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Ecco come l’Europa si è arresa ai dazi di Trump

Tutti i dettagli sull'accordo fra Usa e Ue in materia di dazi

Serviva metterlo nero su bianco, ma ora la conferma è arrivata. L’Unione Europea si è di fatto consegnata agli Stati Uniti, subendo quasi del tutto le imposizioni della Casa Bianca sui dazi. La stretta di mano tra Donald Trump e Ursula von der Leyen in Scozia di qualche settimana fa si è sublimata nella dichiarazione congiunta firmata ieri dalle due parti, in cui si indica più nello specifico – ma non troppo – su quali basi poggerà l’accordo tra Washington e Bruxelles. E se è vero che in politica bisogna negoziare e scendere a compromessi, i temi sui quali a spuntare è stata l’Ue sono pochi, se non inesistenti.

DAZI AL 15% PER LE AUTO

Si parte da quello che per i funzionari europei, von der Leyen e il commissario Maros Sefcovic in testa, è il miglior risultato possibile. Ovvero la concessione fatta dagli Usa di bloccare i dazi sull’industria delle auto al 15%, invece del 27,5% annunciato da Trump pochi mesi fa. Un traguardo per cui a esultare è soprattutto la Germania, principale interessata per l’industria automobilistica, che solo nel 2024 aveva esportato negli Stati Uniti 34,9 miliardi di dollari tra auto e loro ricambi. 

La soglia del 15% potrebbe entrare in vigore retroattivamente già dal 1° agosto, se il processo regolamentare sarà avviato nei prossimi giorni. L’indirizzo, infatti, è quello di fare partire la nuova tariffa dal primo giorno del mese in cui l’iter legislativo partirà. Una mossa proposta dalla Commissione europea. 

COSA È STATO OFFERTO IN CAMBIO

Il problema è che anche per ottenere questo “sconto” dagli Usa, che comunque così cristallizza una tariffa al 15%, l’Unione Europea “ha accettato di eliminare i dazi sui beni industriali made in Usa, comprese le automobili (oggi l’aliquota è al 10%), e di concedere un accesso preferenziale al proprio mercato per molti prodotti ittici e agricoli (frutta a guscio, alcuni prodotti lattiero-caseari, frutta e verdura fresca e trasformata, carne di maiale). Inoltre, Bruxelles ha accettato di lavorare per il «riconoscimento reciproco» degli standard Usa sull’auto, ipotesi in precedenza scartata”, spiega il Sole 24 Ore.

LA SOGLIA PER CHIP, FARMACI, ACCIAIO E ALLUMINIO

Per quanto riguarda, invece, i semiconduttori, i prodotti farmaceutici e il legname, i dazi statunitensi saranno al 15%. Mentre nella dichiarazione firmata da Usa e Ue non si danno specifici aggiornamenti sui dazi riguardanti l’acciaio, l’alluminio e i loro derivati. Quindi i dazi per adesso rimarranno al 50%, come aveva preannunciato e insistito lo stesso Trump il mese scorso. 

L’appiglio a cui si aggrappa Bruxelles è che nel documento si è lasciata aperta una finestra per possibili futuri negoziati: le parti – si legge – “intendono valutare la possibilità di cooperare per proteggere i rispettivi mercati interni dalla sovracapacità, garantendo al contempo la sicurezza delle catene di approvvigionamento tra loro, anche attraverso soluzioni di contingentamento tariffario”. 

BATOSTA PER VINO E ALCOLICI

Nella dichiarazione, invece, il settore cruciale del vino e degli alcolici non è menzionato, e quindi i prodotti europei della filiera subiranno l’aliquota tariffaria del 15%. Una sconfitta amara, con Sefcovic che ha ammesso: “I dazi su vino, alcolici e birra erano uno degli interessi più importanti della Ue. Purtroppo non siamo riusciti a inserire questo settore e questa categoria”, tra le esenzioni delle tariffe. Il commissario Ue ha promesso di lavorarci ulteriormente. Ma intanto la sconfitta è per quei paesi più coinvolti nel settore, come la Francia e soprattutto l’Italia. 

IMPEGNO EUROPEO A COMPRARE DAGLI USA

Altro elemento importante, ma che rimane non specificato all’interno della dichiarazione, è quello della promessa europea di acquistare risorse energetiche dagli Usa. La promessa Ue è di comprare gas, petrolio ed energia nucleare per 750 miliardi di dollari entro il 2028. E di investire 600 miliardi di dollari in settori strategici, su cui però non c’è ancora un programma definito. 

Si è poi confermato, da parte di Bruxelles, l’impegno sia di acquistare chip Usa per l’intelligenza artificiale per almeno 40 miliardi di dollari e per continuare ad aumentare l’acquisto di armi ed equipaggiamenti militari statunitensi. Tutte cose che fanno felice Trump, ben contento di vedere l’Ue dare soldi a Washington e costretta a comprare americano.

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