È confortante, sotto Natale, che alcune cose proseguano senza cambiare mai. Le abitudini rassicurano, anche quando non particolarmente commendevoli. Per esempio, le eterne manovrine sulla manovra, i parlamentari che per cercare di assestare un colpetto a proprio vantaggio si muovono autonomi e scomposti durante la notte, mentre la premier è fuori, approfittando di momentanee distrazioni.
“Metto toppe ma c’è un limite”, sarebbe sbottata Giorgia Meloni, irritata dalle tensioni interne alla maggioranza sulla legge di bilancio, che difende e rassicura Giancarlo Giorgetti, anch’esso esasperato dalla Lega che rifiuta il minimo aumento dell’età pensionabile. Ed ecco così – tra minacce, nuovi tagli, imbarazzi e proposte originali come quelle sui condomini – il solito vertice a Palazzo Chigi per procedere con un maxi-emendamento e le non meno consuete rampogne e precettazioni, per richiamare alla disciplina i parlamentari e chiudere entro l’anno, a costo di ridurre le vacanze di fine anno.
Polemiche che hanno rischiato, è questo soprattutto a far imbestialire Meloni, di oscurarne i successi al Consiglio europeo: riconosciuti con toni trionfalistici dalla stampa internazionale, che l’ha definita “real kingmaker of the summit”, non dall’ufficio stampa FDI. Che intanto col sondaggio di Pagnoncelli registra l’ennesimo aumento di consensi, a proposito di abitudinarietà.
Poi, a rassicurare il nostro bisogno di conferme, arrivano le ennesime puntate dei cold case, da Garlasco a Emanuela Orlandi con l’amica indagata a 42-anni-42 di distanza… Il genere però va forte anche negli Usa con il disvelamento del cospicuo dossier Epstein, che nei file contenenti un book fotografico conta oltre un migliaio di presunte vittime e rivela un’altra costante di cui faremmo volentieri a meno, la frequenza con la quale troviamo come vittime giovani ragazze. Su questo, registriamo anche il triste caso del “maniaco” – il termine vintage è usato dal QN, fresco di attenzione dei Del Vecchio – ecuadoriano che si muoveva in monopattino e compiva o tentava le violenze su quasi bambine (lui ha pochi anni di più). Senza nemmeno usare droghe sedative, come ha fatto invece un 59enne italiano che ha stordito e stuprato la collega 24enne. Tanto per dire che non è questione di nazionalità né di età.
Ennesima, rassicurante costante è il familismo più o meno morale. Con i figli di Carla Signoris e Maurizio Crozza che raccontano la loro carriera nello spettacolo, dalla gavetta immaginiamo minimamente agevolata, e con il delfino del rettore veronese ritrovatosi fortunosamente unico candidato a un concorso. Natale con i tuoi.






