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Aiuti Italia Gaza

Tutti gli aiuti che l’Italia sta inviando a Gaza

Gli aiuti umanitari inviati dall'Italia a Gaza entreranno nelle prossime ore nell'enclave palestinese, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ecco che cosa ha inviato il nostro paese finora

Due aerei C-130J dell’Aeronautica militare italiana con 16 tonnellate di aiuti umanitari (materiale e generi alimentari) sono atterrati in Egitto e ora i tir sono in transito verso Gaza.

È quanto ha dichiarato ieri il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, durante l’audizione alle Commissioni congiunte di Senato e Camera.

“Gli impegni assunti a Parigi dai partecipanti superano il miliardo di euro e gran parte di questi aiuti serviranno a finanziare gli sforzi delle Nazioni Unite per aiutare la popolazione dei Territori palestinesi”, ha detto Tajani, ricordando che l’italia ha inviato da Brindisi due C-130 dell’aeronautica militare ”con un carico di 16 tonnellate di beni umanitari della cooperazione italiana”.

Il titolare della Farnesina ha anche detto che il tempo necessario per far arrivare gli aiuti a Gaza non dipende dal nostro paese: “Non dipende da noi, faremmo passare molti più aiuti se dipendesse da noi”. Il ministro ha anche affermato che la nave ospedale Vulcano inviata dall’Italia la scorsa settimana si trovava al largo delle coste di Cipro e necessitava di autorizzazioni per spostarsi verso la costa di Gaza oppure di un accordo per i corridoi marittimi umanitari per il trasporto dei pazienti.

Lo scorso 8 novembre il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva annunciato infatti che la nave della Marina Vulcano era in partenza per il Medio Oriente per accogliere feriti di Gaza. “Siamo i primi a fare un’operazione umanitaria in quell’area e speriamo altri Paesi ci seguiranno”, aveva aggiunto il ministro.

Tutti i dettagli.

TAJANI “​AIUTI UMANITARI STANNO ENTRANDO A GAZA IN QUESTE ORE”

“Abbiamo fatto il possibile per gli aiuti umanitari. Ci sono tir con 16 tonnellate in coda per entrare da Rafah, ma serve l’autorizzazione delle parti coinvolte”. Evidenziando la necessità di ottenere le autorizzazioni dalle parti, Tajani ha spiegato che l’Italia ha fatto pressioni con Egitto e con Israele.

Il primo velivolo C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa era partito lo scorso lunedì 30 ottobre, trasportando il materiale fino al valico di Rafah, in Egitto, da dove è poi ripartito per raggiungere, via terra, per il tramite della Mezzaluna Rossa, Gaza, si legge sul sito dell’Am. Il secondo carico con ulteriori aiuti volti a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente è stato invece effettuato martedì 31 ottobre.

COSA TRASPORTAVANO I DUE C-130J DELL’AM

Entrambi i voli, organizzati in cooperazione fra il Ministero degli Esteri, l’ONU e la Mezzaluna Rossa, sono partiti dalla base ONU di Brindisi e hanno trasportato diverse tonnellate di beni primari destinati ad alleviare le sofferenze dei civili palestinesi, tra cui tende, coperte, bagni chimici e contenitori di acqua.

“Dobbiamo assicurarci che tutti gli aiuti inviati nella Striscia siano diretti esclusivamente ai civili bisognosi e che non ne beneficino neanche in maniera indiretta i terroristi di Hamas”, ha precisato in commissione il ministro degli Esteri.

ANCHE LA NAVE OSPEDALE ITALIANA IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE

Riguardo la nave ospedale con capacità chirurgiche e di emergenza messa a disposizione dal ministero della Difesa, Nave Vulcano, Tajani ha spiegato durante l’audizione alle Commissioni congiunte di Senato e Camera che il “centro logistico sanitario all’avanguardia è in viaggio verso l’area. È previsto anche l’allestimento di un ospedale da campo per la cui installazione è necessario trovare un accordo tra le diverse parti”.

“La nave ospedale della Marina militare Vulcano è partita, è al largo di Cipro. Ma serve l’autorizzazione delle parti in conflitto per arrivare al largo della Striscia di Gaza, per trasportare in elicottero o via mare i feriti” ha dichiarato il ministro degli Affari esteri.

L’idea infatti è quella di accompagnare i feriti sulla nave Vulcano. “La questione è complicata. Non possiamo mettere a repentaglio i nostri militari”, ha puntualizzato il titolare della Farnesina. Il ministro ha ricordato l’intensa attività diplomatica dell’Italia: “Abbiamo parlato con tutti i Paesi arabi, compresa la Tunisia”.

LE CARATTERISTICHE DI NAVE VULCANO

“Mandiamo l’unica nave dello Stato attrezzata con un ospedale, che possa prestare soccorsi seri, anche con una camera operatoria e penso che questo sia accolto di buon grado sia dai palestinesi che dagli israeliani” aveva spiegato il ministro Guido Crosetto la scorsa settimana.

Come spiega il sito della Difesa, l’unità “Nave Vulcano”, grazie alle sue capacità di supporto logistico e all’area ospedaliera (Role 2 imbarcato), di cui è dotata, comprensiva di ambulatori, strumenti diagnostici e sale operatorie, rafforzerà le capacità sanitarie del dispositivo già presente in zona e garantirà, inoltre, il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità e medicinali.

La Nave, con un equipaggio di oltre 170 marinai, di cui circa 30 impiegati nella struttura sanitaria, incluse 2 Infermiere Volontarie della Croce Rossa, ultimate le fasi di approntamento è partita oggi stesso per lasciare le acque italiane.

Successivamente, appena terminate le fasi di pianificazione e approntamento, lo Stato Maggiore della Difesa provvederà a inviare nell’area, con un volo militare, personale sanitario interforze (cioè anche dell’Esercito, dell’Aeronautica e dei Carabinieri). Nello specifico si tratta di: 3 anestesisti, 2 chirurghi, 1 ortopedico, 8 infermieri di area critica/rianimazione, 3 infermieri strumentisti, 8 infermieri, 1 tecnico di radiologia e 2 biologi.

Il Comando Operativo di Vertice Interforze sta predisponendo contemporaneamente anche lo schieramento, in un luogo in via di definizione, di un ospedale da campo dell’Esercito con capacità di “Role 2”. Questo, che è costituito in diversi moduli operativi, potrà essere interconnesso anche con eventuali strutture di altri paesi, precisa la nota della Difesa.

In entrambe le strutture sanitarie, insieme alle Forze Armate italiane, potrà essere impiegato — prosegue ancora la nota ministeriale — anche personale medico e sanitario di altri Paesi e delle Organizzazioni Internazionali che vorranno partecipare a questa missione umanitaria a favore della popolazione civile palestinese.

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