«Ogni stagione politica italiana ha la sua Telecom»: in ogni stagione politica, con una puntualità da treno giapponese, le vicende societarie della nostra principale società di telecomunicazioni condizionano i governi e la politica nazionale.
LE SFIDE DI TIM
Stavolta la partita è quella che Michele Arnese ha intitolato su Startmag ‘Tim e Open Fiber, come va il gioco della rete fra Cdp, Enel, Elliott e Vivendi’: la contesa per la supremazia nello sviluppo dell’infrastruttura spazia non solo nel campo politico interno ma anche in quello internazionale geopolitico, con protagonista Telecom Italia Sparkle spa, la controllata Telecom che gestisce la rete di tipo Tier-1.
IL RUOLO DI TELECOM ITALIA SPARKLE
Le vicende del quadro geopolitico coinvolgono due dorsali strategiche: quella sudamericana e quella africana. E qui l’attenzione che la parte americana dedica ai propri interessi cresce, soprattutto se si tiene conto dell’importanza del nodo di Gibuti nel quadrante del corno d’Africa che è il campo di battaglia con la Cina, vista la crescita della presenza in terra africana del colosso orientale, per dominare il settore tlc. E se non bastasse la competizione si allarga anche alla dorsale mediorientale che arriva nel cuore del Mediterraneo passando dall’Iran e dalla Turchia.
IL VALORE GEOPOLITICO DEI CAVI
È facile intuire che valore abbia la partita dei cavi che trasportano i dati per fare funzionare i big data, lo strumento che determina e indirizza sempre più la nostra vita quotidiana, l’economia e la sicurezza nazionale. Per quest’ultimo punto è sufficiente osservare l’ingente evoluzione del servizio di intelligence.
LE MIRE FRANCESI CON ALCATEL
E per questo non deve sorprenderci la ricerca del primato nel campo delle telecomunicazioni dei cugini francesi, che quando si tratta di infrastrutture di telecomunicazioni non sono meno aggressivi degli yankee: i transalpini puntano a favorire l’espansione di Alcatel utilizzando la consueta, ed efficace, politica dei ‘champion national’.
LA QUESTIONE LIBICA
Ma non è tutto: un altro scenario geopolitico gioca un ruolo decisivo nella competizione delle telecomunicazioni: la questione libica che vede Francia, Usa, Egitto e Russia lottare per aggiudicarsi la possibilità di piantare la bandiera nel territorio da cui passano e passeranno i preziosi cavi e dove sono collocate le ‘centrali’ di raccordo.
IL RUOLO DELLA GERMANIA
All’appello non poteva mancare la Germania, che oltre al ruolo di leader economico e politico dell’Unione europea ambisce ad avere un maggiore protagonismo internazionale, da sostenere col suo prestigio tecnologico e commerciale. Un protagonismo sullo scacchiere geopolitico che ha fatto capolino nella vicenda siriana.
LO SCENARIO POST MERKEL
Bisognerà capire se Frau Merkel, ma soprattutto chi a breve prenderà il suo posto di cancelliere, saprà applicare la lezione Bismarchiana di non aprire due fronti ostili opposti a oriente e occidente. I tedeschi sono già un player di primo piano nelle telecomunicazioni e con i suoi colossi industriali e delle costruzioni potrà avere voce in capitolo nello sviluppo delle infrastrutture che ‘nutrono’ i big data.
E L’ITALIA?
E nel finale arriva la consueta e immancabile domanda: e l’Italia? Sicuro non siamo tra i protagonisti. Forse è il caso di iniziare a impegnarsi nella partita della Libia scegliendo però l’alleato giusto.