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Giuseppe Conte Sentiment

Vi spiego perché il governo Lega-M5S non cadrà dopo i risultati delle elezioni europee

Ecco tutti gli effetti del voto alle elezioni europee con il successo della Lega e l'insuccesso del Movimento 5 Stelle sul governo Conte. La Nota politica di Francesco Damato

 

I risultati italiani delle elezioni europee sono stati nella notte ancora più generosi per la Lega, e più avari per il movimento grillino, di quelli rimbalzati con le prime proiezioni nei salotti delle maratone televisive fermatesi in tempo per lasciare dormire un po’ gli spettatori.

COME E’ ANDATA LA LEGA DI SALVINI

Con 60217 sezioni scrutinate su 61576 il Carroccio di Matteo Salvini è salito al 34,39 per cento, dal 17,4 delle elezioni politiche dell’anno scorso, e il movimento pentastellato di Luigi Di Maio è precipitato al 16,9, dal 32,3 di un anno fa.

I VOTI DI M5S E PD

Il Pd di Nicola Zingaretti ha conquistato più saldamente il secondo posto nella graduatoria elettorale col 22,8 per cento, rispetto al 18,8 stentatamente conquistato l’anno scorso da Matteo Renzi, partito addirittura da oltre il 40 per cento delle precedenti elezioni europee. Che gli avevano dato un po’ alla testa rendendolo troppo baldanzoso, alla maniera della Dc fanfaniana degli anni Cinquanta del secolo passato.

CHE COSA E’ SUCCESSO A FORZA ITALIA E FRATELLI D’ITALIA

La Forza Italia dell’ostinato Silvio Berlusconi è scesa all’8,73 per cento, dal 14 dell’anno scorso, evitando il sorpasso, che sarebbe stato obiettivamente umiliante, dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, saliti al 6,44 dal 4,44 dell’anno passato.

COME E’ ANDATA AL MOVIMENTO DI BONINO

Merita infine di essere segnalata la mancata soglia del 4 per cento, sia pure di poco, della lista +Europa di Emma Bonino, che avrebbe forse fatto meglio ad associarsi a Carlo Calenda per gonfiare di più le vele del Pd.

GLI EFFETTI SUL GOVERNO GIALLOVERDE

Il governo gialloverde di Giuseppe Conte certamente soffre di risultati del genere, in cui la vittoria di Salvini contrasta con la frustrazione di Di Maio, penosamente consolatosi con gli elettori grillini dell’anno scorso, secondo lui rimasti più a casa che passati alle liste concorrenti o avversarie.

FRA DI MAIO E ZINGARETTI

L’aspetto penoso di questa consolazione deriva dalla derisione riservata l’anno passato dallo stesso Di Maio alle analoghe spiegazioni che i dirigenti del Pd davano delle loro perdite.

LE SOFFERENZE DI CONTE

La sofferenza del governo Conte non si tradurrà tuttavia in una crisi, nonostante l’annuncio della sua caduta sulla prima pagina del Giornale della famiglia Berlusconi. E ciò per il timore o la scarsa convenienza di una crisi fatta avvertire da Salvini con l’iniziativa assunta dal Cavaliere, nelle ultime battute della campagna elettorale, di rimettere in discussione la leadership del centrodestra riconosciuta ai leghisti dopo il sorpasso dell’anno scorso su Forza Italia.

LE CONVERGENZE FRA SALVINI E DI MAIO

Non deve pertanto stupire la convergenza, circa le prospettive del governo di fronte ai risultati di questo turno di elezioni europee, fra Salvini e Di Maio. Il primo infatti ha annunciato, e promesso ai grillini, che non chiederà “mezza poltrona” in più nella compagine ministeriale, e tanto meno perseguirà “un regolamento di conti nella maggioranza”. Il secondo, richiesto dal Corriere della Sera di una previsione sul futuro del governo, anche alla luce delle difficoltà che lui stesso potrà incontrare nel proprio movimento, di cui non è riuscito a frenare la caduta neppure con i fuochi accesi nell’ultimo tratto della campagna elettorale, ha testualmente risposto: “Certo che va avanti”.

GLI SCENARI

Così è se vi pare, pirandellianamente parlando e commentando lo scenario determinato dal combinato disposto dei risultati elettorali e della svolta -non mi stanco di ripetere- impressa alle cose prima del voto da un Berlusconi che ha rivelato di essere, in fondo, condizionato più dall’ossessione che dal rimpianto di Salvini. Che lui stesso peraltro incoraggiò un anno fa ad accordarsi con i grillini per evitare un turno di elezioni anticipate destinato a confermare e forse anche ad aumentare ulteriormente il fresco sorpasso leghista su Forza Italia, coi relativi effetti sulla consistenza dei rispettivi gruppi parlamentari.

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