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Cosa pensano gli ebrei del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani?

Mamdani è un ardente sostenitore della causa palestinese, è anti-sionista e per un po’ ha anche difeso lo slogan “globalize the intifada”. La sua vittoria a New York ha lacerato la comunità ebraica. Numeri, dettagli e contesto.

La vittoria di Zohran Mamdani a New York ha lacerato la comunità ebraica: da una parte il 63% che gli ha preferito l’ex governatore Cuomo per difendersi dall’anti-sionismo di Mamdami, dall’altra un 33% sedotto dalle ricette di quest’ultimo contro il caro-vita.

Il neo-sindaco giura di voler debellare l’antisemitismo, ma le sue idee estreme – dal boicottaggio di Israele fino all’accusa di genocidio rivolta allo stesso Stato ebraico – fanno temere possibili derive.

Come hanno votato gli ebrei

Oltre un milione di ebrei, la diaspora più numerosa al mondo, ha votato in ordine sparso. Un exit poll CNN rilanciato da The Times of Israel attribuisce il 63% del voto ebraico al filo-israeliano Andrew Cuomo, l’ex governatore indipendente; il 33% a Mamdani; appena il 3% al repubblicano Curtis Sliwa.

Altre stime, sempre sullo stesso giornale, portano il consenso ebraico al democratico socialista tra il 10 e il 33%, soprattutto tra i giovani e le persone di orientamento progressista.

Cuomo ha stravinto nelle roccaforti ortodosse: 96% a Boro Park, 90% a Williamsburg. Mamdani ha strappato forti consensi invece nell’Upper West Side liberal.

Politico aggiunge che buona parte dei voti per Cuomo è venuta da ebrei repubblicani in preda al panico.

Posizioni radicali

Il neo-sindaco è un ardente sostenitore della causa palestinese. Anti-sionista dichiarato, non riconosce Israele come Stato ebraico, sponsorizza il BDS, ha gridato al “genocidio” a Gaza e minacciato di arrestare Netanyahu, pur senza averne l’autorità; per un po’ ha anche difeso lo slogan “globalize the intifada”.

Politico e The Times of Israel riesumano alcuni episodi del passato: nel 2023 Mamdami ha detto che lo stivale dell’NYPD “è allacciato dall’IDF”; ha incensato il gruppo degli Holy Land Five, condannato per aiuti a Hamas; voleva togliere lo status fiscale a chi finanzia gli insediamenti in Cisgiordania.

Ha inoltre fatto campagna con l’ex leader laburista britannico Jeremy Corbyn e chiacchierato con il controverso podcaster Hasan Piker.

Ma il nuovo sindaco dichiara di condannare l’antisemitismo, e tiene infatti in sella la commissaria NYPD ebrea Jessica Tisch, mettendo inoltre figure moderate nella squadra di transizione.

Preoccupazioni e sentimenti

Per molti esponenti della comunità, Mamdani è un incubo. Richard Siegel, sentito da Spectrum News, parla di “allarme” e di sentirsi “tradito dalla città”. ABC 7 New York documenta come, poche ore dopo il verdetto, svastiche rosse sono apparse su una yeshiva di Gravesend.

Il rabbino Elliot Cosgrove, dalla Park Avenue Synagogue, aveva già bollato Mamdani come “pericolo pubblico” a ottobre, come ricorda The Times of Israel.

La testata Aish intravede segnali cupi: fino al 30% dei ragazzi ebrei under 30 è tiepido con Israele, quando non ostile, e l’assimilazione fa passi da gigante.

C’è però chi sorride. Beth Miller di Jewish Voice for Peace Action, sempre su Spectrum News, vede “speranza vera” in Mamdami.

Reazioni delle associazioni ebraiche

Le principali associazioni ebraiche – UJA-Federation, ADL, JCRC-NY, AJC, New York Board of Rabbis – hanno firmato un comunicato unitario ripreso da Politico, Fox News e Jerusalem Post in cui riconoscono il voto, ma sostengono che “le idee di Mamdani sono l’opposto di ciò in cui crediamo”.

Jonathan Greenblatt dell’ADL ha addirittura attivato un “Mamdani Monitor” e una hotline pronta a raccogliere eventuali denunce.

Il rabbino Ammiel Hirsch, sul Jerusalem Post, chiede a Mamdani di “non alimentare chi ci divide”. L’Ortodox Union festeggia invece l’unità al voto.

Chiosa la Jewish Telegraphic Agency: “smettiamola di piangere, organizziamoci”.

Prospettive future

È la prima volta che un anti-sionista siede come primo cittadino nel cuore ebraico della diaspora. The Times of Israel teme che le sue nomine – che saranno centinaia – possano colpire sicurezza, scuole, fondi.

Eppure Politico intravede spiragli: non sono previsti test pro-Palestina per i dipendenti, mentre il nuovo sindaco tende la mano alla governatrice Hochul.

Una signora di Forest Hills, su ABC 7 New York, scommette: “Il mestiere lo renderà sindaco di tutti”.

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