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Arnese

Scannapieco style in Cassa, pagelline Aifa, indecisioni Ema, Merkel e Draghi deludono Biden sulla Cina?

Non solo Biden, Merkel, Draghi, Ema, Aifa, Astrazeneca e Cdp (fra Palermo e Scannapieco). Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

L’OMELIA DOMENICALE E OMBELICALE DI PAPA SCALFARI SU REPUBBLICA

 

LA CASSA DI PALERMO E ORA DI SCANNAPIECO VISTA DAI GIORNALI

 

LE PAGELLE DELL’AIFA ALLE REGIONI SULL’OPEN DAY ASTRAZENECA

 

VACCINAZIONE ETEROLOGA? BOH. PAROLA DI EMA

 

RIPARTENZA ALL’INDIANA

 

BUONA TV A TUTTI

 

GLI ALLEATI INTERNETTIANI DELLA CINA

 

LA GUERRA DEL CHIP

 

LIBERISMO ALL’AMERICANA

 

MERKEL E DRAGHI POCO AMERIKANI SULLA CINA?

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DE LA STAMPA SUL G7 CON LE POSIZIONI ARTICOLATE SULLA CINA:

Dai finestroni l’azzurro splendente del mare sovrasta la stanza del vertice. È mattino e l’imprevedibilità del clima della Cornovaglia regala un sole che scaccia la bruma con cui Carbis Bay era stata avvolta la sera prima. I leader del G7 sono seduti ad ascoltare Angela Merkel che sintetizza così la posizione europea sulla Cina a Joe Biden:«Non si tratta di essere contro qualcosa ma per qualcosa». Mario Draghi è d’accordo e lo è anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Biden è stupito. Si aspettava le resistenze della cancelliera tedesca, meno quelle del presidente del Consiglio italiano. Il presidente americano era arrivato con un’idea precisa e una serie di proposte agli alleati. Il nuovo avversario globale è la Cina e va neutralizzata con un’operazione che dimostri l’esistenza di due blocchi: da una parte l’alleanza delle democrazie, dall’altra le autocrazie.Ma Biden non vuole solo generiche prese di distanza, pretende un segnale. Chiede che nel comunicato ufficiale di fineG7 venga espressa una forte condanna alla sistematica violazione dei diritti umani in Cina, citando i trattamenti riservati alla minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinjiang. L’obiettivo massimo che si era dato Biden all’inizio del vertice è di esplicitare il divieto di importare prodotti realizzati con il lavoro forzato. Quello minimo è l’impegno a fermare i maltrattamenti, negati da Pechino, e le pratiche commerciali sleali. In ogni caso, gli Stati Uniti si assicurerebbero di vedere menzionatala Cina nel testo. Non tutti sono d’accordo e in una bozza circolata nel pomeriggio Pechino non è ancora citata. Le diplomazie dei singoli Paesi trattano per ore sui dettagli del comunicato e in un briefing serale la Casa Bianca appare sollevata e fiduciosa della convergenza conquistata. Prima di dare un giudizio definitivo, però, vuole vedere come sarà confezionata oggi la dichiarazione congiunta finale.

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