Professor Alegi, cosa pensa della puntata di Linea di confine su Ustica mandata in onda stanotte?
Sono felicissimo.
Ma come? Aveva uno sguardo tra lo sconfortato e l’incredulo…
Sono felicissimo, perché ho capito che il pubblico è più sveglio di quanto si dica e che la Rai ne ha preso atto.
Professore, non la riconosco più. Ogni volta che l’ho intervistata su Ustica, lei ha detto cose ben diverse da quelle della trasmissione di Rai 2.
So che i giornali italiani non amano citare gli scoop altrui, ma è da ben prima della registrazione che è stato rivelato che Linea di confine non avrà una seconda stagione. Erano bastate cinque puntate per certificare il flop e passarlo dalla prima alla seconda serata. Insomma, da contribuente e abbonato forzato alla Rai non posso che applaudire alla capacità della tv pubblica di prendere atto della realtà.
Ora la riconosco!
La tv di Stato, finanziata con i soldi dei cittadini, dovrebbe avere un DNA di servizio e informazione corretta, soprattutto nelle trasmissioni che fanno capo alla Direzione Approfondimenti. Ieri sera si è rimasti in superficie, con RVM (si chiamano così i servizi montati dall’archivio, lo sapeva?) che rilanciavano senza contraddittorio tesi ampiamente sconfessate in sede penale.
Mi faccia un esempio.
Gliene faccio due. Quando si usa l’RVM dell’ex presidente Cossiga che parla di missile a risonanza, una redazione obbiettiva correrebbe a verificare se nel 1980 ne esistessero (risposta: no) e magari scoprirebbe che Bud Sewell, il missilista citatissimo a sostegno della battaglia aerea, dichiarava il blast “il sistema di uccisione delle persone meno efficiente che ci sia”. A un certo punto, viene intervistato il professor Casarosa, al quale si deve la teoria della “quasi collisione”, secondo cui il passaggio ravvicinato di un ipotetico altro aereo avrebbe indotto il cedimento strutturale del DC-9. Sarebbe stato forse il caso di ricordare che nel processo penale i calcoli furono dimostrati sbagliati, tanto che nell’udienza del 9 maggio 2003 quel gran gentiluomo del professor Paolo Santini ammise un “errore macroscopico” nei calcoli, aggiungendo che “non li abbiamo verificati per niente, è stato fatto questo errore, punto e basta.” Il suo collega tedesco Hans Forsching già il 30 ottobre 2002 aveva invitato Casarosa a “recarsi presso un congresso internazionale ed esporre tutte queste sue teorie e vedere la reazione del pubblico a quello che dice.” Me lo chiedo anch’io: chissà quale sarebbe la reazione del pubblico televisivo se per una volta, finalmente, dopo 45 anni, potesse disporre di tutti gli elementi e non solo di quelli della vulgata.
Tutto qui?
Siamo tutti d’accordo sul fatto che riassumere Ustica in poche parole sia impossibile. Ma da qui a ripetere stancamente le argomentazioni da sempre addotte dai sostenitori della battaglia aerea ce ne corre. Eppure, la trasmissione è stata costruita a queste “cose”, portate avanti dal conduttore, dagli RVM e da due ospiti. Diciamo tre voci. Dall’altra parte, il bravissimo Stefano Zurlo e, solo nell’ultimo blocco, io, per quel poco che vale. Per quanto il dibattito in studio sia stato vivace, credo ci voglia poco a calcolare quale minutaggio fosse stato assegnato a tavolino e a chi. Senza dimenticare che il pregiudizio si nasconde nei dettagli: Monteleone ha detto persino che i soccorsi furono avviati in ritardo, ignorando quelle che erano le tecnologie disponibili nel 1980.
È la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente.
C’è poco da scherzare, Pereira. Nel film di Humphrey Bogart la responsabilità penale del gangster era chiarissima. Nel caso Ustica ho perso il conto di quante versioni esistano della presunta battaglia aerea, ma in trasmissione si è saltati indifferentemente dal missile alla quasi collisione, lasciando galleggiare ipotesi in ampio contrasto tra loro. Non so come si possano denunciare spostamenti minimi della bomba nelle diverse perizie e poi sostenere tesi in cui francesi, americani, belgi, portaerei e basi a terra sono intercambiabili tra loro. L’unica verità lampante è che delle oltre 90 persone rinviate a giudizio, nessuna è mai stata condannata in alcun grado. Presentarle, con nome e cognome, persino fotografia, dicendo che sono comunque colpevoli è una porcheria che ha quasi certamente risvolti deontologici, civili e penali. Non credo che Ed Hutcheson, il direttore interpretato da Bogart, avrebbe messo in prima pagina cose del genere.
Professore, però Linea di confine non apre il TG1 ma chiude la notte di Rai 2.
Capisce perché sono felice, Pereira? La Rai funziona benissimo.
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Aggiornamento:
Il professor Alegi ci comunica di aver ricevuto una telefonata dalla dottoressa Emanuela Giovannini, che ha smentito la cancellazione della seconda stagione riferita da Dagospia. Ne prendiamo atto.