Dividenti record per le aziende della difesa europea quest’anno.
Nel 2025 i principali gruppi europei della difesa si avviano verso una remunerazione record degli azionisti, stimata in circa 5 miliardi di dollari, mentre parallelamente cresce la quota di risorse destinata agli investimenti industriali e alla ricerca.
È quanto rivela un’analisi dell’ultimo decennio condotta da Vertical Research Partners per il Financial Times secondo cui la maggior parte dei rendimenti eccezionali di quest’anno per otto delle maggiori aziende europee della difesa si traduce in dividendi più elevati.
La ricerca, che si concentra sui maggiori operatori della difesa ed esclude Airbus date le sue ampie operazioni commerciali, mostra che i pagamenti sono destinati a raggiungere il massimo decennale, precisa il quotidiano finanziario britannico. Allo stesso tempo, il rapporto evidenzia che i rendimenti per gli azionisti delle sei maggiori aziende di difesa degli Stati Uniti – Lockheed Martin, General Dynamics, Northrop Grumman, RTX Corporation, L3Harris Technologies e Huntington Ingalls – sono diminuiti dopo aver raggiunto il picco decennale nel 2023.
Tutti i dettagli.
REMUNERAZIONE AI MASSIMI DELL’ULTIMO DECENNIO
La distribuzione di valore agli azionisti delle maggiori aziende europee del settore raggiungerà livelli mai visti negli ultimi dieci anni, trainata soprattutto dall’aumento dei dividendi, rileva l’analisi di Vertical Research Partners. Il dato complessivo, pari a circa 5 miliardi di dollari, riflette una fase di forte crescita dei rendimenti nel comparto della difesa europea.
Secondo la ricerca pubblicata dal Ft, il colosso delle difesa britannico Bae Systems è al primo posto della classifica con la remunerazione agli azionisti di oltre 16 miliardi di dollari dal 2016, seguito dalle francesi Thales e Dassault.

PIÙ RISORSE A CAPEX E RICERCA DOPO L’INVASIONE DELL’UCRAINA
Inoltre, la ricerca di Vertical evidenzia che l’investimento medio del paniere di aziende europee analizzate – misurato come capex più spesa in ricerca e sviluppo in percentuale sui ricavi – dovrebbe salire al 7,9% nel 2025. Nel 2021, l’anno prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, questa cifra era del 6,4%.
RENDIMENTI IN CALO PER I BIG DELLA DIFESA USA
Negli Stati Uniti il quadro appare differente. Dopo il picco registrato nel 2023, i rendimenti per gli azionisti delle principali aziende della difesa sono diminuiti e anche gli investimenti hanno segnato un lieve calo, secondo quanto riportato dal Financial Times sulla base della ricerca di Vertical. Il comparto è finito sotto osservazione per il sospetto di privilegiare i riacquisti di azioni rispetto all’espansione della capacità produttiva.
Il tema è entrato anche nel dibattito politico statunitense. Come ricorda il Ft, il presidente Usa Donald Trump ha sollecitato i contractor della difesa a investire di più. I suoi commenti seguono quelli del Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, che a ottobre aveva affermato che le aziende di difesa del Paese erano “tristemente in ritardo in termini di consegne, quindi potremmo doverli, in quanto loro principale cliente, spingere a fare un po’ più di ricerca e a fare un po’ meno riacquisti di azioni proprie”, rileva ancora il quotidiano britannico.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Infine, secondo alcuni esperti del settore, dati gli ingenti impegni di spesa annunciati dai governi nel vecchio continente, questi ultimi potrebbero essere maggiormente coinvolti.
“Se la spesa per la difesa dovesse raggiungere un certo livello, significativamente più alto di quello attuale, la difesa diventerebbe così importante per i governi che diventerebbero molto interessati a quanti soldi si stanno guadagnando”, ha osservato Nick Cunningham, analista di Agency Partners. Allo stesso tempo, ha aggiunto, il settore in Europa “non si stava accelerando”.
“Se si opera in un contesto di capacità limitata, coniando e riacquistando azioni, la situazione non sarà molto positiva. Quindi bisognerebbe fare un gran parlare di quanto si sta investendo”, ha concluso l’analista al Ft.







