Se si parla di legge annuale di bilancio si torna a parlare anche di Tax Expenditures, cioè di quell’insieme di misure che incidono sul gettito e costituiscono un riconoscimento dello Stato ai contribuenti con forme di esenzione, esclusione, riduzione dell’imponibile o dell’imposta, ovvero un regime di favore rispetto al sistema tributario di riferimento. Queste agevolazioni tornano ciclicamente oggetto di dibattito e, mentre il loro numero è cresciuto in modo impressionante, ci si chiede se occorra avviare una loro revisione operativa, anche favorendo l’adozione di una politica di Tax Expenditures sempre più socialmente orientata.
A domandarselo è l’Osservatorio Permanente sulle Disabilità (Osperdi) che, nello stimolare una rilettura delle Tax Expenditures orientata a garantire l’equilibrio tra effetti sociali per le categorie più fragili e le genuine ragioni tributarie, riunirà il prossimo 9 luglio nella Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, un panel di esperti di primo piano moderati da Giovanni Parente, giornalista del Sole 24 Ore. Si confronteranno sul tema delle spese fiscali, cercando di dare risposte alle questioni in campo e di allungare lo sguardo sul futuro, Mauro Marè, presidente della Commissione Nazionale per la redazione del rapporto annuale sulle spese fiscali del Ministero dell’Economia e delle Finanze ed altri due componenti della medesima Commissione, Antonio Felice Uricchio che è anche il Presidente dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca e Cristina Brandimarte dell’lstat. Con loro saranno anche Elbano de Nuccio, Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Renato Loiero, Consigliere per le politiche di bilancio del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e Franco Gallo, Presidente emerito della Corte costituzionale. La discussione sarà introdotta dal Vicepresidente della quinta Commissione permanente Finanze e tesoro del Senato della Repubblica Sen. Filippo Melchiorre, che con Osperdi è il promotore dell’iniziativa e conclusa dal Presidente dell’omologa commissione della Camera dei deputati, On. Marco Osnato.
Il confronto promosso, parte da alcuni dati relativi alle Tax Expenditures: nel 2018 erano 466, oggi sono ben 625 e generano un mancato gettito che è passato dai 54 miliardi del 2018 ai circa 105 miliardi di euro annui, cioè attorno ai 6 punti di Pil attuali. Le spese fiscali non sono destinate solo al sostegno delle famiglie, ma anche ad interi comparti produttivi dove alcune delle agevolazioni sono di estrema nicchia e gli effetti prodotti vanno attentamente ripensati alla luce dei nuovi bisogni emergenti, in un quadro generale del sistema Paese su cui si innestano gi effetti delle riforme avviate con il Pnrr.
Il focus del dibattito tra gli esperti che si confronteranno il prossimo 9 luglio, tuttavia, dovrebbe riguardare proprio quello zoccolo duro di tax expenditures dedicato a sostenere le famiglie ed in particolare i nuclei considerati più fragili e a rischio di esclusione sociale ricercando, come promuove il titolo dell’incontro, l’equilibrio tra effetti sociali per le categorie più fragili e le genuine ragioni tributarie. Tema questo che potrebbe veder scendere in campo, nel breve periodo, anche il MEF che proprio per bocca del Viceministro Maurizio Leo, in un recente intervento su Sky TG24, ha ricordato l’esigenza di procedere ad una revisione delle tax expenditures, proponendo una selezione accurata delle spese fiscali che possono essere eliminate da quelle che devono essere salvaguardate proprio come le misure di sostegno alle famiglie in materia sanitaria, di welfare, per l’educazione e lo studio. Una decisione, quella di riordinare la materia delle spese fiscali, dato il loro elevato numero che, ci ricorda Leo, trova la sua origine sia nelle richieste della Commissione Europea che dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
Una cosa è certa, in vista dell’incontro non sarebbe male rileggere a ritroso la nostra storia recente, partendo magari da quel Libro Bianco sul Welfare del 2003 che ha segnato un punto di svolta nelle politiche sociali italiane. Il documento promuoveva una visione dinamica e solidale della società ed enfatizzava la necessità di gestire la transizione demografica, ponendo la famiglia al centro dell’azione politica attraverso investimenti nel sociale per rispondere alle esigenze di una popolazione in invecchiamento. Negli anni successivi, il welfare italiano ha cercato di adattarsi ai cambiamenti socioeconomici, puntando su un modello di Welfare delle opportunità per rafforzare l’autosufficienza individuale attraverso interventi personalizzati e differenziati. Questo approccio si è via via concentrato sulla prevenzione e rimozione delle forme di discriminazione ed esclusione sociale, promuovendo reti di relazioni tra individui e comunità. Dal 2003 ad oggi, il dibattito sul futuro del modello sociale italiano è rimasto al centro dell’attenzione, con un focus sulle politiche per le giovani generazioni, l’assistenza agli anziani non autosufficienti, alle persone con disabilità e alla conciliazione tra vita familiare e professionale.
La sfida rimane quella di garantire un’assistenza adeguata e promuovere, allo stesso tempo, anche grazie ad una spesa fiscale mirata, l’inclusione sociale in un contesto di crescenti bisogni e paure. In questo scenario un lavoro di razionalizzazione delle spese fiscali, in una chiave di sostegno rafforzato ai nuclei familiari diviene non solo auspicabile ma, forse, sempre più necessario per l’impatto diretto che queste hanno sul welfare familiare. Questo processo di revisione, le cui parole chiave non possono che essere efficienza, equità, crescita economica e sostenibilità, come evidenziato nell’ultimo Rapporto annuale 2023 sulle spese fiscali, sarà fondamentale anche per le politiche di sostegno al welfare delle famiglie, specialmente in aree come la salute e l’assistenza agli anziani, alle persone con disabilità e non autosufficienti dove la spesa delle famiglie è in crescita.
L’obiettivo, quindi, resta il garantire che le misure fiscali siano il più possibile allineate con le esigenze delle famiglie e contribuiscano a un sistema di welfare più sostenibile e inclusivo, anche in relazione a quelli che saranno gli obiettivi di bilancio che verranno delineati nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze (Nadef) per il 2024 che il Governo deve presentare alle Camere entro il prossimo 27 settembre.