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Argentina

Tutte le idee di Javier Milei, il turbo-liberista che spopola in Argentina

Populista, anti-establishment, filosoficamente anarcocapitalista, negazionista del cambiamento climatico, cattolico antiabortista ma esperto di tantra e di incontri a tre, promette di tagliare le tasse con un piano “motosega” e si è guadagnato il titolo di “Bolsonaro argentino”. Ecco chi è e cosa pensa Javier Milei, l’outsider che alle primarie in Argentina ha sbaragliato gli avversari

 

Ha dichiarato guerra allo Stato e alle tasse e, in un Paese dove quest’anno il tasso di inflazione annuale ha superato per la prima volta dal 1991 il 100%, è diventato un eroe nazionalpopolare. È Javier Milei, il vincitore indiscusso – e a sorpresa – alle primarie in Argentina, che vengono considerate come una prova delle elezioni presidenziali che si terranno a ottobre.

Con oltre il 30% delle preferenze e la quasi totalità dei voti scrutinati si è infatti imposto davanti all’alfiere del peronismo e attuale ministro dell’Economia Sergio Massa (20,68%) e alla candidata della coalizione di centrodestra Patricia Bullrich (16,99%).

Ecco chi è e cosa pensa Javier Milei.

CHI È JAVIER MILEI

Nato a Buenos Aires nel 1970, l’infanzia di Milei è stata segnata da diversi momenti familiari controversi. Come scrive la Cnn, pur non avendo un buon rapporto con i genitori ha trovato nella sorella Karina appoggio e sostegno, la chiama El Jefe (il capo) e di lei dice che è “il grande architetto” dei suoi eventi politici, tanto che se a ottobre dovesse diventare presidente sarebbe lei la first lady.

Appassionato di Rolling Stones e di ballo in stile Mick Jagger (a cui probabilmente si ispira anche per il suo look), secondo il giornalista Juan Luis González, autore della sua biografia non autorizzata El Loco, è stato un ragazzino vittima di bullismo.

Oggi vive con cinque mastini inglesi che riconosce come la sua vera famiglia.

Nonostante una parentesi come portiere nel Chacarita, la laurea in economia – con una tesi che dal titolo “Iperinflazione e distorsione dei mercati” che nessuno è riuscito recuperare, scrive El Pais, ma che denota la sua devozione per la scuola economica austriaca – lo porta a diventare docente, membro del B20, il Gruppo di politica economica della Camera di commercio internazionale (consulente del G20) e del Forum economico mondiale. Ha lavorato anche per il gruppo bancario Hsbc.

L’ASCESA POLITICA

Ha iniziato a far parlare politicamente di sé nel 2018 quando ha pronunciato il suo discorso che definisce “liberale libertario” ma il grande salto c’è stato nel 2020, anno in cui ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre con La Libertad Avanza, il partito di destra da lui fondato.

In quel momento è iniziata quella che chiama una “guerra culturale”.

LE IDEE ULTRA-LIBERALI DI MILEI

“Tagliare, tagliare, tagliare” è il cosiddetto piano motosega annunciato da Milei. Stato e tasse sono i nemici numero uno. “Piuttosto che creare nuove tasse mi taglio un braccio”. E ancora: “Non andrò mai contro la libertà individuale o la proprietà privata”, ha detto in un’intervista del 2021.

Vuole privatizzare scuola, sanità, welfare, giustizia e pensioni. Propone la fine dell’indennità di licenziamento per ridurre il costo del lavoro, la chiusura della Banca centrale e la “dollarizzazione” dell’economia argentina sostituendo il peso con il dollaro statunitense.

LA VERSIONE ARGENTINA DI TRUMP (O DI BOLSONARO)

Ma due delle proposte più controverse si trovano nell’area della sicurezza, osserva la Cnn. Perfettamente allineato con l’ex presidente degli Usa Donald Trump – che ovviamente ammira – Milei sostiene la deregolamentazione del possesso di armi e la militarizzazione delle carceri.

Non solo. Per lui il cambiamento climatico è una bufala e la vendita di organi umani dovrebbe essere legale. È anche un fervido antiabortista, pure nei casi più estremi. In un’intervista ha detto che anche se si trattasse di una bambina di 10 anni vittima di violenza sarebbe contrario perché “un crimine non si può compensare con un altro crimine”.

In quanto a eccentricità forse però Milei supera anche Trump e Bolsonaro. Ospite del programma televisivo Podemos Hablar ha infatti parlato delle sue esperienze erotiche a tre e si è dichiarato un maestro del tantra.

IL FASCINO DI MILEI SUGLI UNDER 30 E IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA ARGENTINA

Oltre agli adulti delusi, Milei deve il suo successo alle primarie ai giovani, in particolare agli under 30 che, come ricorda El Pais, “hanno vissuto da bambini la crisi iperinflazionistica del 2001 e ora sono stufi della stagnazione economica, della mancanza di opportunità e, soprattutto, dei politici”.

“La rabbia di Milei – osserva il quotidiano – sembra cruciale se vuole rappresentare una parte dell’elettorato che sta assistendo al declino del Paese”. Il tasso di inflazione annuale è al 115% e la povertà è salita al 40%.

Dopo l’annuncio dei risultati elettorali Milei ha dichiarato: “Noi siamo la vera opposizione… Un’Argentina diversa è impossibile con le stesse vecchie cose che hanno sempre fallito”. E come ha dichiarato Juan Negri, professore di scienze politiche all’Università Torcuato di Tella, Milei “riflette il disincanto che ha portato molti elettori a non credere nei partiti politici”.

Nel suo primo discorso, urlando col solito fare populista, Milei ha promesso la fine della “casta parassitaria, ladra e inutile” dell’Argentina, “quel modello la cui massima espressione è l’aberrazione chiamata giustizia sociale che solo produce deficit fiscale”. E pregustando la vittoria alle presidenziali ha scommesso su una vittoria fin dal primo turno.

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