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I sicuri fallimenti della sinistra sulla sicurezza

Se nella lettera il Decreto sicurezza è deficitario, dal punto di vista dello spirito interpreta il senso dei tempi. Ed è proprio questo senso che la sinistra fatica molto a capire. L'intervento di Battista Falconi.

L’ultimo a chiedere una stretta normativa all’accesso e all’uso dei social, in un’intervista odierna, è Matteo Salvini. Per rendere chiaro come l’esigenza sia trasversale e non ideologica, il vice premier cita l’esempio del governo spagnolo. In realtà, misure di questo genere sono state annunciate ancor più recentemente, proprio ieri, anche da Emmanuel Macron, a confermare senza ombra di dubbio che la preoccupazione per gli abusi e per le conseguenze legate all’uso dei social media, soprattutto da parte delle giovani generazioni, è davvero diffusa e senza connotazione ideologica.

In questo senso il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che vuole impedire o almeno limitare l’uso dei telefoni cellulari anche alle scuole superiori, si trova in ampia e variegata compagnia. Curioso, visto che parliamo di un uomo di impostazione liberale ma decisamente arcaica, fautore della “scuola del latino e delle poesie a memoria”, per riprendere il titolo della sua intervista odierna (Valditara e altri ministri, annotazione tra parentesi, sono affetti da una forma di intervistite, non passa quasi giorno senza che esternino a qualche organo di stampa).

Questa tendenza ad andare verso norme restrittive è estesa anche ad altri settori meno scontati. Il voto sul quesito referendario riguardante la concessione della cittadinanza agli immigrati, dove i contrari all’accelerazione sono stati più di un terzo del terzo di elettori che si sono recati alle urne, con maggioranza assoluta tra gli elettori del Movimento 5 Stelle, è un altro indizio rilevante. Che si abbina alla trasversalità geopolitica delle misure restrittive sui processi migratori, sostenute tanto dalla Gran Bretagna come dai Paesi scandinavi, per non parlare degli Stati Uniti dove stanno diventando oggetto di uno scontro di piazza e istituzionale senza precedenti tra Casa Bianca e Los Angeles.

Per tornare a Macron, un altro elemento di preoccupazione sollevato dal presidente francese è quello dell’acquisto dei coltelli on-line. Qui si tocca un’altra dinamica sociale in forte espansione e causa di preoccupazioni: la possibilità di acquistare in rete, facilmente quand’anche non legalmente, magari andando a pescare nel cosiddetto Deep Web, articoli di vario genere: alcuni in teoria innocui ma realizzati senza il rispetto delle misure di sicurezza per i consumatori come gadget e dispositivi, sostanze psicotrope illegali oppure, il che è per certi versi peggio, precursori chimici per realizzarne.

Questo tipo di indirizzi politici e normativi, convergenti verso una idea di società più rigorosa, più restrittiva, dove la preoccupazione per la sicurezza collettiva prevale sul vago concetto di libertà individuale e civica, è un elemento significativo dell’attualità che andrebbe considerato nel momento in cui si dibatte del cosiddetto Decreto sicurezza. Un provvedimento che forse ha il limite, tipico di alcune norme ideate ed emanate da questo governo, del cosiddetto panpenalismo, dell’idea illusoria che basti creare una norma per contrastare il comportamento illegale al quale si riferisce. In realtà è esattamente il contrario, per una società con meno delitti occorrono meno regole, in modo da assicurare la certezza del diritto che non si basa sulla quantità di articoli del Codice Penale, se non in senso inversamente proporzionale.

Se nella lettera il Decreto sicurezza è però deficitario, dal punto di vista dello spirito interpreta il senso dei tempi, del quale il centro-destra di governo in Italia è un formidabile interprete. Ed è proprio questo senso, questo spirito che la sinistra e le opposizioni faticano molto a capire. Pd e Cgil non colgono il cambiamento. Ce ne siamo accorti, casomai ce ne fosse stato bisogno, anche con il referendum.

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