“Tutto è compiuto”, disse Gesù sulla croce prima di morire. E avrebbe potuto dire Papa Francesco con delusione e dolore – non con la risata ottimisticamente attribuitagli dal direttore del Tempo Tommaso Cerno titolando un suo breve editoriale – se avesse potuto ascoltare la sua commemorazione a Camere riunite.
Dove ha fatto notizia non il ringraziamento rivoltogli dalla premier Giorgia Meloni per gli insegnamenti e i consigli da lui ricevuti in vita, in un rapporto di fede, di simpatia e di amicizia di una evidenza, diciamo così, solare davanti a telecamere e macchine fotografiche, ma l’accusa della segretaria del Pd Elly Schlein, di Giuseppe Conte e compagnia alla stessa Meloni di “ipocrisia”.
Un’accusa che equivale a quella al Papa di avere avuto un rapporto farisaico pure lui con la presidente del Consiglio. Una cosa semplicemente da fine del mondo, da dove d’altronde Papa Francesco si vantò di provenire parlando ai fedeli dopo la sua elezione.
Se vi era un modo di offendere la memoria del Papa, di cui sabato si celebreranno i funerali, la Schlein lo ha trovato nel suo disinvolto approccio alla fede, se volesse improvvisarne una, e nell’altrettanto disinvolto esercizio di una politica che è diventata la sua professione, il suo mestiere.
La politica, dicevo. Essa non se la passa bene da molto tempo in Italia, almeno da quando ha rinunciato al primato che pure le assegna la Costituzione repubblicana tanto decantata con le sue origini dalla Resistenza, dalla Liberazione e da tutte le altre maiuscole che le opposizioni sentono minacciate o addirittura offese in questi giorni dalla “sobrietà” che un ministro ha osato evocare per la festa dal 25 aprile, coincidente questa volta con il lutto nazionale per la morte, appunto, di Papa Francesco.
La politica se la passa così male che gli ultimi Pontefici, tutti stranieri peraltro, hanno cercato di tenersene lontani. Ma col diritto rivendicato dalla segretaria del Pd e affini di dare le pagelle agli avversari anche in quanto fedeli credo che essa abbia toccato il punto più basso. Anche di blasfemia.