Con buona pace dei cosiddetti “giornaloni” che ora con tesi un po’ surreali tentano di controbilanciare il successo di Matteo Salvini, assolto perché il fatto non sussiste (“la formula più piena possibile”, ribadisce la parlamentare leghista e magistrato Simonetta Matone) al processo Open Arms, con un processetto tutto politico che gli starebbero preparando dentro il partito al Nord, Matteo Salvini esce rafforzato da Palermo. E con lui esce rafforzato tutto il governo di centrodestra che inevitabilmente con una condanna del suo azionista numero due sarebbe oggettivamente entrato in fibrillazione.
Ma, tornando a Salvini, si rafforza dopo Palermo il suo ruolo e il centrodestra giocoforza si ricompatta ancora di più, dopo i distinguo che c’erano stati tra lui e Antonio Tajani, segretario di FI, ministro degli Esteri, l’altro vicepremier. Prova dello scenario mutato nel mondo azzurro e dintorni è la telefonata tra Salvini e Pier Silvio Berlusconi che nei mesi scorsi non aveva nascosto che la politica un po’ lo tenta e non aveva risparmiato frecciate allo stesso Salvini come quella di aver intitolato l’aeroporto di Malpensa al padre senza, disse Berlusconi jr, averne parlato con lui. Ora la musica sembra completamente cambiata.
La Lega con una nota fa sapere della “cordiale telefonata tra il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini e l’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi”. Spiegano da Via Bellerio: “L’occasione è stata l’assoluzione con formula piena con cui si è concluso il processo Open Arms che vedeva imputato Salvini”. Sottolineano: “Il Ministro ha particolarmente apprezzato l’attenzione e la gentilezza di Pier Silvio Berlusconi, e ha ricordato con grande affetto le battaglie per una Giustizia giusta affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra vuole portare a termine”. Dunque, nel nome di “Silvio” Salvini rilancia sulla riforma della giustizia.
Lo aveva già detto l’altra sera a Palermo subito dopo la sentenza che è urgente riformare la giustizia perché non c’è stato solo il caso Salvini, ma “ogni anno un milione di innocenti è vittima di errori giudiziari”. Salvini incontra i sostenitori e militanti in Largo di Torre Argentina a Roma, prima di rientrare a Milano oggi e convocare un nuovo appuntamento in via Dante, nel cuore della città. Incalza: “È urgente la riforma della giustizia. In tribunale a Palermo gli italiani hanno visto una giusta e sana separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Non sempre è così. La separazione delle carriere, secondo me, porterebbe quello che si è visto ieri a essere normalità in tutta Italia”.
Ma altrettanto “fondamentale” per il vicepremier è introdurre “la responsabilità civile per i magistrati che sbagliano con dolo”.Su un suo eventuale ritorno alla guida del Viminale, Salvini risponde sibillino con il sorriso: “Sto bene dove sto, per ora”. Ma poi specifica: “Per ora? No, no. Diciamo che il fatto che abbiano riconosciuto che quello che ho fatto da ministro dell’Interno è stato assolutamente corretto è una soddisfazione e, se qualcuno negli anni scorsi ha pensato: ‘Non può tornare al Viminale, perché è sotto processo e potenzialmente un criminale’, questa cosa cade. Detto questo, per me Piantedosi è un fratello. Non corro per sostituirlo”.
E nessuna ” prova di forza” nei confronti della premier Giorgia Meloni, che – prosegue – “è stata una delle prime a chiamarmi. Semmai era una prova nei confronti di associazioni straniere finanziate da persone all’estero che vogliono il male dell’Italia, perché il signor Soros e compagnia finanziano la distruzione della nostra cultura, civiltà e identità”.
Salvini definisce Elon Musk “una persona illuminata” e dice che gli ha fatto “molto piacere il sostegno” del numero uno di X e Tesla. E poi: “Sono stati tre anni impegnativi, un’eventuale condanna avrebbe significato un’invasione di campo inaccettabile. Sicuramente l’aver riconosciuto che ho fatto semplicemente il mio dovere mi ripaga di tante amarezze”.
Quindi, non risparmia una nota polemica per Open Arms. Quello di Palermo – puntualizza il vicepremier leghista – “è un processo che è costato diversi milioni di euro. Pare che la Ong voglia fare appello, auguri. Ieri avevano i musi lunghi”.
Non manca una frecciatina all’ex premier del governo gialloverde: “A me di Conte lo smemorato interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale, perché non voglio il male di nessuno. Non sono abituato a fuggire dalle mie responsabilità a differenza di altri. Quando faccio qualcosa, ci metto la faccia”. Secca la replica di Conte: “Sono arrabbiatissimo, non si deve permettere, perché qui non è questione di memoria, sono fatti documentali. Il sottoscritto, da quando è iniziato l’impegno politico, ci ha messo sempre la faccia”.
Solo chi non conosce la tenacia, quella particolare “tigna” di cui è dotato il leader leghista può un po’ surrealmemte far circolare l’idea che ora però gli dispiacerà non poter far più la vittima. Tesi che sembrano fare pendant con quella di un Salvini che ora poiché assolto sarebbe atteso al varco del processo dei governatori del Nord sull’Autonomia. Seppur l’Autonomia non avrà un percorso semplice, come lo stesso Salvini ha già detto al congresso della Lega Lombarda, è un film quello dei “giornaloni” che appare però una po’ troppo cervellotico.
Salvini sembra piuttosto aver delineato per gli anni a venire, poiché sembra destinato a restare ancora per un bel po’ leader della Lega a maggior ragione dopo Palermo, un percorso in cui sta già mettendo alla prova una schiera di trentenni, dagli Andrea Crippa e Alberto Stefani già vicesegretari federali al capo dei giovani, Luca Toccalini e altri. Chissà che avrebbero scritto se l’avessero invece condannato.