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Vi dico come stiamo combattendo il Coronavirus. Parla Sanguinetti (virologo Gemelli)

Il "Senno di Po", l'audio-blog di Ruggero Po, con l'analisi di Maurizio Sanguinetti, microbiologo e virologo al Gemelli

E’ stata opportuna la chiusura di scuole e università fino al 15 marzo? Davvero esiste un ceppo italiano del Coronavirus? Che cosa aspettarsi nei prossimi giorni?

Sono alcuni degli interrogativi posti da Ruggero Po a Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di Laboratorio e Infettivologiche della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

 

 

Il governo ha deciso la sospensione delle lezioni in tutte le scuole e università d’Italia fino al 15 marzo, per evitare che il sistema sanitario vada in sovraccarico. Il comitato scientifico aveva chiesto due mesi di chiusura, non essendoci studi precedenti sull’efficacia di una misura più breve. Allo studio misure per permettere a un genitore di restare a casa con i figli, o un contributo alle spese per babysitter. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha firmato il decreto con le misure di contrasto all’epidemia, ha rivolto al Paese un appello all’unità.

Diverse scuole sono attive già dalle prime ore della mattina con videoconferenze e lezioni in modalità e-learning, nonostante la sospensione delle attività nelle scuole per il blocco dovuto ai provvedimenti sul Coronavirus. Attraverso collegamenti video sul web, presidi e professori stanno organizzando le lezioni online: l’obiettivo è quello di portare avanti i programmi, soprattutto per gli studenti di terza media e del quinto anno superiore che nei prossimi mesi dovranno affrontare esami e maturità, ma anche per tutti gli altri. L’organizzazione, evidentemente, sarà lasciata alla singola autonomia degli istituti. Al liceo scientifico Kennedy di Roma, ad esempio, la preside ha riunito tutti gli insegnanti per fornire indicazioni su come contattare gli studenti. L’obiettivo, in questa fase, è quello di attrezzarsi con nuove forme di insegnamento per non lasciare nessuno indietro e non far sentire gli alunni abbandonati.

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