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comitato regioni

Che cosa si combina nelle Regioni?

C'è un evidente peggioramento delle funzioni regionali e una perdita di controllo dei costi, con la conseguenza di pretese smodate verso il bilancio di uno Stato già indebitato e di imposizioni fiscali addizionali. Il Canto libero di Sacconi pubblicato su QN.

Alcune importanti Regioni sono vicine al voto. Altre hanno votato da poco. Nonostante la loro caratteristica di prossimità, la partecipazione elettorale è stata e sarà molto contenuta. Si verifica così un evidente (e apparente) paradosso. Da un lato si ha la percezione che, ove più ove meno, gli amministratori regionali siano prigionieri del consenso immediato. Dall’altro, forse proprio questa spasmodica attenzione a non irritare, o anche solo infastidire, i loro elettori ha impedito l’attitudine a perseguire ambiziosi  obiettivi, così disincentivando il voto. Eppure i governi regionali sono tendenzialmente stabili per cinque anni e i loro presidenti sono rafforzati dalla minaccia di trascinare con sé, nell’eventuale caduta, l’intero consiglio.

Ciononostante, bisogna forse risalire a molti anni or sono per ritrovare amministratori capaci di grandi opere o di cambiare i modelli organizzativi della sanità, del trasporto pubblico locale o della stessa amministrazione regionale. Le grandi novità intervenute in questi trent’anni, a partire dall’epocale rivoluzione tecnologica, imporrebbero decisioni discontinue. Sembrano invece condizionare il discernimento degli amministratori le iniziali resistenze dei territori lambiti dal cambiamento o di coloro che lavorano nei servizi pubblici. Come se gli elettori fossero solo loro e non vi fosse il tempo di fare apprezzare i risultati. Ne deriva un evidente peggioramento delle funzioni regionali e una perdita di controllo dei costi con la conseguenza di pretese smodate verso il bilancio di uno Stato già indebitato e di imposizioni fiscali addizionali.

Tocca al governo centrale intervenire con strumenti non solo diretti, limitati dal nostro assetto costituzionale, ma anche di moral suasion come la trasparenza dei costi e degli esiti. Non si tratta di invocare il centralismo ma di pretendere l’unità della Repubblica.

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