E le opposizioni italiane politiche e mediatiche rimasero spiazzate. Della serie: non azzeccarla mai una. La road map della pace in Ucraina è lunga e ancora irta di ostacoli. La palla ora passa a Putin, soprattutto. Ma, senza fare trionfalismi fuori luogo, le immagini da Washington dell’incontro stavolta positivo nello Studio Ovale alla Casa Bianca tra Trump e il presidente ucraino Zelensky e poi del vertice anche con i leader europei, che ha visto la nostra premier, Giorgia Meloni, seduta accanto al presidente Usa, sono, intanto, una prima smentita sonora sul piano plastico delle profezie nefaste dei tanti gufi politici e mediatici che aleggiano sulla storica trattativa.
I gufi già si erano incominciati a innervosire nella notte di Ferragosto quando hanno scoperto che Putin non era andato in Alaska per sputare in un occhio a Trump, come qualsiasi osservatore non accecato dall’ideologia ma dotato di un po’ di sano realismo e buon senso avrebbe potuto immaginare. Ma il presidente russo, ovvero l’aggressore che ha iniziato la guerra in Ucraina, e che avrebbe voluto finirla in tre giorni, dopo tre anni, invece, appare in cerca di una via d’uscita.
Però il fatto stesso che gli sia stata stesa la guida rossa della diplomazia in aeroporto a Anchorage al suo arrivo su suolo americano in Alaska, dove lo ha accolto Trump, è stato subito descritto dal cosiddetto “giornalista unico” (definizione di Giovanni Sallusti, direttore di Radio Libertà) di sinistra e dal cosiddetto campo largo come cedimento a “un criminale”. Peggio, da esponenti Pd sono venute grida contro la trattativa tra “un criminale e un pregiudicato”.
Reazioni di fronte alle quali ieri sera in tv, a Zona bianca, su Rete4, un big di Forza Italia come Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori azzurri, che di Trump, per sua stessa ammissione, non è esattamente entusiasta, ha ammonito: “Io non voglio la terza guerra mondiale. Cosa vuole la sinistra? Vuole schiaffeggiare Trump e fare la guerra a Putin, una guerra alla Russia come quelle che nella storia sono state tutte perse? Trump ha visto Putin come nella storia leader Usa incontrarono leader sovietici”. Gasparri apprezza il fatto che Trump in questa occasione sia tornato al ruolo che gli Usa hanno sempre svolto. E cioè di “leader non più isolazionista, ma di guida dell’Occidente insieme con l’Europa”. E, intanto, mentre da sinistra proseguivano le accuse a Meloni di essere “troppo accondiscendente con Trump”, da Washington scorrevano sullo schermo le immagini che testimoniavano la nuova centralità dell’Italia. Con il premier italiano accanto al presidente Usa che aveva vicino dall’altra parte Macron.
Poi, attorno al tavolo insieme con la presidente Ue, Ursula von der Leyen, gli altri leader, dal tedesco Merz all’inglese Starmer. Meloni, che aveva già salutato il vertice in Alaska, con positivo ma prudente realismo come “uno spiraglio per un accordo di pace”, a Washington riconosce che “dopo tre anni qualcosa è cambiato grazie a Trump”. Spiega: “Dopo tre anni” di conflitto in Ucraina e “dopo nessun segnale di dialogo da parte della Russia, oggi inizia una fase nuova” perché “qualcosa e’ cambiato grazie al presidente Trump ed allo stallo nella battaglia”.
Meloni ricorda che ora sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina si sta discutendo sulla proposta da lei fatta per l’applicazione dell’articolo 5 della Nato. Dice a Trump: “Può contare sull’Italia, siamo dalla parte dell’Ucraina e sosteniamo tutti i suoi sforzi verso la pace. Sono lieta che la discussione inizi da una proposta italiana sull’articolo 5, siamo sempre pronti a portare le nostre proposte per la pace e il dialogo. Dobbiamo costruire insieme, garantire insieme e difendere la sicurezza delle nostre nazioni”. Trump le riconosce di essere “una grande leader europea, una giovane leader dalla quale trarre ispirazione, destinata a durare a lungo”, in un Paese dove “i governi duravano poco”.
Serataccia per i gufi della sinistra nostrana. Il vicepremier Matteo Salvini, ministro e leader della Lega, rilancia sui social le parole di Trump: “La guerra finirà, non posso dire quando, ma finirà. Sono fiducioso che la risolveremo”. Aggiunge, Salvini: “E noi speriamo che nessuno, a Bruxelles o a Parigi, si metta di traverso sulla via della Pace”. Ci sono distinguo tra i leader europei, più fiducioso di Macron appare il premier inglese Statmer che parla di “momento storico”.
Ma è un fatto che dalla notte di Ferragosto è partita una road map di fronte alla quale i gufi di qualsiasi tipo rischiano sempre più di doversi arrampicare sugli specchi. E per fortuna.