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Le gioie di Hamas all’Onu e in Italia

Quella palestinese è la causa peggio servita nel mondo, anche in Italia. I Graffi di Damato sugli scontri a Milano e non solo

 

“I vandali non aiutano la causa”, ha detto giustamente il sindaco di Milano Beppe Sala commentando i disordini di piazza, i sessanta agenti di Polizia e le devastazioni compiute nella sua città, e in altre delle ottanta in cui ieri si è manifestato per la Palestina. La cui causa, appunto, è fra quelle peggio servite sul posto e fuori.

Servite, cioè disservite sul posto dai terroristi di Hamas che, essi sì, hanno imprigionato i palestinesi allestendo sotto le loro case, scuole, ospedali, chiese, mercati, vie e piazze arsenali di guerra e di tortura di altri ostaggi: quelli che catturarono due anni fa in Israele nel pogrom noto per la data del 7 ottobre. Una mattanza che non bastò, se non per qualche ora soltanto, a farci sentire tutti israeliani, come si dice quando si solidarizza con le vittime. Poi si è scesi per strada in tutto il mondo per contestare non i terroristi palestinesi ma gli israeliani decisi a liberarsene per salvaguardare la propria sicurezza.

Strada per strada, paese per paese, città per città siamo arrivati a quelle italiane dove ieri sono stati prodotti violenze fisiche e devastazioni materiali. E si è paralizzata la vita dei cittadini col concorso degli scioperi. Tutto in nome della Palestina e dei palestinesi, che non avrebbero proprio niente e nessuno da ringraziare per i danni così procurati anche alla loro causa, ripeto.

Lo stesso discorso vale per la corsa in atto al riconoscimento dello Stato inesistente e, a questo punto ancora più improbabile, della Palestina. Un riconoscimento che, nella indifferenza o stoltezza dei governi che lo hanno adottato o si accingono a farlo, i terroristi di Hamas hanno già orgogliosamente inserito fra i loro bottini di guerra.

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