“Che fine ha fatto la politica interna?”, si chiede oggi sul Corriere della Sera Antonio Polito, già deluso e preoccupato -credo – dalla politica estera messa a dura prova anche in Italia, come nel resto del mondo, dal disordine creato dal presidente americano Donald Trump fra telefonate, annunci estemporanei, minacce, retromarce, sorpassi, interventi armati, offerte e intimazioni effimere alla pace, eccetera eccetera.
Ho pensato subito, leggendo il titolo e le prime parole del suo articolo, che Polito ce l’avesse con la polemica di giornata, che è stata ieri quella sul tentativo, compiuto e poi rientrato, della maggioranza di infilare nella solita legge di passaggio in Parlamento una modifica per aumentare di un euro ogni mille chilometri il pedaggio delle autostrade. Ripeto: un euro ogni mille chilometri di asfalto battuto sino a scioglierlo, come sta accadendo in questi giorni di caldo rovente, con l’impiego necessario di idranti.
Polito invece se la prende nel suo articolo con altro, con altri aspetti della politica interna, con altre questioni al limite anche delle istituzioni. E tutte, per carità, più o meno condivisibili. Eppure, per me avrebbe dovuto prendersela proprio e solo, per il suo aspetto plastico, col mancato aumento dei pedaggi autostradali a giustificazione della sua domanda sulla fine della politica interna. Caratterizzata in negativi, nel caso autostradale, non so se più per il rumore delle solite proteste delle altrettanto solite opposizioni contro un euro di possibile aumento dei pedaggi per ogni mille chilometri percorsi dall’utente o per la sorpresa avvertita dal ministro competente, peraltro anche vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini precipitatosi a rinunciare davanti alle telecamere. Si è risparmiato solo le scuse, grazie a Dio, forse sapendo che le opposizioni non le avrebbero accettate.