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Kosovo

Uno Stato nucleare non può essere sconfitto totalmente, senza provocare un disastro globale

E’ illusorio pensare che il conflitto possa concludersi con un negoziato di pace. Potrà finire solo con il suo congelamento, simile a quelli della Corea o di Cipro. Premessa di qualsiasi “cessate il fuoco” è il successo ucraino nel respingere la preannunciata offensiva russa. L'analisi del generale Carlo Jean

 

Taluni studiosi sostengono che il conflitto in Ucraina segni un “ritorno al passato”, che sia una guerra sostanzialmente simile a quelle del passato. Altri che si tratti di un conflitto del tutto nuovo, non solo sotto il profilo tecnologico e geopolitico, ma anche per la sua natura. Vede contrapposti uno Stato non nucleare, ma sostenuto da una coalizione che possiede consistenti arsenali nucleari, a uno nucleare (la Russia), che ricorre frequentemente alla minaccia di escalation per intimidire l’Ucraina e, soprattutto, i suoi difensori.

LE DUE DIVERSE TESI SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA

I sostenitori di entrambe le tesi hanno la loro parte di ragione secondo le ottiche che seguono. Esse sono molto diverse fra loro. I primi danno priorità alla natura profonda dei conflitti armati e alle loro connessioni con la politica. Per loro, la natura della guerra in Ucraina non è diversa da quella delle guerre del passato. Il ricorso alle armi rimane uno strumento della politica, per realizzare una pace corrispondente agli interessi e ai principi dei suoi responsabili, tenendo conto dei costi, rischi e benefici che essa comporta e che sono influenzati innanzitutto dai rapporti di forza e dagli esiti dei combattimenti.

LA GUERRA RUSSIA-UCRAINA: ANALOGIE E DIFFERENZE CON LE VECCHIE GUERRE

Per i secondi, è importante comprendere come una guerra sia diversa da ogni altra. Quella ucraina lo è in modo più accentuato di quanto avvenisse in passato. Lo è per vari motivi: l’evoluzione tecnologica dei sistemi d’arma; la rilevanza assunta dalle dimensioni spaziale e cibernetica e dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che permette l’impiego di sistemi autonomi (dogfighting fra drones); l’attenuazione del tabù nucleare, con il largo ricorso a minacce di escalation nucleare da parte della Russia e il condizionamento che esso ha sulla strategia occidentale di sostegno a Kiev; i mutamenti profondi della geopolitica mondiale e della consapevolezza dei responsabili politici e delle opinioni pubbliche; la proliferazione e le interrelazioni dei confronti bipolari: fra democrazie e autocrazie; fra l’Occidente e il Sud Globale; fra la NATO e la Russia; fra gli USA e la Cina; le crisi del multilateralismo dell’ONU e della globalizzazione; ecc.

IL RUOLO DELLE ARMI NUCLEARI

Le armi nucleari giocano un ruolo essenziale, ma indiretto. Con la minaccia del loro uso – reale da parte russa, potenziale da parte Usa – limitano il conflitto. Modificano il significato di vittoria. Non può essere totale. Uno Stato nucleare non può essere sconfitto totalmente, senza provocare un disastro globale. Il significato di vittoria sulla Russia in Ucraina, non significa che i carri armati di Kiev debbano sfilare sulla Piazza Rossa. E’ un fatto che non hanno compreso gli oppositori dell’invio di armi a Kiev. L’attenuazione del tabù nucleare influisce sulle strategie adottate sia da parte russa che occidentale.

COSA SUCCEDE DAVVERO FRA RUSSIA E NATO

La Russia non attacca le vie di rifornimento di armi NATO in Polonia e Romania, mentre diventa sempre meno credibile il suo ricorso al nucleare. L’Occidente cerca di limitare le sfide a Mosca, per evitare di metterla con le spalle al muro (no-fly zone, missili a lunghissimo raggio, rifiuto, almeno per ora, di fornisce aerei da combattimento all’Ucraina, ecc.). Ma la progressività del sostegno occidentale impedisce di passare da una strategia d’attrito ad una di manovra. Ciò condanna l’Ucraina alla sconfitta, date le maggiori risorse russe e i dubbi sul mantenimento del sostegno di tutta la coalizione occidentale. Sconfitta per Kiev significa non essere in grado di riconquistare i territori perduti. Per Putin, una vittoria non consiste solo nell’annessione di qualche regione ucraina, ma nel cambiamento permanente del regime a Kiev.

COME PUTIN POTRA’ CANTARE VITTORIA

Solo allora Putin potrebbe “cantare vittoria” e non perdere completamente la faccia e forse il potere. Il guaio per lui è che Kiev non ci sta, non perché non lo voglia Zelensky, ma quasi per intero il popolo ucraino. E’ illusorio pensare che il conflitto possa concludersi con un negoziato di pace. Potrà finire solo con il suo congelamento, simile a quelli della Corea o di Cipro.

DUE STRATEGIE PER IL CONGELAMENTO DEL CONFLITTO

Determinanti al riguardo saranno, più che le cessioni territoriali, le garanzie di sicurezza previste per l’Ucraina. Potranno essere basate su due strategie: primo, quella che sembrano privilegiare gli USA, di porre l’Ucraina in condizioni di resistere autonomamente, per il tempo necessario dell’arrivo del sostegno NATO. Secondo, la partecipazione diretta dell’Alleanza alla difesa del paese, con una modifica del suo trattato istitutivo. Alla prima ipotesi corrisponde la cessione a Kiev di aerei da combattimento, soprattutto degli F-16, dati i tempi necessari per l’addestramento dei piloti.

LE PREMESSE INDISPENSABILI PER UN CESSATE IL FUOCO

Premessa di qualsiasi “cessate il fuoco” è il successo ucraino nel respingere la preannunciata offensiva russa. La fornitura d’armi a Kiev, necessaria a tale scopo, rappresenta quindi l’unica concreta misura che possa facilitare la cessazione dei massacri. Solo dopo un successo ucraino, si potranno determinare condizioni favorevoli per efficaci pressioni di Washington su Kiev perché accetti di negoziare e, implicitamente, gli inevitabili compromessi territoriali, in cambio delle necessarie garanzie di sicurezza. Per inciso, esse devono essere credibili, non ridursi a semplici promesse come nel Memorandum di Budapest del 1994, in cui Kiev cedeva a Mosca le quasi 2.000 testate nucleari rimaste sul suo territorio in cambio della promessa di sicurezza e d’integrità territoriale da parte di USA, UK e Russia.

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