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Tutti gli scazzi tra Erdogan e Scholz su Eurofighter e Israele

Che cosa hanno detto Erdogan e Scholz Le sfuriate antiisraeliane del presidente turco Erdogan hanno un prezzo, che ieri gli è stato presentato a Berlino dove il cancelliere Scholz si è rifiutato di approvare la vendita ad Ankara di venti Eurofighter Typhoon come epilogo di uno scontro verbale tra i due leader sul diritto di…

Le sfuriate antiisraeliane del presidente turco Erdogan hanno un prezzo, che ieri gli è stato presentato a Berlino dove il cancelliere Scholz si è rifiutato di approvare la vendita ad Ankara di venti Eurofighter Typhoon come epilogo di uno scontro verbale tra i due leader sul diritto di Israele di difendersi da Hamas.

L’incontro e i dossier.

Sono volati gli stracci ieri a Berlino nell’incontro tra il cancelliere Scholz e il presidente turco Erdogan, radicalmente divisi anche, ma non solo, sul tema della guerra di Israele contro Hamas.

Come ricorda Deutsche Welle, Erdogan era volato in Germania per affrontare diversi dossier tra cui quello delle migrazioni, dell’ingresso della Svezia nella Nato e della fornitura ad Ankara di un certo numero di caccia Eurofighter di cui l’aviazione turca ha un disperato bisogno dovendo rinnovare la sua obsoleta flotta di F4 ed essendole preclusi i jet made in Usa per via dell’acquisizione fortemente voluta da Erdogan del sistema russo di difesa antiaerea S-400.

Le divisioni sulla guerra.

Ma è stata la guerra a dominare le discussioni e le dichiarazioni pubbliche dei due leader che, in merito al diritto di Israele di difendersi dalla minaccia di Hamas, sposano posizioni antitetiche.

“Non è un segreto che noi abbiamo, in parte, visioni molto differenti sull’attuale conflitto”, ha detto Scholz a Erdogan, con parole riportate dall’Associated Press, durante la conferenza stampa che ha preceduto i colloqui a porte chiuse; ma proprio per questo, “e particolarmente nei momenti difficili, abbiamo bisogno di parlarci direttamente”, ha aggiunto il cancelliere.

“L’attacco di Hamas implica che Israele debba proteggere sé stessa ed essere in grado di difendersi”, ha spiegato il leader socialdemocratico a un interlocutore che non solo nega questo diritto ma ha bollato lo Stato ebraico come “terrorista” e “fascista”.

Scholz ha naturalmente precisato che è importante “fare ogni sforzo per mantenere il numero delle vittime civili il più basso possibile”, specificando che “le sofferenze della popolazione civile palestinese a Gaza deprimono anche noi”.

La furia del Sultano.

Ma non è bastato per placare l’ira del Sultano. Israele, sono state le sue parole riportate da al Monitor, “sta bombardando luoghi di culto? Lo sta facendo. Sta bombardando chiese? Lo fa. E io sono molto preoccupato per questo. In quanto cristiani, non siete preoccupati per le bombe contro le chiese? Perché non alzate la voce contro questo?”.

Il presidente turco si è spinto sino ad insinuare che il sostegno tedesco a Israele sia legato in modo inconfessabile alle colpe della Germania nella Shoah. “Io parlo liberamente perché non dobbiamo nulla ad Israele… Coloro i quali sono indebitati non parlano liberamente. Noi non siamo passati attraverso l’olocausto e non ci troviamo dunque in questa situazione”.

Niente Eurofighter.

Ed è probabilmente l’animosità di Erdogan ad aver motivato il diniego che sarebbe stato opposto da Scholz alla richiesta turca, anticipata due giorni fa da Bloomberg, di acquisire almeno 20 Eurofighter Typhoon con l’opzione di acquistarne ulteriori venti.

Come riferisce l’Ap, era stato il ministro della Difesa turco Guler a dire due giorni fa alla Commissione Difesa del Parlamento di Ankara che Spagna e Gran Bretagna erano favorevoli all’operazione e si sarebbero adoperate per convincere Berlino, la cui approvazione è necessaria per ogni mossa che riguardi il consorzio che produce i jet.

Alla conferenza stampa di ieri, riporta Reuters, Scholz si è rifiutato di rispondere ad una domanda sul suo eventuale consenso alla vendita degli aerei, che secondo Bloomberg sarebbe stata già bocciata dal cancelliere come plateale segno di protesta per l’antisemitismo del leader turco, per le sue sconsiderate azioni militari contro i curdi siriani e per le lungaggini con cui Ankara ha gestito e tenuto in ostaggio il delicato dossier dell’ingresso della Svezia nella Nato.

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