Dopo una lunga e brillante carriera come ambasciatore e poi come direttore dell’intelligence poteva venire un buon libro di memorie. Di vicende e di personaggi incontrati durante quel cursus honorum ce n’erano sicuramente in abbondanza. Ma Giampiero Massolo fa una scelta diversa. Meno scontata e senza dubbio meno banale. Con un approccio da civil servant, e tale è stato per tanti anni, preferisce usare la sua esperienza per analizzare in maniera approfondita la complessa situazione internazionale che stiamo vivendo oggi. Il risultato è Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia (Solferino, 224 pagine, 17,50 euro) che Massolo ha scritto insieme a Francesco Bechis, giornalista del Messaggero. E poiché anche le immagini hanno la loro efficacia va detto che raramente s’è vista una copertina più indovinata per un saggio di politica internazionale: un grande punto interrogativo ottenuto con un dado da gioco riassume bene le incognite dello scenario mondiale.
Il dato di fatto da cui muove l’analisi di Giampiero Massolo è che non esistono più equilibri consolidati. Neppure quelli, sia pure precari e basati sulla paura reciproca, degli anni della guerra fredda. In un mondo senza governance si moltiplica il numero dei soggetti che si sentono protagonisti e di conseguenza aumentano in maniera esponenziale le tensioni e le occasioni di conflitto. Le conseguenze di tutto questo non risparmiano nessuno. E neanche l’Italia può illudersi di poter vivere tranquillamente in una torre d’avorio. Per decenni abbiamo prosperato con la cultura del “ma anche…”: una soluzione di comodo per avere sia il gas russo sia le armi americane. Nel vecchio dilemma fra “burro o cannoni” abbiamo saggiamente scelto il primo negli anni della ricostruzione e del boom. L’ombrello della NATO e, forse, anche la cortina di ferro consentiva di dare la priorità alla ricerca di fonti energetiche e di nuovi mercati. Non è più possibile fare altrettanto nello scenario attuale. Con la saggezza acquisita con l’esperienza Massolo afferma che è ormai tempo di scelte determinate e convinte.
Dalla pandemia alla guerra in Ucraina fino ai conflitti in Medio Oriente, l’incalzare degli eventi non permette più di stare un po’ qua e un po’ là. Tanto per fare un esempio, non ha avuto alcun senso conclamare l’apertura della via della seta senza raggiungere nessun accordo commerciale degno di questo nome e senza tenere conto della tensioni internazionali che riguardano Taiwan. Le grandi incognite analizzate da Realpolitik non trascurano l’esito delle prossime elezioni presidenziali americane. L’eventuale vittoria di Trump modifica radicalmente le prospettive. Anche per questa ragione e proprio mentre si vota per il nuovo parlamento di Strasburgo, è di grande interesse quanto scrive Massolo sull’Europa che sotto molti punti di vista è una bellissima costruzione immaginata dai fondatori ma lasciata a metà dai loro eredi.