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Quota 100

Un paio di consigli sul nuovo ministero della Disabilità

L'approfondimento di Giuliano Cazzola sul nuovo ministero della Disabilità

L’istituzione di un Ministero (senza portafoglio) della Disabilità rappresenta – se ben ricordo – un fatto nuovo.

In verità in altre compagini governative queste problematiche che interessano milioni di italiani e le loro famiglie sono state attribuite a diversi ministeri (non sempre attinenti ad iniziative omogenee), salvo essere comunque ricondotte all’ambito delle ‘’politiche sociali’’ anch’esse organizzate in modo autonomo in un ministero ad hoc oppure tra le funzioni attribuite al Dicastero del Lavoro.

E’ opportuno sottolineare anche che lo stesso Matteo Salvini (il leader di una componente importante della maggioranza Draghi) ha voluto intestarsi l’istituzione del nuovo Ministero, affidato alla leghista Erika Stefani, già ministro delle Autonomie nel Conte 1.

C’è da sperare che questa esperienza duri il più a lungo possibile e che determini, quanto meno, un precedente a cui si attengano anche le compagini che verranno dopo l’attuale.

Tutto ciò premesso, se vogliamo essere seri, sappiamo bene che il nuovo Ministero potrebbe rappresentare una svolta nelle politiche di welfare o ridursi ad un’iniziativa propagandistica a fini elettorali.

Perché si parte con il piede giusto lungo un cammino in salita, il concetto di Disabilità non può restare astratto, ma deve riappropriarsi di quanto previsto dall’articolo 38 Cost. ai commi 1 e 3, segnatamente: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale (…….) Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale’’.

In sostanza i diritti dei disabili sono solennemente scolpiti nella Legge fondamentale, ma il loro riconoscimento e il loro esercizio sono frantumati per quanto riguarda le prestazioni, i servizi e le altre forme di tutela e affidati a competenze diverse, con relativa attribuzione delle risorse (che sommandole sono tutt’altro che scarse). Riportiamo di seguito i dati delle prestazioni monetarie erogate dall’Inps (in misura prevalente riservate all’indennità di accompagnamento).

INPS – Prestazioni agli invalidi civili al 31.12.2019; numero: 3.233.711; % sul totale 15,5%; importo medio 431,53 euro

Inoltre, sempre in tema di prestazioni assistenziali (si veda il Sesto Rapporto di Itinerari Previdenziali) nell’ambito dell’INPS è stata istituita un’apposita gestione ex art.130, D.lgs.112/1998, finanziata attraverso uno specifico trasferimento a carico della GIAS, per la copertura degli oneri per prestazioni agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordomuti (pensioni di invalidità civile e assegni di accompagnamento) alla “Gestione per l’erogazione delle pensioni e delle indennità di accompagnamento agli invalidi civili” (ex art. 130,D.lgs. del 31/03/1998) che per il 2017 è stato pari a 17.610 milioni, (rispetto ai 17.493 del 2016) con cui sono state erogate rate di pensioni agli invalidi civili per 3.237 milioni, ai ciechi per 343 milioni ai sordomuti per 61 milioni e indennità di accompagnamento per un importo complessivo di 13.802 milioni (di cui 12.863 agli invalidi civili, 802 ai ciechi e 137 ai sordomuti).

Va da sé che un governo – già impegnato a scompaginare i ministeri per istituire i super dicasteri delle varie transizioni – non ha le condizioni politiche per accorpare in una sola amministrazione le politiche a tutela della disabilità (che chiamano in causa il Lavoro, la Salute, l’INPS, le Autonomie locali, la Scuola, ecc.). E’ necessario tuttavia un coordinamento dell’attività legislativa che sia di riferimento di una gestione coordinata di tutti gli interventi, magari attraverso la predisposizione di un vero e proprio piano poliennale dotato di un cronoprogramma per la realizzazione degli obiettivi.

Aveva iniziato questo lavoro, tra mille difficoltà, il sottosegretario Vincenzo Zoccano nell’ambito del governo Conte 1. Poi nel Conte 2 queste problematiche sono state trascurate se non per una modesta implementazione degli appositi fondi ad hoc, altrettanto modesti per loro conto.

E’ auspicabile che nella squadra di Mario Draghi, proprio perché vi è stata la sensibilità di elevare gli interventi sulla disabilità al rango di un ministero, vi sia una maggiore attenzione anche nel mettere insieme un gruppo efficiente ed esperto a fianco del nuovo ministro.

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