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Trump fra dottor Jekyll e signor Hyde con Putin

Cosa succede tra Russia, Europa e Stati Uniti dopo l'ingresso dei droni russi in Polonia. Il taccuino di Guiglia.

Ora si può dirlo: gli è andata male. Al primo insidioso tentativo da parte di Vladimir Putin di mettere l’Europa alla prova con lo sciame di 19 droni nello spazio aereo polacco – attacco proveniente dalla Bielorussia e dalla chiara matrice russa -, la reazione è stata rapida e ragionata.

Diversi Paesi europei, compreso il nostro, si sono subito militarmente mobilitati in ambito Nato per salvaguardare la Polonia da gravi danni e dirompenti conseguenze politiche.

Di più. Mentre le autorità di Varsavia schierano 40 mila soldati a difesa dei propri confini, l’alleanza atlantica già prospetta la creazione di una “zona cuscinetto” nei cieli tra Polonia e Ucraina, così da poter abbattere i droni prima del loro ingresso in area Nato, un’eventuale prossima volta.

Il solo fatto che gli alleati occidentali considerino l’atto di Mosca una minaccia -non importa se per provocazione o una tantum-, dimostra la nuova consapevolezza acquisita: la guerra contro l’Ucraina non è un conflitto privato tra Putin e Volodymyr Zelensky, bensì l’offensiva tattica che la Russia persegue con nostalgia neo-imperiale per riconquistare “spazio vitale” ben al di là della Crimea e del Donbass.

Il riscontro, del resto, lo fornisce lo stesso Putin, che si rifiuta di sedere a un tavolo di pace, pur avendo già occupato la parte dell’Ucraina che lui considera sua.

Dunque, è in corso un conflitto ibrido, tecnologico e geopolitico su vasta scala, che impone fermezza e accortezza all’Occidente per non cadere in una nuova Sarajevo, come ha messo in guardia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (“siamo su un crinale come nel ‘14”), non per caso bersaglio continuo, il presidente, della propaganda russa.

Proprio per evitare che la Storia si ripeta, i Paesi euro-americani si preparano a lanciare l’operazione “Sentinella dell’Est” per rafforzare la posizione del mondo libero sul fianco orientale. La miglior difesa è la difesa ed è questo -tutelare la sovranità europea – che i Paesi Ue, scossi dall’“avvertimento” ai polacchi, intendono promuovere.

Lo stesso presidente statunitense, Donald Trump, che con Putin alterna comportamenti da dottor Jekyll e signor Hyde, dopo aver detto che i droni russi sono stati lanciati “forse per errore”, ora precisa che “con Putin la pazienza si sta esaurendo rapidamente”.

Intanto la Polonia chiude il confine con la Bielorussia, perché sono iniziate “le manovre strategiche congiunte degli eserciti russo e bielorusso”, secondo l’annuncio moscovita. Quattro giorni di esercitazioni, come se l’aggressore potenziale fosse la Nato contro la Russia e non in concreto la Russia contro l’Ucraina, bombardata da tre anni e mezzo. La verità alla rovescia nella guerra delle parole.

Ma gli europei oggi più determinati (anche con il diciannovesimo pacchetto di nuove sanzioni economiche alla Russia) e Trump forse rinsavito e riconvertito con colpevole ritardo alla politica del realismo, almeno una cosa hanno capito: che il cedimento non porta da nessuna parte, se non a quella dell’aggressore e dei sui doni che si chiamano droni.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
www.federicoguiglia.com

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