Donald Trump trumpeggerà su Amazon? E’ quello che si mormora su alcuni siti americani con una nuova puntata sull’annosa diatriba che vede contrapposti il presidente degli Stati Uniti e il colosso di Jeff Bezos. Ecco le ultime novità.
LE INDISCREZIONI DEL SITO AXIOS
“Un’ossessione, una vera e propria ossessione”. Le gole profonde della Casa Bianca raccontano così l’avversione di Donald Trump nei confronti di Amazon. Tanto che il presidente americano – come riporta il sito Axios – starebbe pensando di rimettere mano al trattamento fiscale del colosso del commercio online, accusato di azzoppare posti di lavoro nel settore dei grandi centri commerciali e in quello del commercio al dettaglio.
COSA DICE LA CASA BIANCA E WALL STREET
La Casa Bianca si è apprestata a dire che al momento non ci sono iniziative in vista, ma che tutte le opzioni sono sul tavolo per risolvere una questione che il presidente ritiene ingiusta. Quanto basta per far affondare il titolo di Amazon a Wall Street, dove e’ arrivato a bruciare fino a 50 miliardi di dollari perdendo oltre il 5% del suo valore, e recuperando in parte nel finale. Questo nell’ambito di un’altra giornata di passione per il Nasdaq, affossato dai titoli tecnologici travolti dall’onda lunga dello scandalo Facebook.
IL RUOLO DI BEZOS
Che Trump veda Amazon come il fumo negli occhi non e’ una novita’: lo dimostra la serie di tweet presidenziali con cui il gruppo di Seattle e’ stato bersagliato nei mesi scorsi. Del resto Amazon e’ la creatura di uno dei piu’ acerrimi nemici del tycoon: Jeff Bezos, l’uomo piu’ ricco al mondo con i suoi 126 miliardi di dollari e proprietario anche del Washington Post, in prima linea tra gli oppositori del presidente americano.
LE OBIEZIONI DEL CONGRESSO
Le obiezioni di quest’ultimo pero’ sono da tempo al centro di una riflessione sia in Congresso che in seno alla Corte Suprema. La questione riguarda le tasse statali sui prodotti venduti. Il colosso dell’e-commerce lo scordo anno ha cominciato ad applicarle sui beni venduti direttamente. Ma le grandi catene di distribuzione e le associazioni dei commercianti al dettaglio vorrebbero fossero applicate anche a beni venduti sulla piattaforma di Amazon da venditori terzi, per evitare differenze nei prezzi per i consumatori. Una partita aperta su piu’ fronti, dunque.
I PRECEDENTI DELLA DIATRIBA TRUMP-BEZOS
Ma soprattutto un braccio di ferro tra Trump e Bezos da cui dipenderà gran parte del futuro del gigante del commercio online. Intanto il tycoon può gioire per il dato sul pil Usa dell’ultimo trimestre del 2017, rivisto al rialzo al 2,9%: meglio delle previsioni degli analisti che parlavano di un +2,7%.
COSA DICE LA NBC
In passato, come ricorda la Nbc, il presidente si è espresso pubblicamente con alcuni tweet. In un messaggio del 28 giugno dello scorso anno, Trump si è scagliato contro ”l’AmazonWashingtonPost, a volte indicato come il guardiano di Amazon che non paga le tasse di internet (come dovrebbe), è FAKE NEWS!”.
LE PAROLE DI MNUCHIN
Meno di due mesi più tardi, il 16 agosto, un altro siluro: “Amazon sta facendo grandi danni ai commercianti che pagano le tasse. Città e stati in America vengono danneggiati e tanti posti di lavoro vanno persi”. Nello stesso periodo il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ipotizzava che l’amministrazione potesse prendere “una posizione” nei confronti di Amazon. A febbraio, Mnuchin ha ribadito -durante un’audizione alla Camera- che l’amministrazione “ritiene assolutamente” opportuno intervenire con misure fiscali.
E FACEBOOK?
Il presidente, invece, non pare granché interessato a Facebook. Mark Zuckerberg, numero 1 del social network, è nel mirino del Congresso che aspetta spiegazioni sul caso legato ai dati di decine di milioni di utenti ottenuti in maniera impropria da un ricercatore e passati ad una società, Cambridge Analytica, che ha collaborato con la campagna presidenziale di Trump.