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Turchia

Tutti i perché della crisi economica e finanziaria nella Turchia di Erdogan

Gli investitori temono che la Turchia sia sull'orlo di una crisi finanziaria. L'approfondimento di Mf/Milano Finanza

Gli investitori temono che la Turchia sia sull’orlo di una crisi finanziaria, dopo il crollo del 30% della sua valuta da inizio anno e il rialzo vertiginoso dei rendimenti dei suoi titoli di stato e obbligazionari. Le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro alti funzionari del governo turco e le politiche economiche non ortodosse da parte del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, hanno spaventato i mercati. Il rafforzamento del dollaro e l’aumento dei tassi d’interesse rendono difficile la vita ai mercati emergenti più deboli. La Turchia è al primo posto. Ecco i punti salienti della crisi turca, tratti da un servizio del Wall Street Journal.

1) Lira in caduta libera.

Il principale barometro del sentimento degli investitori nei confronti della Turchia, è scesa per 12 giorni consecutivi rispetto al dollaro, la sua striscia di ribasso più lunga dal novembre 1999, un mese prima del salvataggio del Fondo monetario internazionale. Il calo della lira nell’ultimo anno è uno dei peggiori dell’ultimo decennio di tutti i paesi che fanno parte del G20, anche durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009.

2) La caduta della valuta ha reso le importazioni più costose, alimentando l’inflazione.

3) Gli oneri finanziari, misurati in base ai rendimenti obbligazionari, sono saliti vertiginosamente, in quanto gli investitori chiedono un tasso di interesse più elevato per compensare l’elevata inflazione e il crollo della valuta. Gli investitori sono preoccupati che i debitori turchi non saranno in grado di rimborsare i loro debiti. Il costo dei derivati utilizzati per assicurarsi contro l’insolvenza del debito pubblico turco è aumentato notevolmente quest’anno.

4) Forte disavanzo partite correnti.

Una delle principali debolezze del sistema finanziario turco è l’elevato disavanzo delle partite correnti, il che significa che la Turchia deve attirare flussi di denaro dall’estero per mantenere la sua economia in equilibrio, visto che importa molto di più di quanto esporti. L’FMI prevede che quest’anno il disavanzo delle partite correnti della Turchia sarà il più elevato tra le economie emergenti dei paesi del G20.

5) Forte incidenza dei debiti esteri.

Una misura della dipendenza della Turchia dal denaro proveniente dall’estero è l’alta percentuale di debito in valuta estera dovuto dalle imprese, dal governo e dalle famiglie. Tale debito estero diventa più costoso da rimborsare man mano che la lira scivola, un problema importante per le aziende e le famiglie che hanno preso a prestito in valuta estera. Tale debito estero diventa più costoso da rimborsare man mano che la lira scivola, un problema importante per le aziende e le famiglie che hanno preso a prestito in valuta estera.

6) Sofferenze in crescita.

Difficoltà di rimborso dei prestiti si stanno già manifestando a seguito di un’impennata della crescita del credito l’anno scorso, alimentata da un ampio programma di prestiti garantiti dal governo.

7) Dipendenza dal petrolio.

La Turchia dipende fortemente dalle importazioni di petrolio. Si tratta di un problema grave, dato che il petrolio, venduto in dollari, è in aumento. La necessità di pagare in dollari il petrolio importato è uno dei fattori che hanno prosciugato le riserve di valuta estera della Turchia, già considerate insufficienti per far fronte a una crisi a pieno regime, secondo gli standard del FMI.

(articolo di Mf/Milano Finanza)

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