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Russia

Russia, Ucraina e l’ignoranza dell’Occidente

Il commento di Sergio Pizzolante, imprenditore e politico

 

Quando, nel suo discorso dell’altro giorno, Putin, un’ora prima di annettersi il Donbass, in nome della Madre Terra Russa, è entrato in polemica con Lenin (pensate un po’!), colpevole di aver riconosciuto l’autonomia dell’Ucraina, mi è venuto in mente Il’in, filosofo bianco russo, di inizio secolo scorso, nemico acerrimo di Lenin. Contro il quale perse la guerra delle idee (tutte assassine), per poi emigrare in Germania, per offrire le sue ad Adolf.

Il’in è il filosofo di riferimento di Putin, riscoperto e celebrato in patria da un ventennio. Era un grande estimatore di Mussolini. Capire chi era ci aiuta a capire chi è Putin.

Scrive Timothy Snyder, nel suo libro, “La paura e la ragione”, il filosofo fascista Il’in, “celebrava la violenza sopra la ragione e la legge, proponeva un leader che avesse un legame mistico con il popolo, definiva la globalizzazione un complotto”. Il filosofo considerava il Duce di Roma una speranza per il mondo corrotto e considerava Hitler un difensore della civiltà contro il bolscevismo. Aveva una visione religiosa e totalitaria della Madre Patria russa, uno spirito, che salverà il mondo, “il male”, scrive Il’in, “inizia dove inizia la persona”. La nostra individualità dimostra soltanto che il mondo è difettoso. Ciò che crea libertà, la democrazia liberale, è il male.
Vede la propria nazione come virtuosa, “pura ed oggettiva”. Innocente, minacciata dal nemico esterno. Nazione che deve essere difesa da un “uomo forte”, un “redentore”.  Capace di creare un “legame sacro con il popolo”. E “le leggi e le istituzioni sono barriere corrotte fra il leader e il popolo”. La democrazia? “Il voto deve unire la nazione in un gesto di sottomissione”.

Esagerato? No, è la Russia di Putin, che celebra Il’in, dichiara guerra all’Europa e annuncia la fine della democrazia liberale. In nome della Madre Terra Russa.

In Italia abbiamo dei cretini che vanno da Putin a chiedere soldi e sostegni vari per combattere l’Idea di Europa. Cretini dei quali è disseminato l’Occidente.

In Europa abbiamo Germania e Italia, prima e seconda manifattura d’Europa, che dipendono dal gas russo. Da Putin.

In Italia abbiamo signori No-Tutto, cretini anche loro, che non vogliono gasdotti, rigassificatori, trivelle, estimatori di Putin e dell’idea della fine della democrazia liberale (ricordate Grillo e Casaleggio?), amici dei cinesi, pronti a comprare il gas di Putin, per farlo sorridere dell’embargo europeo.

In Occidente abbiamo l’America di Biden che riconsegna l’Afghanistan ai Talebani, le donne al Burqa, i bambini alla miseria, gli uomini alla sottomissione e che però crede, spera, presume, di darci lezioni di coraggio, autonomia, ardore democratico e libertario contro Putin. Non più. Non adesso.

L’America che fugge dall’Afghanistan non arriva più a me come una volta. La preferisco a Putin, naturalmente, la preferivo prima, però, naturalmente.

Sono questi flash dello sbriciolamento dell’Occidente.
Figlio della sua ignoranza accumulata in 30 anni.
Da quando si è sentito vincente nella storia.
Da quando ha pensato automatico il successo delle democrazie, sconfitto il comunismo.
Le democrazie non sono fatte di automatismi, di standardizzazione. Hanno bisogno del lavoro artigianale ed artistico degli uomini.

Da quando ha pensato che la “fine della storia” corrispondesse alla fine della politica, alla inutilità della politica, dei partiti, dei parlamenti, delle istituzioni nazionali ed internazionali.
Da quando ha pensato che ci fosse una virtuosità in se nel mercato.
Il mercato è virtuoso, ma non in sé.

È l’ignoranza dell’Occidente, che si è seduto in poltrona dopo l’89.
L’Ignoranza che sbriciola tutto.
Che è contagiosa. Molto.
Molto più di una pandemia.

E l’ignoranza che crea i cretini.
Che ci danno lezioni nei Talk Show.

Ora, i Putin e i putinisti, non si nascondono più, ci sbattono in faccia cosa sono e cosa vogliono.
Sapremo ricomporci?
Lo spero.

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