Che cosa va a fare Orban in Cina? Sebbene siano numerose le opinioni in circolazione sui media circa il senso del blitz diplomatico del premier magiaro, è forse più utile rivolgersi alla stampa cinese, così fedele nel riportare la linea del Partito unico, per rispondere alla domanda cruciale dietro questo viaggio: cui prodest?
IL PRAGMATICO ORBAN SECONDO PECHINO
A mettere le cose in chiaro sui veri obiettivi della visita cinese di Orban ci pensa un lungo articolo del Global Times, edizione in lingua inglese del Quotidiano del Popolo e dunque voce ufficiale della leadership comunista, delle sue posizioni e dei suoi sentimenti .
Bisogna avere una certa consuetudine con le strategie retoriche della propaganda cinese per cogliere le implicazioni del passaggio con cui si apre l’articolo sottolineando che, a detta di “alcuni esperti cinesi”, la “diplomazia della navetta (di Orban) potrebbe aiutare ad amplificare alcune voci pragmatiche dentro l’Ue”.
DOSSIER AUTO ELETTRICHE
Trattatasi di pratica consolidata per enfatizzare i concetti che stanno a cuore al Partito. In questo caso il concetto viene formulato nel passaggio immediatamente successivo dove si osserva, con la reiterazione della parola chiave, che la visita di Orban “riflette una voce razionale e pragmatica in Europa (a dispetto delle) differenze esistenti tra la Cina e l’Ue in aree come i veicoli elettrici”.
Il fatto messo in risalto ancora dagli esperti che il passaggio di Orban arrivi a pochi giorni dall’assunzione della presidenza di turno dell’Unione si trasforma dunque nell’evidente raccomandazione agli eurocrati di Bruxelles di mettersi in scia al pragmatismo di Orban nel relazionarsi con Pechino sul dossier chiave dell’EV, lo stesso che aveva temporaneamente guastato la recente visita nella capitale cinese del vicecancelliere Habeck poi rimessa nel verso giusto con una promessa di dialogo in materia di sussidi.
COSA SUCCEDE FRA XI E ORBAN
L’intesa tra Xi e Orban viene suggellata dal Global Times attraverso eloquenti dichiarazioni attribuite ai due leader citati però non tra virgolette segnalando così i margini di miglioramento attribuiti agli autori dell’articolo.
L’auspicio di Xi sarebbe dunque quello che l’Ungheria “voglia svolgere un ruolo attivo nella promozione di relazioni tra la Cina e l’Ue salutari e stabili”, mentre “il leader ungherese” avrebbe espresso la volontà di “rafforzare la cooperazione” e di “opporsi alla formazione di piccole cerchie e sfide tra blocchi”.
Ma è sul “tema chiave dei veicoli elettrici” che scaturiscono le frasi più impegnative attribuite questa volta dal Global Times al ricercatore dell’Institute of European Studies Dong Yifan, che ricorda come “l’Ungheria e altri Paesi Ue stanno cominciando ad assumere un approccio più pratico e razionale ai cambiamenti nelle strutture industriali di Cina e Ungheria insieme alle relazioni economiche e commerciali complementari tra Cina e Ue”.
UNGHERIA HUB DELL’AUTO ELETTRICA
Insomma se Budapest ha accettato di diventare un hub dell’auto elettrica cinese, lo si deve solo al “pragmatismo” di Orban che, non appena indossate le vesti di presidente di turno Ue, corre a Pechino a chiedere scusa per le intemperanze protezioniste dei suoi colleghi europei.
Come Orban avrebbe promesso con parole riportate stavolta da Xinhua, “l’Ungheria è desiderosa di usare la presidenza a rotazione dell’Ue come un’opportunità per promuovere attivamente forti relazioni tra Ue e Cina”.