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Quanto si odiano Caltagirone (Messaggero) e Panerai (Milano Finanza)? Guerra su Class Editori

Che cosa succede in Class Editori tra Caltagirone e Panerai?

Caro direttore,

chi l’ha detto che il settore editoriale in pessime acque non fa più gola? La domanda mi sorge dopo la notizia che il gruppo Caltagirone ha messo un piede in Class Editori (che pubblica tra le altre le testate Mf, Milano Finanza e Italia Oggi); incursione tutt’altro che gradita al fondatore e deus ex machina di Class Editori, ovvero il padrone Paolo Panerai.

Ho letto sulle agenzie di ieri che il gruppo Caltagirone detiene una partecipazione del 2,5% in Class Editori e ha presentato i candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale nell’assemblea del prossimo 27 giugno. La partecipazione (8,075 milioni di azioni pari al 2,502%) è detenuta dal veicolo VM2006 Srl che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone.

Il gruppo attraverso Caltagirone Editore – lo ricordo ai lettori non addentro alle dinamiche societarie ed editoriali – è proprietario di diverse testate giornalistiche nazionali e locali come Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, Il Nuovo Quotidiano di Puglia e Leggo. Class è controllato con quote superiori al 50% dal fondatore Paolo Panerai, anche se i candidati dell’editore sono stati presentati dal 17% circa del capitale.

La mossa di Caltagirone è stata definita “ostile” da ambienti vicini al gruppo Class Editori, si legge stamattina sul Corriere della sera. Insomma, Panerai non gradisce la presenza di Caltagirone e anzi la considera propedeutica, in sostanza, a una forma di pressione antagonistica in vista di una progressiva scalata, nel solco del tipico modus operandi di Caltagirone come si è visto nel caso di Mediobanca e Generali.

E pensare che nel passato i due sono stati accomunicati da una fruttuosa amicizia con il banchiere Cesare Geronzi (direttore, se scandagli nell’archivio fotografico di Imago troverai senz’altro qualche foto a testimoniare questo legame). Evidentemente il passato è passato.

Ma il capitalismo italiano è reticolare e sempre aggrovigliato in partite bancarie, specie il settore editoriale bisognoso di finanziamenti e supporti del sistema bancario. Anche, e soprattutto, il gruppo Class (in profondo rosso) che si avvale da tempo di un sostegno di molti istituti di credito sotto diverse forme, anche di pegno. In primis anche di Mps, l’istituto di cui è socio di peso proprio Caltagirone. E in effetti su Milano Finanza e sulle altre testate del gruppo l’operato della banca senese è sempre stato seguito con cura e attenzioni.

Così come Milano Finanza di Panerai, con un approccio sempre abbastanza pluralistico, in sede di commento e analisi ha apprezzato sempre l’azione dei vertici di Mediobanca e Generali, bistrattati al contrario da Caltagirone e Delfin della famiglia Del Vecchio.

Ma Panerai, sul dossier Mediobanca-Generali, non ha avuto freni inibitori nello stimmatizzare azioni e tattiche del costruttore-editore divenuto perno di un riassetto in corso degli equilibri finanziari con il beneplacito del governo Meloni. Così, senza aggredire l’esecutivo – anche perché il gruppo Class Editori incamera contributi statali non minimi per la testata Italia Oggi dal dipartimento della presidenza del Consiglio – il numero uno di Class e Milano Finanza ha sferrato di recente un attacco ad alzo zero. Ecco di seguito alcuni passi del Panerai-pensiero dedicato a Caltagirone lo scorso 3 maggio:

“Che differenza c’è fra i due Francesco? Intendo Francesco Milleri e Francesco Caltagirone. Ovviamente non solo il secondo nome di Caltagirone, Gaetano, che ricorda le sue origini siciliane. Infatti la prima grande differenza è che Milleri è un super manager e Caltagirone, senza togliergli meriti da capitalista, è un padrone. Ma la differenza ancora più grande è un’altra: Milleri, che ha un curriculum di studi straordinario […] non ha mai manifestato volontà di acquisire poteri attraverso il possesso di media, come del resto il suo scopritore e fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio. Al contrario, da quasi 30 anni Caltagirone ha costruito la sua crescita di potere economico grazie anche alla strumentalizzazione dell’informazione con una catena di giornali che parte dalla Puglia, passa per Roma con il fondamentale quotidiano Il Messaggero, prosegue per le Marche e arriva a Venezia con Il Gazzettino. La storia della super catena di quotidiani di Caltagirone l’ho già raccontata ma mi perdoni il lettore se la rilegge perché strettamente connessa, fin dall’origine, a quelli che sono i bersagli attuali del gruppo Caltagirone: Mediobanca e Generali, passando per la benevolenza verso il senese Mps. Fu infatti nientemeno che Enrico Cuccia, i cui eredi a Mediobanca ne pagano le conseguenze, a introdurre Caltagirone all’antidemocratico potere mediatico, in quanto strumentale per il potere economico”.

Al di là di beghe personalistiche, frutto di personalità toste, orgogliose e permalosette, c’è da sottolineare la strategia editoriale di Caltagirone con la mossa su Class Editori. Il gruppo fondato e diretto da Panerai è il secondo polo editoriale di taglio economico-finanziario dopo quello del Sole 24 Ore. Quindi mettere le mani su Class significa di fatto avere uno strumento non banale a più voci su aziende, industria, finanza, risparmio e borsa. In un momento in cui, peraltro, il quotidiano confindustriale ha un atteggiamento quanto meno non ostile verso Caltagirone nelle partite in corso: l’intervista di recente rilasciata da Caltagirone al Sole lo dimostra. Non solo: certifica un’impostazione benevola del giornale di Confindustria verso le mosse anche banco-finanziarie del costruttore-editore romano come attestano le cronache del medesimo giornale.

Le connessioni confindustriali di Caltagirone non sono insignificanti e si nutrono di altri segnali e nomi. Per la carica di amministratore la lista di VM2006 in Class è composta da Massimo Caputi e Giulio Tersigni.

Massimo Caputi è un personaggio di peso nel mondo immobiliare e finanziario: in passato in strettissimi rapporti professionali con Caltagirone, per poi defilarsi almeno pubblicamente e ufficialmente con le attività imprenditoriali di Caltagirone; ma evidentemente ora si certifica un ritorno di fiamma oppure una mera emersione di relazioni tenute negli ultimi tempi sotto traccia.

Caputi, peraltro, è un uomo di spicco del mondo confindustriale. E’ presidente dell’associazione confindustriale Federterme. L’altro nome caltagironiano per Class, Giulio Tersigni, oltre ad essere un avvocato specializzato in merger e valutazioni di aziende, è anche membro del consiglio di amministrazione delle Terme di Chianciano, di cui poco meno del 50% è nelle mani di Invitalia, holding controllata dal ministero dell’Economia.

Insomma, caro direttore, l’editoria non è morta. E’ viva, vegeta e vigile. Fondamentale per dare informazioni e notizie. Certo, tu mi hai fatto notare che alle ore 10,40 di oggi sulla home page di Mf/Milano Finanza non compare la notizia di Caltagirone in Class Editori. Però come tu mi insegni queste sono quisquilie e pinzillacchere. Vero?

Salutoni

Gianluca Zappa

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