L’abisso della Siria. Tanto tempo fa ho imparato che una “mise en abîme” è una tecnica artistica o narrativa che consiste nel mettere una copia dell’immagine o della storia in piccolo, all’interno del disegno o del testo più grande. Non capita tanto spesso di vedere un qualcosa “messo in abisso” in una mappa. Ma con la Siria sì: è la riduzione in piccolo dell’intero Medio Oriente.
In 11 punti, alcuni elementi per cogliere meglio che diavolo succede ancora da quelle parti.
1. Una coalizione di gruppi ostili al regime di Bashar al-Assad si è impadronita di Aleppo, seconda città, capitale economica e centro più popolato nel Nord del Paese, vicino al confine della Turchia.
2. La coalizione che ha attaccato è dominata dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), cioè “Comitato di Liberazione del Levante”. Il Levante è l’area mediterranea del Medio Oriente. E’ un’unione di diversi gruppi derivata dalla vecchia rete di Al-Qaida in Siria.
3. La conquista di Aleppo è il risultato di un’offensiva lanciata da mercoledì in tutto il nord-ovest siriano, contro l’esercito ufficiale comandato dai generali di Assad a Damasco. L’HTS è sostenuto dalla Turchia.
4. È il primo combattimento di rilievo in Siria dal 2020. La guerra civile scoppiata nel 2011 a seguito delle rivolte contro Assad, poi degenerate, si era congelata, senza però terminare, nel 2016.
5. Assad – sostenuto da Russia, Iran e Hezbollah – era riuscito a sopravvivere alla ribellione, riprendendo il controllo della capitale e dell’area in rosso sulla mappa, il sud-ovest del Paese. Al momento, circa 10 milioni di abitanti (su 16) vivono sotto la sua autorità.
6. La Russia lo sostiene coi suoi mercenari e con le sue armi. Nel territorio siriano ha due grandi basi, fondamentali nello scenario mediterraneo: quella navale di Tartus – dove tiene i suoi sottomarini nucleari – e quella aerea di Latakia.
7. L’Iran controlla invece l’autostrada che attraversa la Siria dal confine con l’Iraq a Damasco e Beirut. E pattuglia il Paese con le sue guardie rivoluzionarie e con milizie locali, pakistane, libanesi o afghane.
8. I raid di Israele si concentrano sulle milizie filo-iraniane, il cui indebolimento ha permesso l’attuale avanzata dell’opposizione islamista. Israele bombarda la Siria da oltre dieci anni, ma ha intensificato i suoi attacchi dopo il 7 Ottobre.
9. L’HTS (definita “terrorista” da Damasco, Bruxelles e Washington) era invece concentrata nella ridotta di Idlib – da dove può ricevere al meglio l’aiuto turco, dal passaggio di Bab al-Hawa, da dove tra l’altro entrano gli aiuti internazionali, merce che usa per finanziarsi. Agisce sia in chiave anti-Assad che in chiave anti-curda.
10. Gli USA mantengono in Siria circa 1000 effettivi, soprattutto vicino al confine con l’Iraq e nell’area controllata dai curdi, che sostengono. Più o meno si tratta di tutta la regione a nord dell’Eufrate, dove vivono circa due milioni di persone, e ricca di giacimenti di idrocarburi.
11. Infine c’è la zona occupata dall’esercito della Turchia. Obiettivo: impedire alla componente curda di avvicinarsi alle frontiere nazionali, e di costruire una continuità territoriale fino al Mediterraneo.