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Lo strabismo dei vescovi italiani

Cauta e tardiva sui principi non negoziabili, la Cei si scatena sulle riforme istituzionali. Il Canto libero di Sacconi.

Ha davvero dell’incredibile la posizione della CEI su autonomia differenziata e premierato. Tradizionalmente cauta e tardiva sulle iniziative politiche rivolte a mettere in discussione i “principi non negoziabili”, dalla banalizzazione dell’aborto alla assistenza al suicidio dei depressi, alla fluidità di genere, la Conferenza dei vescovi italiani si scatena come non mai su provvedimenti opinabili e opinati nel dibattito politico italiano.

La proposta Calderoli vuole attuare il criterio costituzionale introdotto dal centrosinistra e quella sulla elezione diretta del premier corona un lungo dibattito iniziato già nella assemblea costituente con il prof. Mortati e proseguito poi con “il premio di maggioranza” di De Gasperi e con il presidenzialismo di Craxi e Berlusconi. Ora sembra che quei vescovi (non tutti!) “non abbiano letto i testi e non siano loro piaciuti”.

Ci si chiede la ragione di un simile collateralismo alla sinistra politica e qualcuno ripropone il nervosismo sulle modifiche al regime dell’8xmille, disegnato da Tremonti e voluto da Craxi. In verità, l’introduzione delle categorie di spesa eleggibili dal contribuente per rendere più attrattiva la destinazione allo Stato sarebbe stata del governo Conte mentre ora si aggiungerebbe solo una nuova voce.

Vi è poi chi racconta della iniziativa di pochi che avrebbe spiazzato lo stesso Presidente della CEI. Certo è che la polemica non ha precedenti, esce dal campo proprio dei pastori italiani e si espone alla accusa di asimmetria con i temi riferibili alla antropologia cristiana.

Maurizio Sacconi

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