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Ecco dove, come e perché Schengen si sta squagliando

La Polonia è solo l'ultimo di una lunga lista di paesi che ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere interne dell'area Schengen. Estratto dal Mattinale Europeo.

Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ieri ha annunciato che la Polonia reintrodurrà i controlli alle frontiere interne di Schengen con la Germania e la Lituania a partire dal 7 luglio, nell’ambito di un conflitto con il governo tedesco sui respingimenti di migranti che attraversano il confine tra i due paesi.

Tusk sospende Schengen con Germania e Lituania

“Riteniamo che la reintroduzione temporanea dei controlli sia necessaria per ridurre al minimo i flussi incontrollati di migranti attraverso il confine tra Polonia e Germania”, ha detto Tusk durante una riunione del governo.

Nel fine settimana c’erano state proteste sostenute dall’estrema destra in alcuni valichi tra Polonia e Germania per la pratica delle autorità tedesche di impedire l’ingresso dei migranti. Tusk ha sottolineato che le operazioni condotte da Berlino sono “chiaramente cambiate nell’ultimo mese” con “il rifiuto di ingresso ai migranti che sono diretti in Germania per chiedere asilo o altre forme di status”.

Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha aumentato i controlli alle frontiere con la Polonia, che erano stati reintrodotti dal precedente governo. Tusk ha spiegato di aver parlato “diverse volte” con Merz, avvertendolo che la pazienza della Polonia si stava esaurendo. “Siamo difensori dell’area Schengen e rimaniamo a favore di un’Europa con frontiere aperte e movimenti senza restrizioni. Ma, un sistema di questo tipo richiede lo stesso impegno simmetrico da parte di tutti i paesi vicini”, ha detto Tusk.

La politica dello struzzo della Commissione su Schengen

La Polonia è solo l’ultimo di una lunga lista di paesi che ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere interne dell’area Schengen. Belgio, Slovenia, Italia, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Svezia Francia, Germania e Bulgaria sono i membri dell’area Schengen che hanno notificato o annunciato controlli alle frontiere interne.

Secondo i dati di Frontex ed Eurostat, il numero di ingressi irregolari e le domande di asilo stanno calando. Le decisioni vengono prese più per ragioni di politica interna che per situazioni di forte pressione migratoria.

La Commissione non intende muoversi, mentre l’Europa senza frontiere crolla. “Le regole sono chiare: il codice di frontiere Schengen permette per controlli alle frontiere interne sotto certe condizioni””, ha detto il portavoce della Commissione: “Siamo in stretto contatto con gli Stati membri che hanno introdotto controlli alla frontiera interna. È moto importante che i vini siano informati”.

Secondo l’ultima revisione del codice Schengen, la Commissione avrebbe l’obbligo di dare la sua opinione sulla natura eccezionale, proporzionata e temporanea dei controlli. Ma solo se la durata è superiore a 12 mesi e le ragioni invocate sono sempre le stesse.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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