In un’escalation diplomatica e economica contro la Russia, Trump ha imposto sanzioni dirette sulle due principali compagnie petrolifere russe, Rosneft e Lukoil, durante un incontro alla Casa Bianca con il segretario generale della Nato Mark Rutte, puntando a costringere Mosca a un negoziato per la pace in Ucraina.
Parallelamente, il presidente ha confermato l’annullamento del vertice previsto a Budapest con Vladimir Putin per mancanza di progressi, smentendo voci su autorizzazioni a Kiev per missili a lungo raggio.
Dal canto suo, il Cremlino insiste sui preparativi per l’incontro, mentre l’Unione Europea ha approvato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni, inclusa la messa al bando delle importazioni di gas naturale liquefatto russo.
PERCHE’ LE SANZIONI USA CONTRO ROSNEFT E LUKOIL
Il dipartimento del Tesoro statunitense ha inserito nella blacklist Rosneft, controllata dallo Stato e guidata dall’alleato di Putin Igor Sechin, e Lukoil, privata, le due più grandi produttrici di petrolio russo che da sole rappresentano quasi la metà delle esportazioni di greggio del paese.
Come riporta Bloomberg, queste misure rappresentano il primo pacchetto significativo di punizioni finanziarie contro l’economia di Putin da parte dell’amministrazione Trump, motivate dalla “mancanza di impegno serio della Russia per un processo di pace in Ucraina”.
Si tratta di un’inversione a U per il tycoon, che aveva finora evitato sanzioni drastiche nonostante minacce precedenti, come il termine di 10 giorni dato a Mosca il 29 luglio per un cessate il fuoco, scaduto senza azioni.
Trump ha giustificato la mossa con un’espressione di frustrazione: “Ogni volta che parlo con Vladimir, le conversazioni sono buone, ma non portano da nessuna parte”, ha detto durante l’incontro con Rutte, come scrive il Guardian.
Le sanzioni mirano a tagliare le entrate che finanziano la “macchina da guerra” del Cremlino, con le imposte su petrolio e gas che coprono circa un quarto del bilancio federale russo.
Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha sottolineato: “È il momento di fermare le uccisioni e imporre un cessate il fuoco immediato”, avvertendo che Washington è pronta a ulteriori passi se necessario.
Tuttavia, esperti come Thomas Graham del Council on Foreign Relations, citato da Bloomberg, dubitano dell’impatto immediato: “Le sanzioni agiscono lentamente e il Cremlino è abile nel aggirarle”.
L’ANNULLAMENTO DEL VERTICE
Trump ha dichiarato di aver “annullato” il summit con Putin, inizialmente previsto a Budapest dopo una telefonata “produttiva” la scorsa settimana, perché “non sembrava giusto” e non prometteva progressi concreti.
Come riporta CNN, il presidente ha espresso irritazione per lo stallo nei negoziati: “È quasi quattro anni di guerra, e se fossi stato presidente non sarebbe mai iniziata. È tempo di pace”.
Nonostante ciò, ha lasciato aperta la porta a un futuro incontro, ribadendo di credere che sia Putin che Zelensky vogliano la fine del conflitto.
Il Guardian conferma che l’annullamento è un segnale di rottura nei dialoghi tra Washington e Mosca, con Trump che ha evitato un “incontro sprecato”, come aveva anticipato un alto funzionario della Casa Bianca.
Dal fronte russo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha minimizzato le tensioni, affermando che i preparativi per il vertice continuano nonostante l’assenza di una data: “Nessuno vuole sprecare tempo, né Trump né Putin”, ha dichiarato a Reuters, sottolineando la necessità di “preparazioni accurate”.
Il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha aggiunto di non vedere “ostacoli maggiori”, e persino il premier ungherese Viktor Orban, potenziale anfitrione, ha confermato che i lavori procedono.
Tuttavia, una riunione tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato Usa Marco Rubio, prevista per preparare il summit, è stata rinviata lunedì, come nota Reuters, mentre Mosca ha ribadito in un “non-paper” privato le sue condizioni invariate per la pace, inclusa la cessione di territori ucraini.
LE FAKE NEWS SECONDO TRUMP
In un episodio che evidenzia le tensioni interne alla diplomazia occidentale, Trump ha bollato come “fake news” un articolo del Wall Street Journal secondo cui Washington avrebbe autorizzato Kiev a utilizzare missili a lungo raggio britannici Storm Shadow in profondità nel territorio russo, sollevando restrizioni per contrastare l’escalation.
Come riporta il Guardian, il presidente ha smentito la notizia sui social: “La storia del Wall Street Journal sull’approvazione USA per l’uso di missili a lungo raggio in Russia è FAKE NEWS! Gli USA non c’entrano nulla con quei missili, da dove vengano o cosa ne faccia l’Ucraina”.
Questa smentita arriva in un contesto di crescenti attacchi russi su infrastrutture energetiche ucraine, con droni e missili che mercoledì hanno ucciso almeno sette civili, inclusi bambini, come riferisce Bloomberg.
L’ambasciatrice ucraina Olga Stefanishyna ha accolto con favore le sanzioni petrolifere, definendole “il primo passo per il blocco completo contro aziende energetiche russe durante il mandato del 47° presidente”, ma il dibattito sui missili sottolinea le divisioni su come supportare Kiev senza provocare Mosca.
COME SI MUOVE L’EUROPA
In coordinamento con l’azione Usa, i paesi dell’Unione Europea hanno approvato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che include un divieto graduale sulle importazioni di gas naturale liquefatto (LNG) russo, come annuncia Reuters.
La Slovacchia, ultimo paese a rimuovere le riserve dopo aver ottenuto garanzie su prezzi energetici e obiettivi climatici, ha sbloccato il testo finale, con adozione prevista entro giovedì mattina.
Il bando entrerà in vigore in due fasi: contratti brevi terminano dopo sei mesi, quelli lunghi dal 1° gennaio 2027, un anno prima del piano originale della Commissione per ridurre la dipendenza dai fossili russi.
Il pacchetto, come scrive Reuters, elenca inoltre 117 nuove navi della “flotta ombra” russa (porta il totale a 558, soprattutto petroliere), restrizioni sui viaggi di diplomatici russi nello spazio Schengen, e sanzioni su banche in Kazakistan e Bielorussia, oltre a quattro entità cinesi legate all’industria petrolifera.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha lodato il coordinamento transatlantico dopo un colloquio con Bessent: “Con l’adozione imminente del nostro 19° pacchetto, è un segnale chiaro che manterremo la pressione collettiva sull’aggressore”, come riportato dal Guardian.
Il capo di gabinetto di Zelenskiy Andriy Yermak ha celebrato l’inclusione di proposte ucraine: “Meno soldi in Russia significa meno missili in Ucraina”, ha scritto su Telegram, annunciando già il lavoro sul 20° pacchetto.
I COMMENTI DEGLI ANALISTI
Le sanzioni hanno provocato un’immediata reazione sui mercati, con il Brent che ha balzato fino al 3% giovedì superando i 64 dollari al barile, come indica Bloomberg, alimentando timori di interruzioni nelle forniture russe in un contesto di surplus globale atteso.
Trump ha minimizzato i rischi, prevedendo benzina a 2 dollari al gallone, ma la mossa riecheggia idee respinte da Biden per paura di shock energetici.
Come osserva Edward Fishman, ex funzionario del Dipartimento di Stato citato dal Guardian, Rosneft era “l’azienda russa più importante non ancora sotto sanzioni Usa complete”, e potrebbe causare un “ritiro a breve termine” da affari con il petrolio russo, colpendo anche importatori come l’India (Reliance Industries ha contratti con Rosneft).
Il Regno Unito aveva già sanzionato le due compagnie la scorsa settimana, e l’Ue ha colpito Rosneft ma esentato Lukoil per deroghe a Ungheria e Slovacchia.
Kevin Book di ClearView Energy Partners, intervistato da Bloomberg, definisce questo “il primo passo affermativo e significativo di Trump 2.0 sul petrolio russo”, ma l’efficacia resta incerta: le sanzioni colpiscono le aziende direttamente, non terze parti, permettendo ancora esportazioni a costi più alti.