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Salvini

Rebus ministeri per il centrodestra

Che cosa dicono Meloni, Salvini e Berlusconi sulla formazione del prossimo governo di centrodestra. La nota di Paola Sacchi

 

Il toto-nomi della futura squadra di governo impazza, con le ipotesi più disparate che cambiano di ora in ora, e il centrodestra pone un alt. Non perché, come sarebbe inimmaginabile, non se ne parli, ma per rimettere al centro i contenuti, con il caro bollette al primo posto. Ovvero, l’emergenza che sta stringendo in una morsa il Paese.

Giorgia Meloni di questo parla uscendo ieri sera da Montecitorio rispondendo ai cronisti che “bisogna avere un incarico prima di formare un governo”, rinquadrando il tema in una cornice istituzionale.

Quanto all’emergenza energetica, la presidente di FdI, che si sarebbe sentita con il ministro Cingolani impegnato a Bruxelles e con la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, auspica “la massima compattezza di tutte le forze politiche”.

Meloni, secondo indiscrezioni avrebbe sentito anche Mario Draghi sulla necessità di una risposta unitaria europea.

Poi, un appello all’unità: “La propaganda di demonizzazione contro di noi – perdurata nel corso di tutta la campagna elettorale – ha inasprito gli animi e diviso gli italiani. Noi lavoreremo per unirli, perché questo non è il momento delle polemiche ma della responsabilità”.

Sul caro bollette insiste Salvini, che aveva particolarmente martellato per tutta la campagna elettorale, chiedendo uno scostamento immediato di bilancio con distinguo rispetto a Meloni. Ieri il leader leghista ha avuto un primo vertice ad Arcore dopo il voto con Silvio Berlusconi.

Probabilmente oggi Berlusconi incontrerà Meloni, ma non è escluso che ci sarà anche Salvini. Sarebbe la prima riunione dopo il 25 settembre del centrodestra. Afferma la nota dopo il vertice Berlusconi-Salvini che sono state affrontate “le priorità del futuro governo”. È stata ribadita ” la massima comunità d’intenti con Giorgia Meloni” e la necessità di “dare presto all’Italia un esecutivo compatto, di alto livello, capace di affrontare sfide complicate a partire proprio dall’emergenza originata dai prezzi record dell’energia”.

Salvini in mattinata aveva sottolineato che quello che conta, più che parlare di nomi, è mettersi subito al lavoro per affrontare le emergenze. Un messaggio evidentemente volto ad attenuare il risalto che era stato dato alla casella del Viminale, alla quale lo reclama la Lega, con i suoi 95 parlamentari riuniti che l’altro ieri hanno fatto quadrato come il Consiglio Federale attorno al leader acclamato con una standing ovation e un coro “Matteo, Matteo”. Una manifestazione di compattezza anche di fronte alla richiesta dell’ex segretario Roberto Maroni che, da collaboratore del quotidiano Il Foglio, aveva chiesto in questi giorni le dimissioni di Salvini e candidato il governatore del Veneto Luca Zaia a nuovo leader.

Ma lo stesso Zaia ha risposto di non essere interessato. Assodato che la leadership di Salvini non era neppure argomento all’ordine del giorno del vertice leghista di lunedì, cui seguirà un altro sul governo giovedì, ora è chiaro che il dibattito sulla squadra del centrodestra va inevitabilmente avanti.

Quella richiesta del ministero “di peso” che la Lega secondo azionista, a un’incollatura da Forza Italia, con il 16 per cento dei parlamentari, chiaro che mette sotto i riflettori subito l’Interno, sul quale il partito è verosimile che terrà il punto. La sicurezza è un suo tema bandiera e i risultati ottenuti da Salvini, che gli sono costati anche un surreale processo, hanno portato a una drastica diminuzione degli sbarchi di immigrati clandestini.

Ma, se dovessero esserci difficoltà, via via nel negoziato, la Lega a maggior ragione chiederebbe per il suo leader un “ministero”, appunto “di peso”, per rimarcare la sua indispensabilità per il governo e la sua stabilità. Anche se “gli appoggi esterni di cui hanno parlato giornali di sinistra sono sciocchezze”.

I ministeri di peso sono molti e quelli economici (dal Lavoro allo Sviluppo economico all’Agricoltura, casella dove sarebbe in pole Gianmarco Centinaio) in particolare sono nelle corde leghiste, ma non si escludono altri.

Resta il fatto che anche Forza Italia, dato il suo ruolo ugualmente indispensabile per il governo, reclama caselle importanti. E FdI come primo partito ovvio che vorrà tenere i ministeri chiave.

Il toto nomi cambia di ora in ora. Il rebus non è semplice, ma la coalizione che oggi forse con tutti e tre i leader si riunirà ad Arcore ci ragionerà sopra. Mettendo però al primo posto la drammatica emergenza bollette.

Sul piano della politica estera, unità contro l’escalation di Putin. Meloni: “La dichiarazione di annessione alla Federazione Russa di quattro regioni ucraine dopo i referendum farsa svoltisi sotto violenta occupazione militare non hanno alcun valore giuridico o politico”. La presidente di FdI è dura: “Putin dimostra ancora una volta la sua visione neo imperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell’intero continente europeo. Questa ulteriore violazione delle regole di convivenza tra Nazioni da parte della Russia conferma la necessità di compattezza e unità delle democrazie occidentali”.

Netto Salvini: “La Lega condanna fermamente ogni aggressione, annessione e minaccia nucleare. Il prossimo governo italiano dovrà lavorare con ancora più determinazione per la pace e il disarmo, al fianco delle democrazie e delle forze occidentali”.

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