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Tutte le questioni economiche aperte in Europa. Report centro studi Confindustria

Ecco i dossier aperti nel nuovo Parlamento europeo secondo il centro studi di Confindustria diretto da Andrea Montanino

Sul tavolo del nuovo Parlamento ci sono alcune tematiche molto rilevanti per il rafforzamento dell’Unione europea. È fondamentale vengano portate avanti al più presto perché l’Europa continui a essere fra le prime economie al mondo. I temi aperti più significativi sono 4: completamento dell’Unione bancaria, creazione del mercato unico digitale, rafforzamento del mercato unico dei capitali e di quello dell’energia.

Iniziare dall’Unione bancaria, dove manca ancora un pilastro fondamentale, l’assicurazione europea sui depositi (EDIS). Questo permetterebbe di migliorare l’assorbimento degli shock macroeconomici e proteggerebbe meglio i risparmiatori. È in ritardo, inoltre, l’attuazione del backstop per il Fondo di risoluzione unico, sul quale si è raggiunto un accordo politico ma a cui mancano alcuni dettagli tecnici. Sebbene l’accordo politico sul completamento dell’Unione bancaria debba essere raggiunto in sede di Consiglio europeo, quindi non sia appannaggio del Parlamento, questo può esercitare pressione sui capi di stato perché l’EDIS venga messo al centro del dibattito. Le controversie sull’Unione bancaria hanno una connotazione maggiormente nazionale, più che partitica: i paesi del nord-Europa vorrebbero maggiori garanzie, quindi un’ulteriore riduzione dei rischi, prima di procedere verso una maggiore condivisione.

PASSI AVANTI NEL MERCATO UNICO DEI CAPITALI

Le imprese europee, specialmente le piccole, hanno bisogno di maggiore facilità nell’accesso al capitale di rischio e a modalità alternative di finanziamento, per riuscire a chiudere il divario accumulato con Usa e Cina sugli investimenti. La disponibilità di capitale di rischio nell’Ue è ancora 7 volte inferiore a quella negli Stati Uniti. Molti passi avanti sono stati fatti, specialmente negli ultimi due mesi: infatti, 11 delle 13 risoluzioni proposte dalla Commissione sono state approvate. Sembra esserci, comunque, un’ampia maggioranza che possa spingere verso il completamento del mercato. Nella prossima legislatura proseguirà, inoltre, l’attuazione delle proposte della Commissione sulla finanza sostenibile.

MA ANCORA INDIETRO SUL DIGITALE

Non ci sono imprese europee digitali di rilievo. La creazione del mercato unico digitale diventa quindi cruciale per lo sviluppo dell’industria europea, visto che la frammentazione sui confini nazionali non permette alle imprese di raggiungere dimensioni comparabili a quelle USA. Esistono aree in cui soltanto l’integrazione può essere efficace (come la cybersecurity). Secondo stime del Parlamento europeo, la mancanza del mercato unico digitale costa circa 400 miliardi all’anno. Le priorità che affronterà il nuovo Parlamento saranno: intelligenza artificiale, concorrenza nell’era digitale (potere di mercato delle piattaforme digitali, accesso e proprietà dei dati), spionaggio informatico e 5G, direttiva e-commerce.

ENERGIA: GAS E SOSTENIBILITÀ SARANNO PRIORITARI

La Commissione europea ha stimato che i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sono del 30 per cento superiori a quelli degli Stati Uniti, quelli del gas del 100 per cento. Ciò ovviamente influisce sulla competitività delle aziende europee. Se il mercato europeo dell’energia ha fatto sostanziali passi avanti, grazie ai processi di liberalizzazione e integrazione, molto resta ancora da fare: il primo punto sarà la riforma del mercato europeo del gas, finalizzata ad avere un mercato più integrato, liquido e competitivo. Occorre migliorare la regolazione dei transiti europei e utilizzare in maniera efficiente le infrastrutture di approvvigionamento, garantendo al contempo un regime uniforme e non discriminatorio per i soggetti energivori, attraverso un allineamento delle agevolazioni fiscali e parafiscali all’interno dell’Unione. La riforma dei mercati dell’energia si inserisce all’interno della più ampia strategia per la decarbonizzazione dell’economia europea, che determinerà nuovi e più sfidanti obiettivi per ridurre le emissioni di CO2 ed incrementare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.

MA LA MAGGIORANZA È DA COSTRUIRE

Le recenti elezioni europee non hanno portato a un reale sconvolgimento delle forze in campo. Ma i gruppi politici tradizionali (i popolari e i socialisti), che da decenni formano la maggioranza in Europa, non avranno sufficienti deputati per governare da soli. Ciò significa che avranno bisogno dei liberali (ALDE) e probabilmente anche dei verdi, che sono diventati una forza considerevole in Germania e Francia. Un’attenzione maggiore ai temi della sostenibilità, quindi, è molto probabile.

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