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Pierpaolo Sileri Juventus Napoli

Sileri e Galli sgambettano la Juventus nella partita contro il Napoli

Come e perché il viceministro della Salute, Sileri, e l'infettivologo Galli hanno di fatto dato ragione al Napoli sul caso della partita con la Juventus

La partita Juventus-Napoli non è mai iniziata ma si sta giocando, ugualmente, in un campo ben diverso da quello gioco.

La palla, dopo che il Napoli non è sceso in campo, perché in isolamento fiduciario causa contagi Covid in squadra, è passata ad un giudice sportivo, chiamato a fare da arbitro tra Asl, governo e mondo del calcio, Lega e Figc.

Tra attaccanti e terzini di questa partita ormai istituzionale ci sono anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e l’infettivologo Massimo Galli che non ci stanno a dare la vittoria a tavolino alla Juve per essere scesa in campo in solitudine.

Andiamo per gradi.

COSA E’ SUCCESSO

Partiamo dai fatti. L’Asl di Napoli ha obbligato il Napoli a non partire per Torino causa rischio epidemiologico dopo che due giocatori sono risultati positivi a Covid, dopo la partita con il Genoa, dove si contano 14 positivi. La squadra, dunque, non è potuta scendere in campo a disputare la partita con la Juventus, che invece era presente allo Stadium.

PARTITA VINTA A TAVOLINO?

Il giudice sportivo Gerardo Mastrandera, questa mattina, avrebbe dovuto decretare la vittoria a tavolino della Juventus, ma così non è stato. Come scrive Repubblica, infatti, il giudice prenderà tempo per analizzare con calma la situazione e potrebbe anche chiedere un supplemento di indagine, mandando gli atti alla Procura federale della Figc guidata da Giuseppe Chinè.

IL PROTOCOLLO DEL GOVERNO

La questione non è di semplice soluzione. Mentre il Napoli si è attenuto alle imposizioni arrivate dalla Asl, pur informando per tempo gli interessati (e chiedendo anche un rinvio), il protocollo nazionale firmato dal ministro della Salute e dal Cts, e redatto in base alle proposte della Federazione Italiana Giuoco calcio, stabilisce una quarantena soft per i giocatori.

Ora lo stesso comitato ha detto che l’Asl viene prima. “Quello in atto non è uno scontro tra ordinamento sportivo e ordinamento statale (con l’ovvia predominanza di quest’ultimo) ma tra due fonti di diritto di pari dignità dato che il protocollo è una norma di carattere speciale ma dell’ordinamento statale”, commenta il Corriere della Sera.

LA POSIZIONE DELLA LEGA

Sulla questione, proprio in vista delle gare del weekend, si era espressa anche la Lega calcio, scrivendo: “Qualora uno o più calciatori dello stesso Club risultassero positivi al virus SARSCoV-2 la gara – fermo quanto previsto ai punti 4 e 5 – sarà disputata. Secondo il calendario di ciascuna competizione purché il Club in questione abbia almeno tredici calciatori disponibili (di cui almeno un portiere). e alla condizione che i suddetti calciatori siano. in ogni caso, risultati negativi ai test che precedono la gara in questione in ossequio al Protocollo della Federazione Italiana Giuoco Calcio”.

SPADAFORA PRONTO A MODIFICA PROTOCOLLO

Ove a prevalere su tutto fosse la decisione dell’Asl, allora dovrebbe essere modificato il protocollo nazionale. E il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, scrive Repubblica, incontrerà nella giornata di oggi Lega e Figc. “La situazione generale è diventata più complessa, tanto da non lasciare immune il mondo del calcio, nonostante le regole adottate. Ed è per questo che come è stato più volte chiarito sia nei verbali del Cts che nei Dpcm, alle Autorità sanitarie locali è demandata una chiara responsabilità e una precisa azione di vigilanza”, ha detto il Ministro.

SILERI: E’ ASL CHE DECIDE

In questa partita ad attaccare la Juve contro lo 3 a 0 a tavolino è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che intervenendo a L’Aria che Tira, su La 7, ha detto che “è la Asl che decide se vi è rischio o non vi è rischio. Se la Asl di Napoli ha deciso questo, vuol dire che ha fatto un racconto anamnestico tale per cui ha dato questa indicazione. Non c’è nessun altro che può dirlo”.

“E’ la Asl che decide chi sta in isolamento e chi no. Solo il medico del dipartimento di prevenzione può fare un raccordo anamnestico, interrogando il positivo e andando a scoprire quali sono stati i contatti stretti, quando ci sono stati, se indossavano la mascherina e che tipo di mascherina avevano. E’ la Asl che decide se qualcuno deve andare o non andare in quarantena”, ha detto Sileri.

SILERI: SOLO QUARANTENA E’ GARANZIA

E sempre il viceministro aggiunge: “L’unico meccanismo che ci permette di andare avanti col calcio, non è il tampone, di cui abbiamo visto i limiti col caso del Genoa, ma è la quarantena”, ovvero “se ci sono positivi e si tengono le persone distanti per settimana e con un tampone negativo dopo alcuni giorni si liberano”. In sostanza, conclude Sileri, “il protocollo, e non solo quello per il calcio, deve esser rivisto”, prevedendo di ‘liberare’ le persone se dopo 6 -7 giorni di isolamento hanno un tampone negativo.

GALLI: IRRESPONSABILE NON TENERE CONTO DECISIONE ASL

Ad intervenire in questa lunga e faticosa partita anche l’infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, Massimo Galli, intervenendo su Agorà su Rai 3. Il fatto che la Juve fosse scesa in campo è “la dimostrazione del fatto che in una situazione come questa ci sono regole e autorità che superano determinate altre, e che non riconoscere e non accettare questa cosa non è responsabile”. Il noto infettivologo ha anche commentato il caso Genoa: è “paradigmatico. Io non ci volevo credere. Mi sarei aspettato che le controanalisi smentissero questa cosa e invece è il classico focolaio da superdiffusore”, ha detto Galli.

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