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L’Arabia Saudita farà intrufolare la Cina negli F-35? Report Nyt

Trump ospiterà alla Casa Bianca il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. Tra i temi centrali dell'incontro: un possibile accordo sulla difesa, il via libera alla vendita di F-35 alla monarchia del Golfo e la discussione sull'adesione agli Accordi di Abramo. Il New York Times solleva una questione relativa agli F-35...

Mentre l’amministrazione Trump accelera per chiudere un maxi-contratto da miliardi di dollari con l’Arabia Saudita – che include la cessione di 48 caccia stealth F-35, un patto di difesa reciproca e forse anche aiuti per un programma nucleare civile – un rapporto riservato della Defense Intelligence Agency getta un’ombra pesante sull’intera operazione.

Secondo il New York Times, il documento del Pentagono avverte che la sofisticata tecnologia degli F-35 rischia di finire nelle mani della Cina, complice la partnership militare sempre più stretta tra Riad e Pechino.

Spionaggio, condivisione di know-how o semplici falle nella sicurezza: i rischi sono concreti, e ricordano fin troppo da vicino il precedente degli Emirati Arabi Uniti, dove un affare analogo saltò proprio per timori analoghi.

Martedì, quando il principe ereditario Mohammed bin Salman(MBS) varcherà la soglia della Casa Bianca per incontrare Trump, questi nodi dovranno essere sciolti – o almeno affrontati – se si vuole concludere uno degli accordi più ambiziosi della nuova stagione diplomatica americana in Medio Oriente.

L’incontro Trump-MBS

MBS, che di fatto guida l’Arabia Saudita, sarà alla Casa Bianca martedì per incontrare il presidente Trump.

È un’occasione chiave per chiudere diversi accordi, primo fra tutti la vendita di 48 caccia F-35, un affare da miliardi di dollari per i produttori americani di armi.

Oltre agli aerei, sul tavolo ci sono un patto di difesa reciproca e forse anche aiuti per un programma nucleare civile saudita.

I funzionari Usa dicono che Riad è il cliente numero uno per le armi americane, e il ministro della difesa saudita, il principe Khalid bin Salman, ha appena twittato di aver visto il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff per rafforzare la cooperazione strategica.

Il rapporto del Pentagono

Secopndo il Nyt un rapporto riservato della Defense Intelligence Agency, l’agenzia di intelligence del Dipartimento della Guerra, mette in guardia l’amministrazione Trump: se gli F-35 finiscono a Riad, la tecnologia potrebbe arrivare in mano cinese.

Il motivo? I legami sempre più stretti tra Arabia Saudita e Cina, che aprono la porta a possibili operazioni di spionaggio o a una condivisione diretta di know-how militare.

Alcuni esperti del Pentagono temono che Pechino possa carpire segreti degli F-35 tramite azioni di intelligence o grazie alla partnership di sicurezza con i sauditi.

Il segretario Hegseth dovrebbe dare il via libera all’intesa, ma poi l’accordo passerà al vaglio delle diverse agenzie del governo americano, dove senz’altro il rapporto del Dipartimento della Guerra non passerà inosservato.

Il precedente degli Emirati Arabi Uniti

Il quotidiano ricorda che nel 2020, sempre con Trump, gli Usa accettarono di vendere F-35 agli Emirati come premio per la normalizzazione con Israele attraverso gli Accordi di Abramo.

Ma alcuni funzionari si opposero per i rapporti troppo stretti di Abu Dhabi con la Cina e per il rischio di indebolire il vantaggio militare israeliano.

Biden, appena insediato, bloccò tutto per una revisione, preoccupato che Pechino mettesse le mani sulla tecnologia a stelle e strisce.

Washington impose condizioni dure, tra cui l’introduzione negli aerei di interruttori di spegnimento, così da poterli rendere inutilizzabili in caso di bisogno.

Gli emiratini trovarono le richieste eccessive e l’affare saltò.

Ora la stessa situazione si ripresenta con Riad, e si parla di nuovo di possibili “salvaguardie” sulla tecnologia, anche se non è chiaro quali.

I legami militari tra Riad e Pechino

I rapporti tra Arabia Saudita e Cina sono diventati molto intensi negli ultimi tempi, anche sul fronte della cooperazione militare.

Pechino aiuta Riad a costruire missili balistici, a renderli più potenti e a gestirli. Da anni i sauditi comprano missili a corto raggio cinesi, ma ultimamente hanno iniziato ad acquisire modelli a lunga gittata e pure la tecnologia per produrne in casa.

Funzionari Usa dicono che l’obiettivo è l’autonomia nella produzione. Jeffrey Lewis, esperto di controllo degli armamenti al Middlebury Institute, riferisce al Nyt di aver visto immagini satellitari di un sito di test saudita che è una copia in miniatura di uno cinese.

Nel 2022 alcuni democratici al Congresso scrissero a Biden proprio per denunciare questi legami, prima del suo viaggio a Riad.

Il vantaggio dell’F-35

Per l’aviazione saudita, l’F-35 sarebbe una rivoluzione: tecnologia stealth, capacità di gestire scenari complessi, un salto rispetto alla flotta attuale.

Il Nyt cita Hareth Jennings della testata specializzata Janes , che lo chiama “il vertice dell’aviazione da combattimento occidentale”, sia per le prestazioni sia per il prestigio.

Israele, l’unico in Medio Oriente ad avere i jet, li ha usati con successo ad ottobre 2024 contro l’Iran e a giugno 2025 nella guerra lampo di 12 giorni contro la stessa Repubblica Islamica, dove hanno abbattuto difese aeree iraniane permettendo agli aerei più vecchi di operare quasi impuniti.

Dal 1973 gli Usa garantiscono a Israele un “vantaggio militare qualitativo” nella regione: ogni vendita di armi deve passare un processo segreto per non comprometterlo. Il Congresso pretende che Israele possa affrontare “qualsiasi minaccia convenzionale credibile” mantenendo una posizione di superiorità..

Vendere F-35 a Riad rischia di incrinare questo equilibrio.

Altri dossier sul tavolo

Oltre agli aerei, il principe spinge perché l’America aiuti il Regno a sviluppare un programma nucleare civile, ma Washington teme che la tecnologia finisca per permettere all’Arabia Saudita di dotarsi di armi atomiche.

Sia Trump che Biden hanno inoltre cercato di convincere Riad a normalizzare i rapporti con Israele, sulla scorta degli Accordi di Abramo, ma al momento questo sviluppo appare impensabile: ci sono state troppe vittime nella guerra Israele-Hamas e le politiche di estrema destra israeliana verso i palestinesi rendono difficile ai sauditi ingoiare il rospo.

Grandi affari

Trump ama vantarsi dei suoi accordi con Riad, soprattutto sulle armi.

A maggio, durante la sua visita nel Regno, il capo della Casa Bianca ha annunciato 600 miliardi di dollari in accordi, di cui 142 miliardi solo in acquisti di armamenti Usa da parte dei sauditi.

Alcuni progetti commerciali, però, erano già in cantiere prima del ritorno al potere del tycoon.

L’F-35 resta il pezzo grosso, ma il nuovo rapporto del Pentagono complica tutto.

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