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Inflazione

Super euro o mini dollaro? Come procede il ballo delle monete

L'articolo di Marcello Bussi, giornalista di Mf/Milano Finanza, con le ultime novità in materia di monete fra euro e dollaro

Euro sempre più forte grazie al nuovo record dell’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche e al ritorno della Grecia sui mercati dopo tre anni di assenza (vedere l’articolo in basso).

CHE COSA E’ SUCCESSO IERI A DOLLARO ED EURO

Ieri la moneta unica ha sfondato quota 1,17 fino a un massimo di 1,1712 dollari per poi ripiegare in serata a 1,1658, comunque in rialzo dello 0,1% rispetto alla seduta precedente. A luglio l’Ifo si è attestato a 116 punti, battendo il consenso degli economisti che si aspettavano una lettura a 114,9 punti. L’indicatore relativo alle condizioni attuali è salito a 125,4 punti rispetto ai 124,1 di giugno e quello sulle aspettative ha raggiunto quota 107,3 punti dai 106,8 del mese scorso.

I COMMENTI IN GERMANIA

«Il sentiment delle imprese è euforico», ha affermato Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo, che elabora l’indice omonimo, puntualizzando che «la soddisfazione delle aziende per quando riguarda la situazione attuale è sui massimi dalla riunificazione della Germania. Anche le prospettive di breve termine sono migliorate. L’economia tedesca sta avanzando».

I MOTIVI DEL SUPER EURO

Secondo Antje Praefcke, analista di Commerzbank, il super euro «è più una questione» di debolezza «del biglietto verde» sul mercato valutario. Un dollaro tanto debole che nemmeno le dichiarazioni di Yves Mersch sono riuscite a risollevarlo: il membro del comitato esecutivo della Bce ha puntualizzato che «serve ancora un grado di accomodamento monetario molto significativo» affinché l’indice dei prezzi al consumo torni verso l’obiettivo del 2%.

IL COMMENTO CHE ARRIVA DALLA BCE

A parere di Mersch, sull’inflazione pesa «la debolezza dei prezzi dell’energia» e «le misure dell’inflazione sottostante restano a livello generale su livelli deboli». Comunque sia, ha concluso, «la minaccia della deflazione è sparita» e l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe risalire gradualmente nel medio termine, sostenuto dalla politica monetaria della Bce e dalla continua ripresa dell’Eurozona.

TASSI E TREND IN VISTA DELLA FED

Indicazioni sul trend delle valute arriveranno di certo questa sera dal comunicato della Fed. I tassi d’interesse resteranno certamente invariati nella fascia 1-1,25% mentre, secondo la Praefcke, la Fed dovrebbe confermare l’avvio della riduzione del bilancio a settembre, lasciando intendere che ci sarà un altro rialzo dei tassi a dicembre (e la maggior parte degli economisti è dello stesso parere). Se tutto andrà secondo queste previsioni, difficile che il dollaro riesca a invertire la tendenza. L’euro sembra quindi ben avviato verso quota 1,20, livello che però rischia di mettere il bastone fra le ruote alla ripresa in corso nella zona euro.

Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza

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