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Lo sgarbo a Mattarella che Nordio non perdona alla Cassazione

L’oltraggio del Parlamento lamentato dal ministro della Giustizia non è meno inquietante della “irriverenza” verso il Presidente della Repubblica. I Graffi di Damato pubblicati dal quotidiano Il Dubbio.

“Incredulo” sin dal primo momento della diffusione di un lungo documento critico dell’Ufficio Massimario della Corte di Cassazione sulla legge della sicurezza appena approvata dalle Camere convertendone il decreto, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha voluto tornare sull’argomento in una intervista al Messaggero. Peraltro successiva a due della “grandissima magistrata e mia amica” – ha precisato il Guardasigilli – Margherita Cassano, prima presidente uscente della Corte di Cassazione. Che, stupita della meraviglia dell’amico, presumendosi la reciprocità del rapporto rivelato da Nordio, aveva difeso a spada tratta, parlandone al Corriere della Sera e alla Stampa, quel documento per i suoi aspetti non giurisdizionali ma analitici, finalizzati solo a fornire elementi di valutazione dentro e fuori la Cassazione.

Nordio ha opposto a questa visione del documento e, più in generale, dell’accaduto una valutazione spietatamente – direi – politica, nel ruolo di governo che ricopre, e giuridica nel ruolo a lungo esercitato di magistrato. E ha continuato a vedere nelle critiche formulate da un ufficio pur non giurisdizionale, ripeto, della Cassazione una sostanziale invasione di campo. Di più, uno sgarbo – una “irriverenza”, ha detto – al presidente della Repubblica, nonché presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. E un “oltraggio” al Parlamento.

Uno sgarbo al Capo dello Stato, che non aveva ravvisato nel decreto legge sottoposto alla sua firma quella mancanza dei requisiti di necessità e urgenza lamentata invece nel documento del Massimario della Cassazione. Documento peraltro definito “della Cassazione”, direttamente, dalla segretaria del Pd Elly Schlein imbracciandolo come un’arma in un salotto televisivo contro il governo.

Certo, la valutazione del capo dello Stato non pregiudica le prerogative della Corte Costituzionale, titolare esclusiva del giudizio di legittimità di una legge. Esclusiva rispetto ad ogni altro organo, e tanto più di un “ufficio” d’archivio, di analisi, di studio della pur Suprema Corte di Cassazione. Che è tenuto quanto meno al rispetto, ripeto, delle valutazioni del presidente della Repubblica, peraltro decisive per il percorso di un decreto legge e per la promulgazione ed applicabilità di qualsiasi legge.

L’oltraggio del Parlamento lamentato dal ministro della Giustizia non è meno inquietante della “irriverenza” verso il Presidente della Repubblica. Un oltraggio che è poi il sottofondo – perché negarlo? – della contestazione di carattere persino sindacale del Parlamento – con scioperi e simili – alla prese legittime con altrettanto legittime proposte di riforma costituzionale, sulla separazione delle carriere giudiziarie e altro. A proposito della quale riforma sarebbe interessante sapere se non esiste già un documento di analisi riservatale dall’Ufficio del Massimario della Cassazione, o della Cassazione tout court, come dice – ripeto – la segretaria del principale partito di opposizione.

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