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tatuaggi vaccini

Come interferiscono i tatuaggi con i vaccini?

Indelebile ma non immobile. L'inchiostro dei tatuaggi, per quanto ormai rimovibile (almeno superficialmente), una volta impresso sulla pelle viaggia all'interno del corpo alterando le cellule immunitarie e indebolendo alcune risposte vaccinali. Tutti i dettagli

 

L’inchiostro dei tatuaggi non resta confinato nella pelle, ma raggiunge rapidamente il sistema linfatico, dove può permanere per mesi, interferire con il funzionamento delle cellule immunitarie e modificare la risposta a diversi vaccini.

I nuovi dati, ottenuti principalmente su modelli murini, sono il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Pnas e condotto da ricercatori dell’Università della Svizzera italiana, in collaborazione con Università di Berna, Ospedale universitario di Regensburg, Centro di biologia dell’accademia delle scienze Ceca, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, Istituto cantonale di patologia di Locarno, Laboratorio cantonale di Basilea e Hannover Medical School.

In passato, già altri studi epidemiologici in Svezia e Danimarca avevano segnalato l’associazioni tra tatuaggi e un aumento del rischio di alcune forme tumorali, suggerendo la necessità di ulteriori indagini.

IL VIAGGIO DELL’INCHIOSTRO NEL SISTEMA LINFATICO

Le osservazioni condotte in modelli murini hanno mostrato che i pigmenti tatuati vengono drenati nei linfonodi nel giro di pochi minuti, dove continuano ad accumularsi nel tempo, rimanendo rilevabili anche due mesi dopo. In particolare, i ricercatori hanno rilevato che i macrofagi sono le cellule che più intensamente inglobano l’inchiostro, con la successiva comparsa di danni strutturali e morte cellulare. Nel tempo, il pigmento si distribuisce in diverse aree del linfonodo, inclusi compartimenti profondi.

In studi ex vivo, anche campioni umani hanno mostrato la presenza di pigmenti depositati nei linfonodi, confermando un comportamento simile.

GLI EFFETTI SULLE CELLULE

I dati mostrano che i macrofagi rappresentano le cellule principalmente coinvolte nella cattura dei pigmenti. La loro esposizione porta a stress cellulare, apoptosi o necrosi, come evidenziato sia in vivo sia in vitro. Le analisi indicano che “le cellule fagocitiche […] vanno incontro a morte cellulare e inducono una risposta infiammatoria marcata e di lunga durata”, con citochine elevate per settimane.

Tale processo, spiegano i ricercatori, non si conclude rapidamente poiché sono stati “osservato chiari segni di infiammazione nei linfonodi anche mesi dopo la realizzazione del tatuaggio”.

CONSEGUENZE SULLA RISPOSTA IMMUNITARIA AI VACCINI

Una parte rilevante della ricerca riguarda la risposta immunitaria ai vaccini. Quando un vaccino viene somministrato in una zona drenante un linfonodo carico di pigmenti, l’effetto dell’inchiostro può variare a seconda della tecnologia vaccinale.

Gli autori affermano di aver osservato “una risposta anticorpale ridotta dopo la vaccinazione con un vaccino SARS-CoV-2”, mentre per il vaccino antinfluenzale inattivato con radiazione UV si è registrata “una risposta potenziata”.

DIFFUSIONE DEI TATUAGGI E QUADRO REGOLATORIO

L’aumento globale della diffusione dei tatuaggi rende questi risultati particolarmente rilevanti. Stando infatti a un sondaggio del Pew Research Center del 2023, il 32% degli adulti statunitensi ha almeno un tatuaggio e il 22% ne possieda più di uno.

Ma, come osserva News Medical, nonostante l’ampia diffusione, gli inchiostri sono regolamentati meno rigidamente rispetto ai prodotti medici e spesso contengono pigmenti sviluppati per usi industriali, come coloranti per plastiche o vernici. Motivo per cui gli autori dello studio sottolineano che i risultati “sollevano seri problemi di salute associati alla pratica del tatuaggio” ed “evidenziano la necessità di ulteriori ricerche […] sulla sicurezza degli inchiostri per tatuaggi”.

COSA DICONO ALTRI STUDI

Parallelamente, alcuni studi osservazionali citati da Bloomberg hanno rilevato associazioni tra tatuaggi e rischi aumentati di patologie tumorali. Una ricerca svedese del 2024 condotta su quasi 12.000 persone ha segnalato un rischio di linfoma maligno superiore del 21% tra gli individui tatuati, con picchi nei primi due anni dalla tatuatura e oltre un decennio più tardi.

Un altro studio danese ha riportato un aumento dei tumori della pelle e del linfoma, con rischi più elevati nei soggetti con tatuaggi di grandi dimensioni. I ricercatori coinvolti invitano a ulteriori approfondimenti, rilevando come pigmenti quali carbon black, idrocarburi policiclici aromatici e coloranti azoici siano capaci di migrare nei linfonodi e permanere per anni.

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