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Perché il centrodestra ha perso in Toscana?

Che cosa è successo davvero in Toscana con la vittoria di Giani. La nota di Sacchi.

Vale per il centrosinistra che vince, ma vale anche per il centrodestra che perde una battaglia molto difficile se non impossibile ma con un margine un po’ troppo ampio che manda il suo candidato, Alessandro Tomasi (nella foto), sindaco di Pistoia a più del 10 per cento sotto rispetto al confermato Eugenio Giani. Che si attesta a quasi il 54 per cento.

La lezione che viene dalla Toscana e in generale dalle Regioni rosse è che si vince al centro. Elly Schlein, segretaria di un Pd che arriva al 35 per cento, esulta e subito rispedisce al mittente l’accusa esterna ma anche interna di aver spostato il partito troppo a sinistra. Lei, evidentemente riferendosi anche ai contestatori del Nazareno, ribatte, forte del successo toscano, che il campo largo non è finito, nonostante la recente bruciante sconfitta in Calabria seguita alla vittoria del centrodestra anche nelle Marche.

Attacca il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, che in Toscana crolla a sotto il 5 per cento, e responsabile della campagna elettorale regionale. Schlein ironizza: “Avanti così Vannacci, ci fai vincere”. Il generale, dalle marcate posizioni a destra, che nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni di agenzie di stampa avrebbe polemizzato con l’europarlamentare Susanna Ceccardi, considerata dominus della Lega regionale, per la composizione delle liste, cavallerescamente si complimenta subito per la vittoria con Giani.

Ma a Schlein, secondo la quale se si somma il numero dei voti delle Regioni vinte il centrosinistra “batte il centrodestra”, deve fare i conti con l’ala riformista interna, di cui è espressione lo stesso governatore, e che con Giorgio Gori sottolinea che si vince solo con candidati come Giani. E Schlein dovrà fare i conti anche con il malumore di Giuseppe Conte per il deludente risultato dei Cinque Stelle bloccati al 5 per cento.

Vale però anche per il centrodestra, che soprattutto nelle imprese impossibili come quelle nelle Regioni rosse si vince al centro. Se per questo si intende quel ceto medio professionale e imprenditoriale, che, ad esempio, insieme con gli strati popolari, aveva in Umbria nel 2019 premiato la Lega di Matteo Salvini che trainò il centrodestra con la candidata Donare Tesei. Un avvocato di provenienza da aree della borghesia un tempo vicine alla Dc e poi Forza Italia. La leghista Tesei vinse con uno stacco di ben il 19 per cento rispetto all’avversario del campo largo che aveva da poco debuttato a livello nazionale con la sfortunata foto di Narni. Secondo certe interpretazioni riduttive, il clamoroso cambio nel fortino più che rosso profondo rosso dell’Umbria ci fu solo a causa della vicenda giudiziaria che colpì l’amministrazione regionale da 60 anni di sinistra. In realtà il centrodestra, trainato allora da Salvini, fu premiato per una campagna elettorale a tappeto che interpretò le istanze di cambiamento non solo degli ex elettori di sinistra ma anche di frange della media e medio-alta borghesia, professionale e imprenditoriale delle città.

Quello di Salvini fu una sorta di “miracolo” che sembra destinato ancora a lungo a restare l’unica vittoria nelle Regioni storicamente rosse. Un risultato record che sta accanto alla vittoria nelle Marche del centrodestra trainato da FdI con il pragmatico candidato confermato governatore Francesco Acquaroli. Vittoria importante, ma le Marche non erano profondo rosso come l’Umbria, dove a causa soprattutto di tafazzismi del centrodestra il centrosinistra è tornato un anno fa al governo regionale. Nella Toscana storicamente rossa si afferma con Giani, candidato che secondo alcuni retroscena Schlein non avrebbe all’inizio voluto, un centrosinistra a guida più moderata che premia la lista “Casa riformista per Giani” di Matteo Renzi. La lista supera addirittura il 9 per cento. E sfida Forza Italia al centro. Ma FI raddoppia i numeri e va oltre il 6 per cento. E ben diverse sono le proporzioni su scala nazionale tra FI e la renziana Iv. FdI fa un balzo e tocca il 26 per cento. Il premier Giorgia Meloni, da presidente di FdI, fa subito le sue congratulazioni all’avversario governatore Giani.

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