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Zte e non solo. Come procede la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina

L’America ha fatto retromarcia sul bando di 7 anni a Zte sulle forniture. In cambio Pechino ha promesso di comprare merci Usa per un totale di settanta miliardi di dollari. Tutte le ultime novità sulla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Articolo di Giusy Caretto Per Zte, l’incubo americano sembra essere finito. O almeno:…

Per Zte, l’incubo americano sembra essere finito. O almeno: l’incubo è un po’ meno incubo ed è già tanto. Il gigante cinese delle telecomunicazioni, infatti, sembra aver trovato una soluzione di massima per porre fine al bando di 7 anni sulle forniture, emesso ad aprile scorso dal Dipartimento del Commercio di Washington. Il gruppo cinese dovrà pagare una multa da 1,7 miliardi di dollari ed apportare cambiamenti gestionali.

COSA E’ ACCADUTO A ZTE

Zte, che impiega circa 75.000 dipendenti ed è anche il quarto più grande fornitore di smartphone negli Stati Uniti, secondo gli americani avrebbe violato l’embargo contro Iran e Corea del nord, vendendo prodotti tecnologici ai due Paesi colpiti dalle sanzioni di Washington. Per espiare le colpe, nonostante si fosse dichiarata più volte innocente, “nel marzo 2017, Zte ha acconsentito a una pena combinata civile e penale e alla confisca di 1,19 miliardi di dollari dopo aver spedito illegalmente attrezzature per telecomunicazioni in Iran e Corea del Nord, rendendo dichiarazioni false e ostacolando la giustizia anche prevenendo la divulgazione e affermando il governo americano in modo affermativo” e, sempre in quella occasione, “oltre a queste sanzioni pecuniarie, ha anche concordato un divieto di esportazione per sette anni di sospensione dei privilegi di esportazione, che potrebbe essere attivato se non fosse rispettato alcun aspetto dell’accordo”, ha spiegato il dipartimento del commercio Usa.

NESSUN ACCORDO DEFINITIVO

L’America sembrerebbe, ora, aver fatto retromarcia: nessun bando, solo una multa come punizione. Anche se al Dipartimento del Commercio Usa si specifica che non c’è ancora un accordo definitivo: le indiscrezioni riportate da Reuters, il gruppo cinese dovrà pagare una multa da 1,7 miliardi di dollari. E non solo: l’azienda dovrà apportare cambiamenti gestionali, permettere ispezioni sull’utilizzo dei componenti acquistati dagli Usa e pubblicare dati sull’utilizzo delle componenti Usa nei suoi prodotti su un sito web pubblico.

VANTAGGI ENORMI PER GLI USA

In realtà, l’eliminazione del bando fa comodo anche agli Usa. Le sanzioni imposte alla società asiatica, infatti, pesano anche sui produttori americani di componenti ottici come Acacia Communications e Oclaro (da cui Zte compra apparecchiature di telecomunicazione), che nelle scorse settimane hanno subito un crollo rilevante del valore delle loro azioni. L’azienda di Pechino, nel 2017, ha acquisito dai suoi 211 fornitori americani beni e servizi per 2,3 miliardi di dollari (Zte fa affari anche con Qualcomm, Intel e Alphabet): le imprese a stelle e strisce forniscono dal 25% al 30% dei componenti utilizzati nelle apparecchiature di Zte.

NON SI TRATTA DI UNA GRAZIA

Ma c’è molto di più. In cambio dell’eliminazione del bando settennale, la Cina, in occasione dei negoziati sul Commercio tra Cina e Stati Uniti che si sono tenuti a Pechino il 2 e 3 giugno, ha promesso di comprare merci Usa per un totale di settanta miliardi di dollari, secondo le indiscrezioni del Wall Street Journal.

Ed anche in questo caso, a dirla tutta, alla Cina è andata bene: la cifra è di gran lunga inferiore ai duecento miliardi di dollari. Sarebbe questa, infatti, la quota per ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti nei confronti della Cina (almeno secondo i calcoli di Donald Trump).

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