Il caso vuole che entrambi si chiamino “Matteo”. E che entrambi siano accomunati anche, si dice, da una certa sensazione di non sentirsi amatissimi sul colle più alto.
Salvini e Renzi si combattono e non per scherzo da posizioni nettamente diverse ma sarebbero anche consapevoli del rischio comune di finire entrambi un giorno all’opposizione.
Magari spiazzati, i due così diversi tra loro outsider (l’altro, il numero uno è Silvio Berlusconi che però viene dato un po’ fuori scena), da un governo semitecnico giallo-rosso e chissà con un’ombra di area azzurra, che sta diventando, secondo gossip del Palazzo, un po’ l’incubo dei due “Matteo”.
Sembra fantapolitica ma uno scenario del genere in fondo potrebbe non essere poi così tanto “fanta”, almeno secondo certi avveduti leghisti con antenne ben dritte. E che la sera in cui il premier, Giuseppe Conte, scendeva davvero in politica apparendo sempre più in versione pentastellata ma in salsa dc, ovvero la sera della sfida “buonista” a Salvini sugli immigrati al largo di Malta, a chi scrive hanno detto: “Conte ha messo non uno ma due dita nell’occhio a Salvini”. E ancora: “Proverà e proveranno da qui alle Europee a fargli saltare i nervi per indurlo a staccare la spina, tanto più se alle Europee li dovessimo sorpassare alla grande, ma noi pensiamo che tanto le elezioni non ce le darebbero. E a quel punto prenderebbe piede il papocchio. Tanto più con Nicola Zingaretti alla guida del Pd. E Forza Italia potrebbe prestarsi con ministri di area tecnica”.
Gli rispose la sottoscritta: “Fatemi capire, quindi Salvini e Renzi all’opposizione insieme?”. Sorriso e silenzio. Ora certo è un fatto slegato da tutto ciò che i due “Matteo” siano entrambi presenti a un’iniziativa sulla riforma della giustizia organizzata da Annalisa Chirico presidente dell’associazione “Fino a prova contraria”.
Ma è un fatto anche che dalla sera della “discesa in politica” di Conte, prima di Natale, abbiano preso a rimbalzare nei Palazzi della politica voci di contatti tra i due “Matteo”.
Contatti che erano frequenti ai tempi della nascita del Rosatellum. Tenuti anche attraverso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e numero due leghista, detto il “Gianni Letta padano”, ovvero quel Giancarlo Giorgetti che sembra con un a fatica riesca a controllare ormai le mosse del lanciatissimo Conte. E del resto un altro bocconiano della Lega, come Giorgetti, ovvero il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia, con Renzi ha un buon rapporto personale da sempre.
Pochi giorni prima di Natale al Senato l’ex leader del Pd è ex premier gli disse alla buvette:”Sei stato il miglior assessore al Bilancio (in Lombardia ndr)”. Il caso di chiamarsi entrambi “Matteo” resterà solo una cosa per caso?