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papa francesco argentina

Vi racconto i due Papa Francesco

Ci sono stati due Papa Francesco sul piano temporale. L'analisi di Alberto Melloni, storico del cristianesimo, tratta dal sito dell'Ispi

Ci sono stati due Francesco sul piano temporale. Un primo pontificato di Francesco è durato dal marzo 2013 alla fine di dicembre 2022, quando è morto papa Ratzinger. L’altro, quello che ha occupato gli anni finali del suo pontificato e della sua vita.

a) Nel primo tempo del suo pontificato Francesco ha inciso molto energicamente sul protocollo, sul cerimoniale, sulla disciplina, sulla prassi: ma con una invisibile cautela, quasi che guardando al suo predecessore, papa Bergoglio percepisse una linea da non varcare. Mai Benedetto XVI ha dato segno, né direttamente né indirettamente, di spalleggiare il boicottaggio antibergogliano di qualche segmento ultraconservatore della chiesa: ma per papa Francesco ha come percepito tramite lui un limite che non doveva superare anche quando la sua opinione era diversa o la si presumeva diversa. Si prenda il caso dell’ordinazione di uomini sposati a presbitero, che tutti attendevano dopo il sinodo sull’Amazzonia e che Bergoglio non ha concesso, semplicemente perché non ha mai letto nell’ammissione disposta da una legge ratzingeriana di preti sposati nella Chiesa, purché anglicani, la rottura di un tabù che il papa argentino ha creduto vigente.

b) Nel secondo segmento del suo pontificato Francesco è stato molto più disinvolto e ha compiuto scelte molto più personali e noncuranti dei sed contra: fra le quali spicca la nomina del teologo “Tucho” Fernandes a prefetto del dicastero per la dottrina della fede e la sua subitanea elevazione a cardinale; a questo porporato (che ha preso il posto che fu del cardinale Ratzinger) si devono atti molto distanti fra loro come le norme per la benedizione dell’amore fra persone dello stesso sesso o la reiterata condanna della “teoria del gender”, immaginata come unitaria, senza capire che una di quelle teorie opera nella soteriologia cristiana, se il corpo maschile del Verbo incarnato morto e risorto salva ogni maschio e ogni femmina.

Questa successione ha fatto sì che, se nella prima parte solo un piccolo arcipelago di ultraconservatorismo eccitato ha aggredito nientemeno che l’ortodossia del papa, suscitando ilarità e compatimento, nella seconda parte è cresciuto il numero di vescovi che nella più piena devozione e obbedienza non sono più riusciti a capire la rotta di Francesco.

Papa Bergoglio, allo stesso tempo, s’è presentato al popolo fedele e all’opinione pubblica in due vesti di diseguale visibilità e leggibilità.

a) C’è stato infatti un Francesco del pulpito: uomo di una freschezza evangelica assoluta; tutti hanno percepito qualcosa di eloquente nel suo modo di predicare, nella credibilità dei suoi gesti, nella radicalità della sua rinuncia al cerimoniale del monarcato pontificio, e molti ne sono rimasti incantati e molti commossi, perché una Chiesa apparsa tante volte matrigna riprendeva un volto materno e fraterno.

b) Tutto diverso il Francesco del trono, quello che ha governato con una verticalità che non si vedeva da oltre un secolo: un pastore della chiesa universale che usa la giurisdizione che il diritto canonico gli riconosce anche a livelli minutissimi, si appropria delle mansioni della curia, sceglie i vescovi delle diocesi grandi e piccole, non di rado perfino gli ausiliari, suscitando non solo sorpresa, ma talora anche allergie e sconcerto. Quasi tutti i collaboratori più diretti hanno dovuto far buon viso a decisioni prese senza nemmeno informarli e recedere sulla base di disposizioni che più d’una volta sono state prese senza una istruttoria completa o soddisfacente. Che ciò sia dipeso da una cultura politica peronista o dall’uso del superiore gesuita che ascolta tutti e decide da sé, è questione non facilissima da dipanare: ma ha fatto sì che, pur avendo Francesco promosso persone di caratura non sempre eccelsa a posti di altissima responsabilità, alla fine non abbia avuto la riconoscenza di nessuno.

(Estratto dal sito Ispi; qui la versione integrale)

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