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La crisi francese mette (ancora di più) a rischio il futuro del Fcas

Il collasso del governo di Parigi congela i negoziati con Germania e Spagna sul programma Fcas, il programma per il caccia di sesta generazione franco-tedesco-spagnolo. Il ministro della Difesa tedesco Pistorius non esclude di “staccare la spina” se non si troverà un accordo entro l’anno.

Crisi francese e divergenze industriali scuotono sempre di più il Fcas (Future Combat Air System), il programma per sviluppare il caccia di sesta generazione di Francia, Germania e Spagna.

A inizio settimana il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha infatti dichiarato al quotidiano Handelsblatt di non escludere “la possibilità di porre fine al programma” nel caso in cui non si riesca a raggiungere un’intesa con Parigi e Madrid. Le parole del ministro arrivano in un momento di forte incertezza politica a Parigi, dove il crollo del governo francese rischia di compromettere i già delicati colloqui sul programma.

Lunedì mattina, il primo ministro Sébastien Lecornu – nonché ex ministro delle Forze Armate francese – si è dimesso meno di 24 ore dopo la formazione del suo governo. La crisi ha di fatto sospeso l’incontro trilaterale tra i ministri della Difesa di Francia, Germania e Spagna, previsto a Berlino per fine ottobre, che doveva servire a sbloccare le divergenze interne al programma, scrive Politico.

Lanciato nel 2017, il programma – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas è stato oggetto di una lunga disputa tra le aziende coinvolte: la francese Dassault, la divisione difesa della franco-tedesca Airbus e la spagnola Indra. L’amministratore delegato di Dassault, Eric Trappier, ha rivendicato la leadership esclusiva per il componente principale e ha più volte affermato che “la Francia potrebbe anche costruire il caccia in proprio”.

Ecco quindi che la crisi istituzionale scoppiata in Francia ha aggravato una situazione già fragile. Sempre Politico ha rivelato il mese scorso che la Germania sta cercando altri partner come la Svezia o il Regno Unito nel caso in cui la continua cooperazione con la Francia si rivelasse impraticabile.

Tutti i dettagli.

LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA TEDESCO

Il ministro tedesco Pistorius, non ha escluso la “possibilità di porre fine al progetto del caccia europeo Fcas” sviluppato con Francia e Spagna.

“Ci sono varie possibili soluzioni e, naturalmente, la continua cooperazione con la Francia ha la priorità. Incontrerò i miei omologhi di Francia e Spagna a Berlino non appena sarà formato il governo francese. Nel caso non si trovasse un accordo, staccheremo la spina al Fcas insieme ai partner del progetto”, ha dichiarato Pistorius al quotidiano tedesco Handelblatt.

I NODI INTORNO AL PROGRAMMA

Ad oggi Fcas sconta ritardi dal momento che la francese Dassault – responsabile della parte francese del jet – e la tedesca Airbus Defence & Space si scontrano da tempo in merito alla leadership, alla condivisione delle tecnologie e alla divisione del lavoro di produzione.

Come già detto, il ceo di Dassault, Éric Trappier, rivendica la leadership esclusiva sullo sviluppo del velivolo e ha più volte minacciato che la Francia “potrebbe anche costruire il caccia in proprio”. Airbus, dal canto suo, chiede una gestione più equilibrata dei compiti e della proprietà intellettuale.

Anche la Spagna, con l’azienda Indra, insiste sull’importanza del programma per la propria autonomia strategica: il governo di Madrid ha recentemente approvato prestiti per 350 milioni di euro per sostenere la partecipazione nazionale al progetto, ricorda Politico.

BERLINO VALUTA LE ALTERNATIVE

Le tensioni tra Parigi e Berlino sono tali che, secondo fonti citate da Politico, la Germania avrebbe già avviato contatti con Svezia e Regno Unito per possibili cooperazioni alternative, nel caso il Fcas dovesse naufragare.

Il Regno Unito è già impegnato nel progetto concorrente del Fcas: il Global Combat Air Program (Gcap) con Giappone e Italia. Non è chiaro come la britannica Bae Ststems (partner industriale per il Gcap insieme alla italiana Leonardo e alla giapponese Jaiec) possa lavorare su due progetti concorrenti senza un conflitto di interessi, evidenziava un mese fa Politico.

Poi c’è la Svezia che inizialmente faceva parte del Team Tempest (con Regno Unito e Italia per il caccia di sesta generazione) ma non fa più parte del Gcap e potrebbe contribuire al Fcas tramite Saab, che costruisce il caccia Gripen e vanta una lunga esperienza in avionica, precisa la testata. Il Ministro della Difesa svedese Pål Jonson sarà a Berlino la prossima settimana.

Nonostante ciò, sia il cancelliere Friedrich Merz sia il presidente Emmanuel Macron continuano a ribadire l’intenzione di trovare un’intesa entro la fine dell’anno, al termine della cosiddetta Fase 1B del programma.

Superare i problemi che affliggono il Fcas richiede una guida politica forte qualcosa che la Francia oggi fatica a garantire, osserva Politico.

IN ATTESA DEL VERTICE DI OTTOBRE, AL MOMENTO IN STAND-BY

L’incontro trilaterale previsto per ottobre, ora sospeso, avrebbe dovuto rappresentare una pietra miliare politica per rilanciare il progetto e dimostrare la volontà comune di mantenere un programma che, nelle intenzioni iniziali, doveva essere il simbolo della sovranità tecnologica europea.

“La situazione è molto sfavorevole per la Francia e potrebbe contribuire al fallimento del Fcas entro la fine dell’anno. Senza un ministro, che credibilità ha la Francia?” ha commentato un funzionario dell’industria francese citato da Politico. Con il ministero della Difesa temporaneamente senza guida e il presidente Emmanuel Macron impegnato a ricomporre una maggioranza politica, la Francia appare oggi indebolita nei negoziati.

Al contrario, la Germania si presenta con una posizione più solida: “I tedeschi sono stabili, hanno denaro, ambizione e un ministro della Difesa con peso politico e credibilità”, ha osservato la stessa fonte industriale.

Con il vertice di ottobre in sospeso e un governo francese ancora da ricostruire, il progetto franco-tedesco-spagnolo per il caccia del futuro si trova dunque a un bivio decisivo per il suo proseguimento.

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