Skip to content

f-35 droni russi

E’ stata efficace la reazione della Nato contro i droni russi in Polonia?

Mercoledì diversi droni russi sono entrati nello spazio aereo polacco, spingendo la Nato a intervenire con caccia F-35 olandesi e F-16 polacchi per abbatterli. Un'intrusione a basso costo ha provocato una risposta di altissimo livello, ma è sostenibile? Fatti, numeri e approfondimenti

La Nato scoperta di fronte ai droni russi?

L’intrusione di una ventina di droni russi nei cieli polacchi lo scorso 10 settembre, ha costretto la Nato a inviare caccia per abbatterli (almeno tre). Diversi alleati sono stati coinvolti, oltre alla Polonia, ha dichiarato il 10 settembre il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Tra questi, F-16 polacchi, F-35 olandesi, gli aerei da sorveglianza AWACS italiani, velivoli da trasporto cisterna multiruolo della Nato e Patriot tedeschi, ha precisato Rutte.  Secondo un portavoce della Nato si è trattato della prima volta che l’Alleanza si trovava di fronte a una potenziale minaccia nel suo spazio aereo.

L’incidente di mercoledì è stato ampiamente considerato un test per verificare se le difese aeree della Nato siano pronte a contrastare minacce come gli attacchi dei droni russi. Per gli esperti militari, gli alleati mancano di contromisure a basso costo per contrastare i droni russi low cost.

Droni russi economici hanno invaso lo spazio aereo polacco questa settimana e sono stati abbattuti con sistemi d’arma multimilionari, evidenziando la mancanza di un’adeguata preparazione della NATO a tali minacce, osserva Politico sottolineando che l’azione della Nato è stata molto meno efficace della tipica risposta ucraina. L’alleanza ha abbattuto circa tre droni, mentre Kiev di solito dichiara un tasso di intercettazione dell’80-90%, nonostante abbia dovuto affrontare attacchi molto più estesi, aggiunge la testata.

La difesa aerea è da tempo considerata uno dei punti deboli delle capacità dei paesi Nato. Bruxelles invita inoltre gli Stati membri a destinare parte dei 150 miliardi di euro del programma Safe al rafforzamento di questo settore. Tuttavia, gran parte delle risorse viene assorbita da sistemi d’arma ad alto costo. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione europea di Ursula von der Leyen ha annunciato una serie di misure aggiuntive, tra cui un “muro di droni”.

Tutti i dettagli.

CONTRASTARE I DRONI A BASSO COSTO CON I SOFISTICATI F-35

Un’incursione a basso costo ha provocato una risposta di altissimo livello.

Almeno 19 droni sono volati in Polonia mercoledì, segnando un “test politico e militare da parte della Russia. È molto positivo che la Polonia abbia individuato e abbattuto i droni”, ha dichiarato Ulrike Franke, senior policy fellow presso l’European Council on Foreign Relations, ripreso da Politico. Allo stesso tempo, Franke ha aggiunto che esiste una discrepanza tra l’equipaggiamento a basso costo della Russia e la costosa risposta militare della Nato: “Cosa faremo, manderemo ogni volta F-16 e F-35? Non è sostenibile. Dobbiamo dotarci meglio di sistemi anti-drone”.

Gli F-16 sono i cacciabombardieri americani di quarta generazione, mentre l’F-35, prodotto da Lockheed Martin, è il cacciabombardiere più avanzato in dotazione alle forze armate statunitensi e di alcuni alleati Nato (tra cui i Paesi Bassi come quelli schierati nei cieli polacchi). Ma oltre a essere uno dei più avanzati, il velivolo è anche uno dei più costosi (circa 80 milioni di dollari a esemplare

Si tratta di miliardi di dollari di equipaggiamento per contrastare i droni russi Gerbera a basso costo, imitazioni degli Shahed iraniani, il cui costo di produzione si stima sia di 10.000 dollari ciascuno.

L’AVVISO DEL LEADER UCRAINO

Ieri, in una conferenza stampa in Finlandia, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo in guardia l’Occidente dall’eccessivo affidamento su costose munizioni per la difesa aerea, alla luce del crescente utilizzo da parte della Russia di droni d’attacco a lungo raggio a basso costo.

“Un Patriot costa dai 2 ai 3 milioni di dollari, mentre un drone, uno Shahed o un Geran, e così via, costano fino a 100.000 dollari. Cioè, non si combatte l’uno contro l’altro”, ha detto Zelenskyy, riferendosi a un missile Patriot che costa circa 3 milioni di dollari, riporta Business Insider.

Il leader ucraino ha sottolineato che i sistemi di difesa aerea Patriot e franco-italiani Samp/T, entrambi del costo di centinaia di milioni di dollari, non rappresentano un’opzione sensata contro i droni kamikaze russi a basso costo. Inoltre, i caccia attivati ​​dalla Nato erano anche equipaggiati con l’AIM-9 Sidewinder, un missile a corto raggio aerolanciato da 400.000 dollari.

“Hanno usato missili che costano da 1 a 1,2 milioni di dollari. Non è questa la strada”, ha messo in evidenza Zelensky. “Certo, bisogna fare tutto il possibile per garantire la sicurezza della propria popolazione”.”Ma in senso generale, nella comprensione di come combattere, non è questa la strada”, ha incalzato il presidente.

L’Ucraina non utilizza tali equipaggiamenti per contrastare ondate di droni russi, che possono arrivare a centinaia in una notte qualsiasi. Ha invece sviluppato i propri contro-droni, estremamente economici, per neutralizzare le minacce russe in arrivo.

NECESSARIA UNA DIFESA ANTI-DRONE NON TROPPO COSTOSA E INTEGRATA

Secondo Charly Salonius-Pasternak, ceo del think tank Nordic West Office con sede a Helsinki, è da tempo necessario adattare la risposta della Nato all’equipaggiamento russo prodotto in serie e a basso costo.

“Ci sono lezioni da imparare su come tracciare e abbattere molti droni economici senza ricorrere a un missile multimilionario? Certo, ma non è una lezione nuova”, ha affermato Salonius-Pasternak, ripreso da Politico. “Cosa ha fatto l’establishment politico europeo al riguardo?” “Alcuni paesi stanno adattando i loro arsenali – quelli che avvertono le minacce in modo più acuto – ma ci vuole tempo per attuare le decisioni di bilancio”, ha aggiunto.

NECESSARIO UN CAMBIO DI PARADIGMA NELL’APPROVVIGIONAMENTO EUROPEO

Secondo Fiona Hill, ex consigliere della Casa Bianca, la Russia stava “testando i limiti” delle difese europee in un momento in cui l’impegno militare degli Stati Uniti nei confronti della Nato era incerto. “Il messaggio è che è necessario creare un sistema integrato di difesa aerea e missilistica balistica, e che gli europei dovranno rendersi conto che dovranno farlo da soli”, ha dichiarato Hill, riporta il Guardian.

Per le forze armate europee, ciò richiederà un cambiamento rispetto ai tradizionali modelli di approvvigionamento di piccoli lotti di armi costose, ha dichiarato a Politico il mese scorso l’ex capo di stato maggiore della difesa francese, il generale Thierry Burkhard. “Per alcune attrezzature, è probabilmente meglio acquistarle in lotti da 10, 15, 20 o forse 50”, ha sostenuto il generale francese. “Non importa se l’azienda che le sviluppa non è in grado di fornire la manutenzione per 20 anni, perché tra un anno, quell’arma sarà morta sul campo di battaglia o obsoleta.”

IL WALL DRONE ANNUNCIATO DA VON DER LEYEN

Da parte sua l’Ue si dichiara pronta ad agire.

“Non c’è dubbio: il fianco orientale dell’Europa protegge tutta l’Europa. Dal Mar Baltico al Mar Nero. Per questo dobbiamo investire nel suo supporto attraverso un sistema di sorveglianza del fianco orientale”, ha dichiarato ai legislatori europei nel suo discorso sullo stato dell’Unione il 10 settembre la presidente della commissione Ue von der Leyen.

“Questo significa dotare l’Europa di capacità strategiche indipendenti. Dobbiamo investire nella sorveglianza spaziale in tempo reale affinché nessun movimento di forze passi inosservato. Dobbiamo accogliere l’appello dei nostri amici baltici e costruire un muro contro i droni”, ha annunciato la presidente della commissione.

SPAZIO, NUOVO CAMPO DI BATTAGLIA

Infine, sull’urgenza di adottare soluzioni in tempi rapidi è intervenuto oggi anche il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio, Andrius Kubilius, a Frascati per gli Stati generali della Difesa, dello Spazio e della Cybersicurezza.

La Commissione europea “ha stanziato provvisoriamente 150 miliardi di euro dal Safe per potenziare la difesa” e “l’Italia partecipa attivamente”.”Non c’è tempo da perdere. L’Europa deve sviluppare capacità solide per scoraggiare la Russia” ha dichiarato il commissario europeo. “Dobbiamo essere pronti per affrontare qualsiasi provocazione che la Russia possa scatenare. Abbiamo visto droni volare sopra la Polonia. È un fatto molto pericoloso. Ecco perché stiamo sviluppando le nostre capacità di difesa in modo molto rapido, sia a terra che nello spazio” ha detto Kubilius. “Oggi ho parlato con il ministro Crosetto, non è la prima volta, sta facendo un ottimo lavoro – ha aggiunto -. Abbiamo parlato dei progetti europei che dobbiamo sviluppare per essere pronti nella difesa e in grado di scoraggiare qualsiasi tipo di aggressione”.

Torna su