riconosciuto le difficoltà comunicative che hanno caratterizzato i primi mesi dell’esperienza governativa, impegnandosi pubblicamente per un miglioramento. Le scelte politiche concrete vengono giudicate appropriate, ma permangono lacune nell’immagine pubblica dell’esecutivo. Dal canto suo, il capogruppo socialdemocratico Matthias Miersch ha espresso fiducia nella solidità dell’intesa, sottolineando come le divergenze di vedute rappresentino un elemento naturale della dialettica di coalizione. È quantomeno dubitabile che le evidenti divergenze fra le due componenti governative siano da ricondurre semplicemente a problemi di comunicazione. Per mantenere una linea unitaria, Merz ha dovuto ripiegare in più occasioni su compromessi che hanno premiato la linea meno riformista dell’Spd. I sondaggi ne soffrono: l’Unione di Cdu e Csu non riesce a risalire oltre il 26%, Afd è alle calcagna, a pari punteggio o indietro di un punto a seconda degli istituti demoscopici, mentre l’Spd resta al palo del 14%.

IL NODO DEI CONTI PUBBLICI

La questione più delicata riguarda l’equilibrio delle finanze statali. Il ministro delle Finanze Lars Klingbeil (Spd) ha predisposto con discrezione i bilanci federali per il 2025 e il 2026, ma emerge una voragine di 30 miliardi di euro nella programmazione del 2027. Si tratta di un deficit senza precedenti nella storia della Repubblica Federale, che difficilmente potrà essere colmato attraverso i soli tagli di spesa o la crescita economica sperata. La situazione richiede decisioni complesse in settori sensibili come i sussidi, i programmi di sostegno e il sistema socio-fiscale.

Particolari preoccupazioni destano le misure attualmente allo studio, tra cui l’incremento delle indennità per i pendolari e gli incentivi per il carburante agricolo, che rischiano di aggravare ulteriormente il quadro finanziario. Nei corridoi della politica si registrano critiche per la scarsa disponibilità di alcuni componenti della coalizione – specialmente nelle file socialdemocratiche – a contribuire agli sforzi di contenimento della spesa.

Per l’anno corrente, invece, il bilancio ha ottenuto l’approvazione definitiva con spese previste per circa 502,5 miliardi di euro, superiori di 460 milioni rispetto alle previsioni governative. Il nuovo indebitamento si attesta a quasi 82 miliardi di euro, cifra che sale oltre i 140 miliardi considerando i fondi speciali destinati alla Bundeswehr e alle infrastrutture.

LE RIFORME DEL SISTEMA SOCIALE

Il welfare tedesco affronta pressioni crescenti a causa della congiuntura negativa e delle dinamiche demografiche. Pensioni, assicurazione sanitaria, assistenza sociale e reddito di cittadinanza pesano sempre più sui contribuenti, innescando un confronto di fondo tra i partner di governo sui costi dello stato sociale.

Il cancelliere Merz ha posto pressioni dirette sulla ministra del Lavoro Bärbel Bas (Spd), chiedendo risparmi per cinque miliardi di euro e criticando la direzione intrapresa dal sistema di trasferimenti. Il ministro della Cancelleria Thorsten Frei (Cdu) sollecita interventi rapidi sulla riforma del reddito di cittadinanza, richiamando gli impegni assunti nel contratto di coalizione. Il dicastero del Lavoro sta elaborando una proposta che dovrebbe concentrarsi su obblighi di collaborazione più stringenti, anche se questo approccio non soddisfa completamente le aspettative dell’Unione. Una commissione speciale avrà il compito di formulare proposte per riforme di lungo periodo.

Analoghe preoccupazioni riguardano il sistema sanitario, dove nel primo semestre la spesa è cresciuta del 7,95% raggiungendo 166,1 miliardi di euro. Sebbene le casse malattia abbiano registrato un’eccedenza di 2,8 miliardi, la dinamica della spesa resta preoccupante. La ministra della Salute Nina Warken (Cdu) ha annunciato la convocazione di una commissione di esperti per elaborare riforme strutturali che stabilizzino i contributi dal 2027.

SCONTRO SULL’AUMENTO DELLE IMPOSTE

Il dibattito sui possibili aumenti delle imposte divide nettamente i partner di coalizione. A cominciare dai vertici del governo. Il vice cancelliere Klingbeil non esclude incrementi per i redditi elevati e i grandi patrimoni, mentre Merz respinge categoricamente tali ipotesi. Tuttavia, anche nell’area conservatrice emergono voci divergenti: ad esempio, Dennis Radtke dell’Associazione dei lavoratori cristiano-democratici si è mostrato favorevole a un inasprimento dell’imposta di successione e a ritocchi dell’aliquota sui redditi più alti.

Miersch (Spd) ha rincarato la dose sostenendo la necessità di far contribuire maggiormente chi possiede “davvero molto denaro” per alleggerire il carico sui redditi medi. Il leader della Csu Markus Söder aveva proposto di lasciare ai Länder la libertà di fissare le aliquote dell’imposta di successione, ma la proposta è stata respinta dal cancelliere.

IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI E I LACCI BUROCRATICI

Mai come in questa legislatura un governo federale ha programmato investimenti di vasta portata, ma resta aperto il problema dell’effettiva erogazione dei fondi. Klingbeil ha annunciato che il comitato di coalizione ha concordato di presentare presto una legge per accelerare gli investimenti, con l’obiettivo di garantire la rapida utilizzazione dei 500 miliardi del fondo speciale per le infrastrutture.

La strategia prevede di dichiarare “l’intera infrastruttura di interesse pubblico prevalente”, consentendo così di abbreviare le procedure di pianificazione e approvazione. Questo approccio dovrebbe rimuovere gli ostacoli burocratici che in passato hanno rallentato la realizzazione dei progetti pubblici, permettendo una più efficace trasformazione delle risorse stanziate in opere concrete per il paese.

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